Il Collage Vintage di Maria Grazia Preda, un mondo elegante

Collage Vintage, quel miracolo di armonia che si chiama eleganza*!

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“La Preda” per me è quello che si dice un toccasana: generosa, brillante, gioiosa, non può che rallegrarti con i suoi sorrisi e le sue paroline magiche, sapientemente dosate e azzeccate.

Sì perché se un giorno ti senti uno schifo completo, stai pur certa che lei troverà il modo di tirarti su, elencando a dir poco almeno dieci fantastiche virtù, che tu e solo tu hai nell’intero Universo e ti rendono speciale ed estremamente desiderabile.

Lei è un potente eccitante dell’autostima, ma proprio per questo: leggere attentamente il foglietto illustrativo prima dell’uso, può avere effetti collaterali devastanti!

Ecco che improvvisamente mi è chiaro che non poteva non amare alla follia gli anni Cinquanta, forse il decennio più ottimista che abbiamo avuto. Entusiasmo, voglia di andare avanti, di ricominciare, di credere. Fiducia, speranza, bellezza.

La Preda la conosco da qualche tempo: tanto per cambiare l’ho scovata in un mercatino di autoproduzioni, o meglio i suoi collages vintage, vere entità dotate di vita propria, hanno scovato me, attirando la mia attenzione e chiamandomi al suo banchetto. E non me ne vogliano gli altri presenti, ma sì, con tutta la mia solita sincerità, ammetto che erano la cosa più figa che c’era. A seguire la nostra prima intervista insieme, per un blog con cui collaboravo.

La Preda è una donna elegante, ex modella e scusate se è poco, professionale e distinta ma con quel pizzico di follia che basta per assecondare le totali follie della sottoscritta, e pur nella diversità di carattere, come nasce l’amicizia tra due persone, è un mistero che non deve essere svelato.

Ora sapete che sono abituata a chiamarla per cognome, perché di Marie nei paraggi ne siamo fin troppe e bisogna distinguerci in qualche modo. La cosa che mi diverte di più è che quando esco con lei e i miei amici mi cercano su whatsapp, ogni volta che rispondo in fretta “stasera sono con la preda”, tutti pensano che ho cuccato. E io lo lasciavo credere. Ok, ora sapete e non commentate per favore…

Il Collage Vintage di Maria Grazia Preda

Ed è un mistero anche come certe cose vengano da sole in superficie in un certo momento della vita, quasi a ricordarci cosa è che ci fa stare bene e quale è la direzione giusta da prendere.

L’avventura dei Collage Vintage in fondo inizia per caso, ma il caso poi cosa è? Se per citare il titolo di un famoso bestseller credete anche voi che Nulla succede per caso, ecco qua che, un giorno qualunque nasce un primo collage per realizzare una vetrina, che sia un po’ più originale del solito, del negozio di intimo di un’amica. Una delicata figurina di donna è associata ad un piccolo pensiero, entrambi ritagliati da due pagine diverse di una vecchia rivista anni ’50, epoca d’oro per la grafica e la pubblicità.

E qualche giorno dopo, una cliente qualunque chiede inaspettatamente in vendita l’opera che in vendita non era.

SEMPRE ELEGANTI PER PIACERE AI SIGNORI MARITI

Così cinguettava la dolce fanciulla del primo quadretto in assoluto. E non ditemi che non state sorridendo a queste parole, che sembrano così ingenue lette con i nostri occhi di oggi, abituati ormai a vedere ben altro.

Grazie alla casuale talent scout di passaggio, Maria Grazia prende il via: ne crea sempre di più, con costanza e continuità, da autodidatta si perfeziona con la pratica, sviluppando e migliorando la tecnica, ottenendo via via una maggiore maturità, padronanza e una più accurata ricerca dal punto di vista iconografico.

Parte quasi sempre da un’immagine che ritaglia e mette da parte nei cassettini: quando li ho visti, ho capito a cosa si riferiva e ho sentito come non mai che FashionBeginners è un microcosmo fatto di storie che si incrociano.

Nel suo studio/laboratorio spicca infatti questa cassettiera antica, anni Trenta, che era originariamente nella merceria di sua nonna in Umbria. Una cassettiera uguale la ricordo anche io, pescando nel mare della mia infanzia, appartenuta anche a mia nonna, che aveva pure una merceria poco più in là, nelle Marche: sì, lei è sempre quella lì che nella nostra immagine/copertina si volta mentre passeggia e vi sbircia…

Così aprendo un cassettino, sceglie una figura e cerca una frase, una parola, uno slogan da accostare, spesso per contrasto, un marchio, un logo, un elemento grafico o artistico, tratti da altre pagine, a volte inserendo un elemento contemporaneo ma pur sempre vagamente retrò, con estrema attenzione alle forme e ai colori, oltre che al senso delle parole. Il tutto condito da una buona dose di ironia.

Secondo me la potenza di queste opere, sta nel fatto che colui che guarda ci costruisce una storia. E’ lui che racconta la sua storia, partendo da lì. Per lo meno per me è così e per questo ne scelgo uno piuttosto che un altro. Perché racconta una parte di me, una mia inclinazione, un mio pensiero, magari una mia paura sdrammatizzandola! Mi rappresenta insomma. Esprime quello che sono.

Ogni quadro è un pezzo unico, artigianale, realizzato su carte pregiate e ricercate.

