10 mostre da visitare in vacanza! 2°

La nostra TOP TEN Estiva: 10 mostre da visitare in vacanza! Da Torino a Pompei, viaggiando nella meravigliosa Italia.

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6) Per anime vintage-retrò: Viareggio, gioiello della Versilia. Qui l’occasione unica di vedere quadri inediti di Silvestro Lega.

viareggio-darsena-di-notteLa Darsena di notte © Methariorn

“Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni”
Centro Matteucci per l’Arte Moderna, Viareggio

Dal 4 luglio al 1 novembre 2015

locandina Silvestro Lega

…Vi abbiamo lasciato nelle lunghe e sabbiose spiagge marchigiane, ma secondo noi avete ancora voglia di mare! Giusto, in fondo l’estate è appena iniziata e l’entusiasmo è alto così come la voglia di fare il pieno di sole, bagni e passeggiate sulla battigia… quindi vi portiamo ora in un’altra costa Serie A del nostro straordinario Paese, ossia la Versilia.

Qui a Viareggio, celebre per il Carnevale certo ma anche come località balneare rinomata e chic, rilassatevi in giro alla mitica Passeggiata, dove godere del liberty in tutto il suo splendore, ma poi non perdetevi questa mostra appena inaugurata su uno dei più grandi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento.

Silvestro Lega, LÔÇÖelemosina, 1864, olio su tela, cm 71,8x124, collezione privata

Silvestro Lega, L’elemosina (1864), olio su tela. Collezione privata

20 capolavori di Lega mai visti, ritrovati dopo 30 anni di ricerche in archivi pubblici e case private, in Italia e all’estero: si amplia così il catalogo generale di riferimento (che risale al 1987) del pittore Macchiaiolo dalla personalità complessa e raffinata. Tra le opere che verranno svelate al pubblico, i magnifici Ritratti Fabbroni – che risalgono all’attività giovanile di Lega – momenti di una storia intima e raccolta, dipanatasi nella cornice del palazzo di Tredozio, ma anche “Tiziano e Irene di Spilimbergo”, ricordato dal pittore come uno dei lavori più rappresentativi del periodo accademico, “Visita alla balia”, nella versione presentata a Parma e a Torino nel 1870, che precede l’altra di Palazzo Pitti,  “Il cuoco”, inviato all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, e alcuni studi preparatori, preziose testimonianze del suo processo creativo.

Un’arte intima, del quotidiano, tutta da scoprire ancora una volta.

Silvestro Lega, Tra i fiori del giardino, 1863, olio su tela, cm 49,5x59, collezione privata

Silvestro Lega, Tra i fiori del giardino (1863), olio su tela. Collezione privata


Ingresso: biglietto intero € 9, ridotto € 7.
Orari: 4 luglio – 6 settembre, da martedì a venerdì: 17-23, sabato e domenica: 10-13/17-23, lunedì chiuso.
Info: tel. 0584 430614; info@centromatteucciartemoderna.it

Progetto e ordinamento di Giuliano Matteucci, Catalogo edito dalla Fondazione, a cura di Silvio Balloni e Giuliano Matteucci.

PS. Se decidete di trascorrere qualche giorno in questa stupenda zona della Toscana, vi consigliamo anche due eventi musicali imperdibili: il Lucca Summer Festival (ultimo appuntamento il 28 luglio 2015 con il concerto di Snoop Dogg) e per gli amanti della lirica il più importante Festival italiano, nato nel 1930 e dedicato al compositore Giacomo Puccini, a luglio e agosto, nei luoghi che ispirarono al maestro le sue immortali melodie (www.puccinifestival.it)

7) Suggestioni latino americane nella mistica e verde Umbria

Spoleto

“Botero” a Spoleto, Palazzo Comunale

Fino al 20 settembre 2015

manifesto Festival dei Due Mondi 2015 Spoleto, Fernando Botero

Definito dal New York Times il più famoso artista latino americano nel mondo, Fernando Botero sembra essere anche uno dei più ricchi, in quanto produce moltissimo e piace altrettanto. Effettivamente non credo che ci sia qualcuno che non conosca i suoi adorabili personaggi dalle forme mooolto generose… Sicuramente si distingue anche per l’uso di un cromatismo intenso e allora ecco una piccola sorpresa per quanti sono abituati ad ammirarne la pittura (in effetti più conosciuta rispetto alle sue creazioni in scultura): tutto il suo mondo in total white!

