“Lotsucht / Scandagliodipendenza” è la prima personale in Italia dell’artista tedesco Jonas Burgert, con 38 dipinti di forte complessità compositiva e intensità cromatica, che tentano di scandagliare la realtà e di approfondire il senso dell’esistenza umana.
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bleibleib / restacorpo, 2016 olio su tela. L’Artista / The Artist foto / photo © Lepkowski Studios
Jonas Burgert, con ogni composizione, con ogni singola pennellata, dipinge veri e propri scenari:
le sue opere raffigurano la sua visione della rappresentazione teatrale che costituisce l’esistenza umana, dell’inesauribile bisogno dell’uomo di dare un senso, una direzione e uno scopo alla propria vita.
La ricerca si apre ad ogni sfera della ragione, dell’immaginazione e del desiderio generando tele spesso imponenti, affollate di figure fantastiche di proporzioni diverse: ci sono scimmie e zebre, scheletri e arlecchini, amazzoni e bambini.
Questi dinamici scenari pittorici generano un senso di forte inquietudine in chi guarda: i soggetti raffigurati indossano maschere e costumi, ci sono pareti e pavimenti che si squarciano rivelando cumuli di corpi o pozze di liquidi, mentre un buio inspiegabile incombe ovunque.
Feinschaft / Fini legami, 2012 olio su tela. Collezione privata / Private Collection foto / photo © Lepkowski Studios
Hellwild / Selvaggina, 2013 olio su tela. Collezione Privata.Brescia foto / photo © Lepkowski Studios
Scandagliare compulsivamente la realtà in un cimento perpetuo è la passione, l’ossessione dell’artista. Burgert privilegia l’analisi dei grandi temi esistenziali, in un percorso di approfondimento che non disdegna di avventurarsi in angoli ignoti per esplorare sentimenti, emozioni, ossessioni, demoni.
Lo spettatore si confronta con un mondo caotico, che riecheggia la confusione e l’ansia degli eventi del presente e rimane senza un saldo punto di appoggio. Lo scopo dell’artista è spingere al limite la conoscenza personale per ridefinire, prova dopo prova, le proprie ragioni di vita hic et nunc e il proprio centro di gravità. Metaforicamente il filo a piombo simboleggia l’equilibrio interiore e la ricerca spirituale.
Schliefe / Dormina, 2016 olio su tela. Collezione privata, Berlino, Germania / Private Collection, Berlin, Germany foto / photo © Lepkowski Studios
Schmiege / Stringia, 2016 olio su tela. Collezione privata, Berlino / Private Collection, Berlin foto / photo © Lepkowski Studios
Secondo Laura Carlini Fanfogna, curatrice della mostra:
“Le sue opere non mostrano la violenza o il sangue, però ne fanno trasparire l’immanenza. I dipinti di Burgert hanno il potere di portare in superficie le nostre paure ancestrali e di assorbirle per liberarcene”
“In questo palese afflato e nella sua vibrante interpretazione, Burgert inserisce un elemento specifico che attraversa tutta la sua produzione: l’immagine femminile. Donne misteriose e risolute si stagliano sulla tela, istintivamente consapevoli dei loro destini. Le maghe conoscono i segreti e le verità che l’uomo cerca affannosamente. Le sibille provengono da territori remoti, ma l’arte divinatoria le accomuna. I turbanti michelangioleschi e i colori manieristici reinterpretati in chiave postmoderna giocano con le delicate sfumature dei chiaroscuri. Evocano le vergini indovine che predicono il futuro, le cariatidi imperturbabili, significano forse l’onnipotenza archetipica della Grande Madre e però la intingono negli umori della Raben Mutter, la madre snaturata, colei che non si cura della prole. Lo scandaglio di Jonas sonda implacabile la profondità degli abissi”.
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Istituzione Bologna Musei. MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
26 gennaio – 17 aprile 2017
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