Il Collage Vintage di Maria Grazia Preda

La Preda dichiara di creare d’istinto, anzi – parole sue quando smembra è consapevole ma quando assembla è in trance. No tranquilli, non è posseduta, ma semplicemente si lascia guidare dall’emozione che provoca in lei la figura prescelta, tanto da entrarci in empatia e provare a sentire cosa può dire e pensare una donna di ieri, con parole di ieri, ma oggi. Risultato: i Collage Vintage sono deliziosi e hanno un obiettivo speciale ma secondo me sempre riuscito. Dipingere un sorriso sul volto di chi guarda. Ogni quadro nasce dal recupero creativo in chiave contemporanea di riviste rigorosamente Fifties originali: Vogue, Marie Claire, Anna Bella, Grazia, La Donna, Rakam, Gioia.

Un  tuffo nella storia del giornalismo italiano (con incursioni in quello francese), nella storia del costume, della moda, della cultura, del mondo femminile. Ha iniziato sfogliando quelle della madre e poi si è scatenata la caccia al giornale, girando per mercatini e fiere in Italia e all’estero, principalmente a Parigi, città in cui ha anche vissuto.

I messaggi, le pubblicità, gli articoli anelavano ad una vita idealmente perfetta, che il crescente benessere stava contribuendo a stimolare e proponevano un’immagine della donna ben definita (per riassumere avrete di sicuro presente i modelli di signora bon ton, l’esuberante pin up, candy girl o più rockabilly – la casalinga reginetta della casa- e ricordiamo almeno tre delle intramontabili icone di stile che quest’epoca ci ha consegnato in Grace Kelly, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe) a seconda dei punti di vista, oggi forse anacronistica e stereotipata

Il Collage Vintage di Maria Grazia Preda

Cos’è quindi che rende i Collage Vintage tanto contemporanei? La bellezza che esprimono ha un valore eterno: gli abiti, le silhouette sinuose e sofisticate, di una sensualità velata che ammalia e che traspare anche da un solo tratto, da un’onda dell’acconciatura magari. Il sorriso che suscitano le frasi, con parole adesso quasi fuori moda, dense di punti esclamativi ed esortazioni, inevitabilmente trasformate dai tempi attuali: siamo in grado, ora che abbiamo acquisito le nostre libertà e la nostra autonomia, di poter rielaborare e di riappropriarci in modo ironico di quel senso.

Per creare un nuovo senso. E poi gli anni ’50 sono stati gli anni della ricostruzione e della rinascita, dopo la tragica seconda guerra mondiale: l’economia cresce velocemente, si assisterà a breve al miracolo economico, domina un atteggiamento di fiducia nel futuro, si celebra il trionfo della creatività nella moda, nel design, nell’industria, cambiano le abitudini anche in casa con gli elettrodomestici, si amplificano i mezzi di comunicazione di massa, con l’avvento della pubblicità che crea i bisogni e spinge al consumo.

Maria Grazia precisa però:

“Io non guardo indietro e non voglio stare indietro però, voglio stare qui ed ora, in questa storia qua. Per me questo periodo è solo una fonte di ispirazione, da un punto di vista artistico e stilistico: adoro i fonts, la tecnica di stampa, la prevalenza della carta opaca e del disegno sulla fotografia per la pubblicità, in cui riconosci subito uno stile anche solo da un tratto, da un dettaglio, come  una mano appoggiata su una sedia, che in un istante regala eleganza, un’attitudine femminile, una movenza. Il tutto espresso anche solo da una parte. Basta pensare ad esempio al geniale René Gruau”

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“Ti possono sedurre con un gesto, non serve vedere tutto il corpo della donna. Erano illustratori pazzeschi e riconoscibili, che esprimevano un’essenzialità che cogli al volo. Per non parlare della moda: i nomi storici della grandi Maison si affermano proprio in questo periodo, e che look!”

Christian Dior, Balenciaga, Lanvin, Hubert de Givenchy: basta gettare una rapida occhiata per capire quanto la vera grande moda, quella che noi amiamo, sia arte e cultura ed anche per questo è sempre viva e senza tempo. Sembrano abiti disegnati oggi, e non solo perché quest’anno sta spopolando lo stile Fifties, con una pioggia di corolla dress, pantaloni alla caviglia, punto vita segnato e pois che riempiono le vie della città. Ma anche perché esprimono un’essenza universale.

“Anche dal punto di vista del contenuto, sono messaggi che reinterpreto con la mentalità di una donna della contemporaneità quale io sono: la mia donna ha elaborato una sintesi tra i valori del passato, come la dolcezza, l’eleganza e la femminilità, l’essere materna, l’occuparsi della famiglia e della propria casa e le successive battaglie femministe che sono state sacrosante e alle quali saremo sempre grate!”

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“La mia donna nasce da questo incontro, ed forte e autonoma, sa combattere, ama farsi bella per il proprio uomo ma anche per se stessa, può essere felicemente sola, ama viaggiare e realizzarsi, ha una personalità sicura ed per questo che può recuperare alcuni valori del passato e farli propri, perché è libera ed è libera anche di ridere. Una donna sognatrice e fortemente autoironica

Dai mercatini di autoproduzione, alle Fiere, ai Saloni e alle Gallerie d’Arte in Italia e all’estero, principalmente in Inghilterra e Francia: così viaggiano nel mondo i Collage Vintage, così sono compresi e amati ovunque al di là della lingua, perché raccontano una storia universale, che ognuno di noi può avere dentro di sé.

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*Slogan tratto da una pubblicità degli anni ’50 delle calze Omsa, letta in una rivista presa in prestito dalla Preda.

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Testo di Maria Rita Catasta. Foto di Jacopo Marchio, abiti di Zenobialand Vintage e styling di Maria de Los Angeles Monari. Ringraziamo il Ristorante Teresina di Bologna.

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Servizio fotografico completo di questa intervista:

MARIA GRAZIA PREDA in GALLERIA

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