BoteroBotero a Spoleto- scultura

In esposizione al Palazzo Comunale, cavalieri, centauri, figure maschili e femminili, ballerini, gatti, cavalli e tori. Tutti  in gesso (48 in totale, più una scultura monumentale in bronzo all’esterno), che è un po’ l’anima di ogni scultura e molte opere in questo materiale -sia dell’artista colombiano che di molti altri grandi Maestri- sono oggi pezzi unici al mondo e considerati loro stessi capolavori, perché non esistono più gli originali in marmo o bronzo andati perduti o distrutti.

Le prime esperienze di Botero con la scultura risalgono agli anni ’60, ma vi si dedicherà intensamente dal 1973: troviamo sue sculture nelle strade e nelle piazze delle più importanti città del mondo, come Madrid e Barcellona.

Si tratta di un evento straordinario, in quanto è la prima volta che Fernando Botero espone le sue opere a Spoleto e illustra il manifesto
ufficiale del “Festival dei 2 Mondi”

(se andate entro il 12 luglio 2015 lo trovate in pieno svolgimento!) kermesse di musica, arte, cultura e spettacolo che ha reso celebre a livello internazionale questa deliziosa cittadina, una delle più antiche dell’Umbria, che da sempre conquista tanti estimatori (tra i più famosi Michelangelo e Johann Wolfgang Goethe, solo per citarne un paio) con la sua bellezza speciale, tutta da scoprire nelle sue varie stratificazioni storiche e culturali (preromana, romana, ducato longobardo, comune medievale, territorio della Chiesa).

Per un soggiorno indimenticabile tra arte, natura e spiritualità.

La mostra è stata promossa dal Comune di Spoleto, con  il patrocinio della  Fondazione Festival di Spoleto, Università per Stranieri di Perugia. Curatore Zeno Zoccheddu, presidente Associazione ArteInternazionale.

Orario: dalle 10 alle 19,00 fino al 20 settembre 2015
Per info rivolgersi alla Segreteria della mostra: tel. 342 7506074

8) + 9 ) Tra pittura e grande fotografia, nella nostra magica Capitale una sosta è d’obbligo! Con Chagall & La Chapelle: che cosa ti ha cambiato la vita?

“Chagall. Love and Life” Opere dalla Collezione dell’Israel Museum
Chiostro del Bramante

Fino al 26 luglio 2015

colosseo Roma

…Di sicuro ci fermiamo un po’ nella nostra mitica Capitale: l’Urbe è così straordinaria e magica che non si può mai passare oltre. E nasconde sempre nuove sorprese ad ogni angolo. Per conto mio, non stanca mai. Amo i suoi meravigliosi e infuocati tramonti, che lasciano senza fiato.

Amo i suoi contrasti eccezionali. Avrete molto da fare qui e scegliete pure ciò che preferite, tra gli itinerari più classici e turistici, proprio quelli da “cartolina” oppure nuovi sentieri da esplorare in una Roma più nascosta e misteriosa, passeggiando alla Jep Gambardella, come ne La Grande Bellezza.

Tony Servillo in La grande Bellezza di Paolo SorrentinoTony Servillo in La grande Bellezza di Paolo Sorrentino

In ogni caso vi segnaliamo ben due mostre Top, di due grandissimi. Chagall è uno degli artisti indiscutibilmente più amati del Novecento. Dalla collezione dellʼIsrael Museum di Gerusalemme giungono per la prima volta in Italia 140 suoi lavori: attraverso disegni, olii, gouache, litografie, acqueforti e acquerelli, la mostra racconta la sua poetica influenzata dal grande amore per la moglie Bella Rosenfeld e dal dolore per la sua morte prematura avvenuta nel 1944, ripercorrendo la sua vita e la sua arte, che fu il risultato magnifico di tre grandissime tradizioni, l’originaria cultura ebraica, la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone) e la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della tradizione, da Rembrandt agli artisti delle avanguardie che frequentò con assiduità).

