Biografilm: intervista a Galatea Piaggi

Per la serie “New Faces”, che ci piace tanto ma proprio tanto, in occasione dello splendido doc “Anna Piaggi, una visionaria nella moda” di Alina Marazzi, presentato al Biografilm 2016, abbiamo incontrato e intervistato una delle protagoniste, ossia la giovane e bella Galatea, promettente fashion blogger e pronipote dell’iconica e indimenticata Anna. 

Una delle sfumature più interessanti di un buon Festival che si rispetti- e quanto secondo noi lo sia il Biografilm lo sapete già, è quella di incontrarne per caso i protagonisti e fermarsi in totale serenità, magari di fronte ad un buon calice di vino – così come è successo spesso al Cameo e colgo l’occasione per salutare tutti i ragazzi del locale, SPLENDIDI, MAGNIFICI – che per ben 10 giorni mi hanno supportato e sopportato – a scambiarsi quattro chiacchiere distensive senza la pesantezza e l’obbligo di un servizio/articolo da portare a casa per forza.

Sì per caso, avete letto bene e mi riferisco non al fatto che attori, produttori e registi siano lì per caso – è ovvio che no – ma che a volte, al di là degli incontri fissati e programmati, se c’è un clima davvero valido e se c’è davvero la voglia di condivisione, ci si incontra e ci si racconta in maniera totalmente naturale.

Quasi sempre questi sono gli incontri più belli, che porto a casa, nel cuore e nel blog. 

anna_piaggi

Galatea porta il nome di una Ninfa del mare e di una Ninfa del mare ha tutta la grazia, l’incanto e abissi misteriosi da sondare. E’ dotata di grande sensibilità, è timida ed educatissima, già tre qualità che meritano da parte mia un lungo applauso, in un mondo come quello odierno che spesso promuove nei molto giovani la sfrontatezza e l’arroganza, senza dimenticare l’esibizionismo.

Galatea porta un cognome internazionalmente noto e stimato, conosciuto o almeno “sentito” da tutti, anche da coloro che la moda non la seguono. Perché sua zia è oggi un’icona e le icone sono per definizione stessa emblematiche nella loro perfetta aderenza tra segno e senso, immediatamente riconoscibili e comprensibili. 

Galatea Piaggi  vive nella frenetica Milano, dove ogni giorno frequenta con impegno il Liceo Artistico ad indirizzo design,  dove <<invece di stelle ogni sera si accendono parole* >>  ed è arrivata nella nostra Bologna in un afoso e luminoso sabato di giugno, con sua madre e con la regista Alina Marazzi – a breve una bella intervista anche con lei su queste pagine ;)- per l’anteprima mondiale del doc “Anna Piaggi, una visionaria nella moda” al Biografilm 2016.

E’ un fiore che sta sbocciando e trasmette tutta la bellezza ma anche le fragilità e le inquietudini della giovinezza, quando si ha fame di teorie ma anche una pazza voglia di negazione, come scrisse Walter Siti. 

Noi l’abbiamo conosciuta e ci piacerebbe tanto presentarvela, così, semplicemente, come si fa tra amici. 

1)Cara Galatea, è la prima volta che interpreti un film? Che effetto ti ha fatto vederti sul grande schermo? 

E’ il primo film che ho girato interpretando me stessa, anche se probabilmente tra poco ne farò un altro e non sarò nei panni di me stessa! Avevo già avuto modo di guardare una prima versione dell’opera, quindi un po’ sapevo cosa aspettarmi, ma vedersi su un grande schermo al cinema e all’anteprima è davvero tutta un’altra emozione. 

2) Come è stato incontrare e lavorare con Alina Marazzi, che è una  delle registe e documentariste italiane più apprezzate da pubblico e critica? 

