Dior a Tokyo con la collezione Esprit

Dior Esprit collezione pre-fall 2015 è stata la grande protagonista di un magico fashion show nella megalopoli per eccellenza: Tokyo. 

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E’ difficile che non si rimanga affascinati dal Giappone: Christian Dior stesso ammirava la delicatezza e la raffinatezza dei giapponesi, adorava la seta e l’immaginario orientale, che si può ritrovare in modo esplicito ad esempio nella collezione Haute couture SS 1953, in particolare nell’abito Jardin Japonais, dal motivo di un uccello su un ramo di ciliegio in fiore, uno degli emblemi del Paese del Sol Levante.

Nel 1957 lo stilista si recò inoltre personalmente a Tokyo, accompagnato da sette modelle, per presentare la sua nuova collezione. 

Il direttore creativo Raf Simons spiega che nell’ideare questa nuova collezione ha voluto pensare non alle occasioni speciali ma all’utile, al funzionale, alla vita che una donna conduce fuori casa, quando passeggia o accompagna a scuola i figli: egli è stato sempre affascinato dal Giappone e conosce molto bene Tokyo, ma non ha voluto seguire un approccio di tipo storico, forse il più classico e ovvio in un certo senso; piuttosto si è ispirato a come ha vissuto la città, che non ha un solo stile, anzi mostra palesemente un melting pot di stili diversi.

È una città in cui la moda nasce dalla strada” 

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Quello che gli piace di più dei giapponesi è proprio il fatto che si sentono liberi di esprimersi, sono sperimentali e innovativi. In questa collezione il designer ha proposto un incontro tra Oriente e Occidente, traendo ispirazione dalle armonie, così come dai molteplici contrasti stilistici: un glamour originale, tra opaco e brillante, tra look da giorno e da sera, tra colori primari e tinte scure, tutto giocato su un mix di realtà e fantasia.

Le paillettes dominano la scena con i loro bagliori preziosi e scintillano su dolcevita e lupetti, ricami, tessuti laminati e cerati, motivi jacquard decorano i capi, ma soprattutto la mitica giacca Bar – capo icona di Dior creato nel 1947, che enfatizza il punto vita stilizzando il corpo della donna – viene reinterpretata da Simons in modo contemporaneo, diventando più spigolosa e grafica.

Tutta l’intera linea ruota proprio intorno alla costruzione della  giacca Bar. Molti cappotti in lana, pelliccia e cotone spalmato – principalmente parka, montgomery e caban rivisitati, anche in versione extralarge – dress corti e dalle lunghezze midi, che guardano al futuro tramite declinazioni più streetwear.

Anche l’iconica bag Lady Dior è un altro grande classico che viene reinventato, diventando gigante, come una borsa pratica per tutti i giorni, e mini come una sorta di ornamentoadottando i codici dell’estetica kawaii.

Grande protagonista tra le scarpe: lo stivale a zeppa, di ispirazione anni Settanta.                         

“Quando penso a Tokyo, quello che mi viene in mente è un mix di glamour, di ambiente urbano e di spazi aperti. E’ questo contrasto che rende le silhouette delle donne giapponesi così emblematiche e le proietta nel futuro”

(Raf Simons)

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Un beauty look stravagante forse, ma assolutamente ricercato e appropriato con il makeup speciale curato da Peter Philips: nude – semplice, fresco e naturale, ma nello stesso tempo luminoso e delicato – con focus occhi grazie al trucco geometrico e glitter argentati per richiamare la collezione di Raf Simons, e rendere un effetto futuristico, attraverso lo scintillio, non solo degli abiti ma anche dello sguardo.

Completa il tutto l’acconciatura composta da due trecce ripiegate per formare due cerchi. 

Philips dichiara di essersi ispirato ai grafismi e agli elementi astratti del Kabuki, ai manga e alla visione di Simons, per restituire l’immagine e il carattere di una donna forte e decisa come quella di Dior.

Una donna che con lo sguardo trasmette un mondo intero di emozioni.

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Musica di Zamilska con “Duel 35”

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