3-Chagall Coppia di amanti e un gallo4-Chagall Gli amanti

Marc Chagall, Coppia di amanti con gallo (1951). Litografia a colori. Dono di Ida Chagall, Parigi © Chagall / Marc Chagall, Gli amanti (1937). Olio su tela. Dono di Charles Bronfman dalla collezione di Sayde Bronfman© Chagall

L’esposizione si concentra particolarmente sui suoi lavori grafici e sulla sua attività di illustratore editoriale, evidenziando il rapporto tra arte e la letteratura, la parola, il contenuto e ripercorrendo in 8 ricche sezioni tematiche i temi fondamentali della sua produzione, proprio tra Amore e Vita, quei temi che lo resero famoso e adorato come pittore degli innamorati, ma non solo

anche come artista che espresse una continua meraviglia di fronte alla natura e alle creature, conferendo una sorta di arcaicità alla sua poetica, tale da renderla unica e originale.

5-Chagall Litograph di J.Cain

Chagall Lithograph di Julien Cain. Con 12 litografie a colori André Sauret, Monte Carlo (1960). Collezione Vera and Henry Mottek, dono allo stato di Israele. In prestito permanente dall’Amministratore generale dello Stato di Israele © Chagall

Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 – Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
Info e prenotazioni: chiostrodelbramante.it / T +39 06 916 508 451 / Biglietteria online www.ticket.it/chagall

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“David LaChapelle. Dopo il Diluvio”
Palazzo delle Esposizioni

Fino al 13 settembre 2015

COPERTINA LACHAPELLE

Museum, 2007, Chromogenic Print © David LaChapelle

E Roma è stata una tappa fondamentale nel percorso artistico di uno dei più grandi fotografi contemporanei: David LaChapelle. Famoso a livello internazionale per il suo eccezionale talento nel combinare un’originale estetica iperrealistica con profondi messaggi sociali, iniziò negli anni Ottanta, esponendo le sue opere d’arte nelle gallerie di New York, attirando l’attenzione di Andy Warhol, che gli offrì il suo primo incarico fotografico professionale su “Interview” e lo consacrò, tanto che successivamente lavorò per svariate testate di prestigio e realizzò alcune delle campagne pubblicitarie più memorabili della sua generazione, dedicandosi anche alla regia di video musicali, eventi teatrali dal vivo e documentari.

David LaChapelle, Rape of Africa, 2009

David LaChapelle, Rape of Africa, 2009

In mostra 100 opere di cui alcune totalmente inedite: punto cruciale è il 2006, quando LaChapelle ha occasione di visitare privatamente la Cappella Sistina e rimane così scosso dalla sua potenza, da dare una svolta netta alla sua produzione. Non più riviste di moda e cataloghi, ma decisione di ritirarsi dalla mondanità per vivere in un’isola selvaggia, nel mezzo del Pacifico, commentando: << Avevo detto quello che volevo dire >>.

Il 2006 è infatti l’anno di produzione della monumentale serie intitolata The Deluge”, che segna la svolta profonda nel lavoro di David: ispirato al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina, è un lavoro concepito con l’unico scopo di essere esposto in una galleria d’arte o in un museo, non commissionato e non destinato alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria.

Proprio dopo quest’opera, la sua produzione si volge verso altre direzioni estetiche e concettuali: il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana.