Alina ha iniziato a lavorare a questo progetto parecchio tempo fa, mentre io sono subentrata in un secondo momento, più o meno intorno ai 17 anni.  Mia mamma – Claudia Botta, costumista, scenografa, regista teatrale e docente in Accademia – non solo è presente nel documentario come mia “aiutante” nella scoperta della figura di zia Anna, ma ha collaborato al film anche come consulenza artistica e scenografia, quindi conoscevo bene il progetto, ma solo dopo avermi conosciuto Alina ha avuto l’idea di farmi entrare nella sceneggiatura, un po’ come una sorta di ponte ideale tra due generazioni. Entrambe siamo molto timide e molto sensibili, ma a  poco a poco siamo riuscite ad intenderci ed è stato davvero bello lavorare con lei, ho imparato molto. E’ stato anche un rapporto vero, che si è costruito nel tempo perché non abbiamo girato tutto di seguito: le prime scene girate sono quelle ambientate nel magazzino della Fondazione ed è stato all’inizio proprio, mentre le ultime sono quelle in cui vengo truccata da Roberto Pagnini – che era il Make upHair Stylist di Anna – e lì ero per esempio già più sciolta, infatti anche con lui abbiamo approfondito la nostra conoscenza e mi ha raccontato sul set molti aneddoti della zia che non immaginavo. Lo avevo già conosciuto quando ero più piccola, ma ovviamente non ricordavo molto. Alina non la conoscevo personalmente, non mi era mai è capitato di incontrarla a Milano, ma avevo visto il suo bellissimo documentario sulla figura della mamma – Un’ora sola ti vorrei – e mi era davvero piaciuto molto. Prima di incontrarla per il film quindi ho pensato di vedere anche gli altri suoi lavori e in particolare mi ha colpito Vogliamo anche le rose

3) Ci puoi confidare un tuo ricordo personale di Anna Piaggi? 

Una volta per Pasqua eravamo andati tutti in montagna in vacanza… non ricordo quanti anni avessi, ma ero davvero piccola! Comunque ricordo che zia Anna è arrivata con tantissime – forse 2000! – valigie e tantissime cappelliere e le ha portate su per questa scalinata ripidissima al secondo piano. Poi lei ha indossato un cappello stranissimo, sembrava una corona, e siamo usciti per fare un giro in paese. Ovviamente era un paesino e gli abitanti non erano abituati forse a vedere cose del genere, quindi tutti erano stupiti dal suo stile ma lei era totalmente a suo agio, tranquilla e serena come se niente fosse, felice. Lei era diversa, è stata una delle prima a distinguersi per originalità, ma lo faceva perché era il suo modo di sentirsi bene non per farsi vedere. Lei si vestiva così anche in casa, con i parenti e basta.

LONDON - JANUARY 31: Designers Vivienne Westwood (L) and Anna Piaggi attend the private view for Piaggi's new exhibition "Fashion-ology" at the Victoria & Albert Museum on January 31, 2006 in London, England. The exhibition explores her working style through drawings, photographs and storyboards and features vintage couture and designer clothing from her personal collection. (Photo by Chris Jackson/Getty Images)
LONDON – JANUARY 31: Designers Vivienne Westwood (L) and Anna Piaggi attend the private view for Piaggi’s new exhibition “Fashion-ology” at the Victoria & Albert Museum on January 31, 2006 in London, England. The exhibition explores her working style through drawings, photographs and storyboards and features vintage couture and designer clothing from her personal collection. (Photo by Chris Jackson/Getty Images)

3) Nel documentario esplori con grazia e delicatezza il magazzino gestito e curato dalla l’Associazione Culturale Anna Piaggi, fondata appunto da un ramo della tua famiglia, per preservare e tutelare l’immenso patrimonio di abiti, accessori e non solo, archivio preziosissimo per la nostra cultura. Quale è il tuo capo preferito? Capisco che la scelta è difficilissima eh! 

In magazzino c’è un’atmosfera stupenda, perché ci sono tutte le cose che lei aveva in casa sua: vasi, oggettistica, stampe e quadri, soprammobili, pubblicazioni, non solo abiti e accessori. C’è un’atmosfera del passato, di un’altra epoca, ma che veniva tramessa da una persona che era avanti e questo si intuisce, non so come dire. Il capo che preferisco forse è un soprabito di Chloé disegnato da Karl Lagerfeld, con una stampa di personaggi dei cartoni animati. 

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4) In un certo senso hai raccolto l’eredità intellettuale della tua famosa zia, in quanto anche tu scrivi di moda nel tuo blog personale che si chiama Fishonable, La moda è per tutti e per nessuno. Come è nato questo progetto? 

Il blog l’ho aperto intorno ai 14 anni, ma ammetto di non essere sempre stata costante. Il nome è un gioco di parole e rimanda ai pesci, poiché voglio avere una visione ampia e profonda della moda, così come loro la hanno del mare! All’inizio è stato molto istintivo, avevo bisogno di esprimere la mia passione per la moda e per la storia della moda. Mia mamma mi ha sostenuto molto e mi ha dato dei consigli sul modo di esprimermi e sulla selezione dei temi, ma senza imporre, solo suggerendo perché ero davvero molto giovane. Poi sono andata avanti sempre da sola  con le mie forze. Ora sono soddisfatta e riesco a gestirlo anche con più serenità. Potrei essere considerata una fashion blogger perché nel mio blog parlo di moda, ma non nel senso stretto della definizione, perché non mi fotografo con i look o outfit vari… preferisco tendere verso il giornalismo, parlare di collezioni che mi piacciono, scrivere recensioni di sfilate e presentazioni o riflettere sul rapporto tra moda e arte. Per esempio, non ci avevo mai messo la mia faccia, solo ora e solo in occasione dell’anteprima del film su Anna Piaggi al Biografilm ho pubblicato un frame in cui ci sono io nella scena in cui mi truccano e mi colorano di blu un ciuffo di capelli…un po’ come la mia zia straordinaria. Non ho un approccio sulla moda “ecco io come mi vesto”, ma sulla moda “come materia di studio” 