David LaChapelle-LandScape-Luna Park 2013

David LaChapelle, LandScape-Luna Park, 2013

Per permettere al pubblico di conoscere anche le “origini” del lavoro di LaChapelle degli anni precedenti a The Deluge, è esposta però anche una selezione di opere che comprende ritratti di celebrità del mondo della musica, della moda e del cinema, scene con tocchi surrealisti basati su temi religiosi, citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema, caratterizzati dalla saturazione cromatica e dal movimento, grazie ai quali il fotografo ha raggiunto la propria riconoscibile cifra estetica e ha influenzato molti artisti delle generazioni successive.

Orari: Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 – 20.00 / Venerdì, sabato: 10.00 – 22.30 / Domenica: 10.00 – 20.00
Info: tel. 06 39967500

…Per Chagall è stato l’Amore, per LaChapelle l’arte in tutta la sua potenza nella visione di un capolavoro assoluto  (il vero e unico capolavoro è quello che ti sciocca!)

10) Siamo arrivati a destinazione: abbiamo scelto Pompei perché “passato e presente coesistono in un Paese impregnato di poesia, che non si può visitare senza entusiasmo né lasciare senza rimpianti” *

pompei

“Pompei e l’Europa. 1748 – 1943”, Napoli
Museo Archeologico Nazionale e Scavi di Pompei, Anfiteatro

Fino al 2 novembre 2015

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Jean-Auguste-Dominique Ingres, Studio preparatorio per l’ambientazione di Antioco e Stratonice. Matita e acquerello su carta copiativa. Musée Ingres, Montauban

La riscoperta di Pompei, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., fu senza dubbio uno degli eventi più rilevanti per la cultura europea del Settecento: questo grande progetto espositivo, che si snoda in due densi itinerari, vuole raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943.

Infatti si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia, focalizzando scavi e scoperte, presentando calchi (a partire da quelli di Giuseppe Fiorelli, in un progetto dell’architetto Francesco Venezia di grande impatto e forza evocativa) e restauri, ma evidenziando anche le visite di poeti, intellettuali e artisti che ne subirono l’immenso fascino.

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Paul Delaroche, Fanciulla nuda in un labrum pompeiano, 1843 – 1844 circa. Olio su tela. Besançon, Musée des Beaux-Arts et d’Archèologie. Photo Charles Choffet

Basta pensare al giovane Paul Klee, che visita le rovine nella primavera del 1902, a Pablo Picasso, negli scavi in compagnia di Jean Cocteau nel 1917 o a Giorgio de Chirico e Arturo Martini. Ben quattro sezioni cronologiche, più di 200 opere, tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografie, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani, per evocare Pompei e la sua fortuna nella cultura europea.

Il continuo confronto che ne scaturisce documenta come le sue rovine sepolte e la sua classicità abbiano affascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa –da Ingres a Picasso, da Normand a Le Corbusier, da Moreau a de Chirico e influenzato il gusto di intere corti e residenze, nella letteratura come nel teatro, nella musica come nell’estetica, svolgendo un ruolo fondamentale anche per gli sviluppi dell’archeologia moderna.

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Filippo Palizzi, Fanciulla pensierosa negli Scavi di Pompei, olio su tela. Collezione privata / Piatto del Servizio “a fondo rosso decoro etrusco” (1856 – 1857), porcellana dura. Sèvres-Cité de la Céramique Museée National de la Céramique. Photo © RMN – Grand Palais

“Torna al celeste raggio dopo l’antica obblivion l’estinta Pompei”

(Giacomo Leopardi, La Ginestra, 1836)

A cura di Massimo Osanna Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo (Napoli)- Massimo Osanna, Ernesto De Carolis, Adele Lagi e Grete Stefani (Pompei).

Orari-Napoli, Museo Archeologico Nazionale: aperto tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.30 chiusura settimanale: martedì.
Scavi di Pompei, Anfiteatro: aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 fino al 31 ottobre 2015, ultimo ingresso alle 18.00- dalle 8.30 alle 17.00, 1 e 2 novembre, ultimo ingresso alle 15.30. Info: www.mostrapompeieuropa.it

* Tratto dalla Nota alla Mostra dei Curatori

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.10 mostre da visitare in vacanza! Da Torino a Pompei. 1 (Art Notes)