5) E infatti il tuo blog ci piace tantissimo e per questo sei molto nel mood FashionBeginners. Ma ho una curiosità: tua zia ha mai visto il tuo blog e in caso ti ha dato qualche dritta? Ti sei ispirata a lei in qualche post? 

Mia zia era ancora viva quando ho iniziato ma non so se lo ha mai visto! In ogni modo non le ho proposto di vederlo. Non lo so, non ci ho pensato, forse perché ero ancora all’inizio e non davo tutta questa importanza al mio blog.  Potrebbe essere che mio zio le  abbia fatto vedere qualcosa! Chissà. In primis il rapporto con lei è sempre stato un rapporto familiare e di affetto. Certamente è sempre stata una presenza molto particolare, ma anche come altri miei parenti. 

6) Cosa ti affascina del mondo della moda? 

Amo assistere alle sfilate, ma non sono assolutamente una fashion addicted! Io mi vesto in modo molto semplice e a volte i miei compagni di scuola mi dicono “Ma come?”. Ma secondo me è normale, secondo me quelli che sono davvero dentro al mondo della moda, i veri addetti ai lavori si riconoscono, non hanno questa foga di mostrarsi vestiti chissà come. Amo la moda e la sua storia: mi attrae perché la considero una creatività libera, ossia che si può interpretare in vari modi, liberamente appunto, pur essendo estremamente concreta e pur essendo commerciale, perché ovviamente bisogna vendere.

Blog di Galatea

7) Mi sembri una ragazza molto matura per la tua età. Cosa pensi dell’ambiente della moda, che spesso è considerato difficile, duro e super competitivo, oltre che dai ritmi massacranti? 

Secondo me tutti gli ambienti di lavoro sono competitivi ognuno a suo modo. Interfacciandomi con persone che lavorano in questo settore a me è sembrato un ambiente molto adulto, nel senso che al di là della facciata- che lo fa spesso sembrare facile ed esibizionista – l’esperienza e la professionalità contano molto. Certo ci sono anche figure giovani, ma in generale è un ambiente tosto. A me, da quello che ho visto fino ad ora, piace. Spesso ne sento parlare male ma non mi sembra così tremendo: di sicuro è faticoso e competitivo, bisogna impegnarsi e -credo- entrarci con cautela. E’ un ambiente basato sull’immagine sì,  ma da fuori si vede solo questo e non si comprende quanto lavoro c’è dietro in realtà. 

8) Quindi eccoci alla domanda d’obbligo: cosa ti piacerebbe fare da grande? La giornalista di MODA seguendo le orme della mitica zia? 

Non mi vedo proprio come giornalista di moda a dire la verità. Adesso è di sicuro il modo giusto per esprimere questa mia grande passione, ma se penso al futuro mi piacerebbe di più lavorare nel fashion brand management. 

9) Quale è il tuo fashion designer preferito del momento o di sempre? 

Olivier Rousteing che  in poco tempo è riuscito a dare a Balmain un taglio molto preciso e interessante, per di più è un giovanissimo talento, che avuto un enorme successo. Marc Jacobs da sempre fin dai suoi esordi e mi piace moltissimo anche Lorenzo Serafini per Philosophy di Alberta Ferretti. 

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Grazie Galatea, è stato davvero un piacere parlare con te e la nostra conversazione è stata un ricco scambio di idee ed opinioni, tanto da essermi completamente dimenticata del fatto che ti stavo intervistando!

Ti auguriamo di realizzare i tuoi sogni e di avere un brillante futuro ad aspettarti in the wonderful world of fashion 😉 

Per i  followers “in ascolto”: qui il delizioso blog di GALATEA PIAGGI. Seguitelo, perché i giovani capaci vanno sostenuti e perché è interessante, ben curato, personale, composto e gradevole, proprio così come piace a noi! 

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*citazione da Umberto Saba, Parole, 1933-34, da Il Canzoniere (1900-1954), Edizioni Einaudi