Laura Biagiotti, un brand che racconta la grande storia della moda italiana dagli anni ’60 ad oggi, sempre all’insegna dell’Artigianalità e dell’Arte.
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Il 30 luglio del 1965 Delia Soldaini Biagiotti fonda a Roma un atelier di sartoria, che in seguito sua figlia Laura, attraverso una storia imprenditoriale al femminile trasmessa di generazione in generazione fino a Lavinia oggi, lancerà nel mondo come uno dei nomi di punta del Made in Italy, stimati e apprezzatissimi in un periodo molto dinamico e di forte affermazione per la moda italiana, anche per la diffusione del prêt-à-porter.
Nel 1972 la prima collezione Laura Biagiotti sfila a Firenze e poi, insieme a Missoni, Krizia, Gianfranco Ferrè e Armani, diventa una delle griffe più desiderate e richieste, caratterizzata in particolare dalla rivalutazione e valorizzazione del cashmere, tanto da essere definita dal New York Times, “The Queen of Cashmere”.
Una fibra pregiata che la stilista ama molto – contro la logica dell’uso e consumo da gettare via – e che ha definito, con molta poesia, “la più vicina al cielo”, “nei pascoli smeraldini della Mongolia e del Tibet al di sopra dei 4000 metri”.
E come si è affermato il Rosso Valentino, così si impose fin dalla prima candida e luminosa sfilata, il mitico Bianco Biagiotti.
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René Gruau fu un suo carissimo amico e realizzò per lei moltissime pubblicità e ritratti, con il suo tratto sensuale e raffinato. Laura è stata una delle prime stiliste dedite al mecenatismo, adora e sostiene l’arte da sempre.
La fondazione Biagiotti-Cigna ospita la più importante collezione di opere (più di 100) del futurista Giacomo Balla, artista al quale ha anche appena dedicato un progetto speciale. Dal 1999 ha un accordo di sponsorizzazione con il Piccolo Teatro Studio di Milano, dove le sue collezioni sfilano in esclusiva. Ha contribuito al restauro di monumenti storici italiani importantissimi.
Tantissime le collaborazioni con il cinema per la realizzazione dei costumi, tra le quali quella con Sorrentino per “La Grande Bellezza”, vincitore dell’Oscar come Miglior film straniero del 2014.
Insomma, “Moda e arte” è un connubio indissolubile e centralissimo nella sua vita.
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Vive e lavora dal 1980 nel Castello Marco Simone, vicino Roma, un monumento dell’XI secolo che ha restaurato con la consueta attenzione e passione per la cultura, l’architettura splendida del nostro Paese e l’ambiente. Vanta molte onorificenze, riconoscimenti e primati, tra i quali quello di essere stata la prima Ambasciatrice della Moda Italiana nel Mondo: nel 1988 è stata la prima designer italiana a sfilare in Cina, a Pechino, con 30 modelle cinesi che hanno indossato 150 significative creazioni in seta e cashmere; mentre nel 1995 è stata la prima a sfilare a Mosca al Gran Teatro del Cremlino.
Grande collezionista di profumi di pregio, a sua volta ha creato fragranze di grande successo: Fiori Bianchi, il primo profumo, è stato lanciato nel 1982, seguito nel 1988 da Roma, prima edizione di quello che è considerato un best seller assoluto, sempre ideato con ispirazione artistica nella sua iconica colonna rosa.
Nell’attuale collezione Spring Summer 2015 sono grandi protagoniste l’Arte e l’Artigianalità, con incursioni nella geometria multidimensionale, sublimate nel concetto di Art-App, sintesi di arte applicata.
Troviamo così gli intarsi futuristi, le impunture, i pannelli dipinti a mano, i tagli al laser che creano fiori come origami, tridimensionali di organza realizzati dalle maestranze italiane e ispirati ai fiori di Dufy. Così come le stampe che esplodono in un inedito patchwork riprendono il “Motivo per stoffa” del 1922 e i “Motivi prismatici compenetrati” del 1930 di Balla.
Anche gli accessori riproducono geometrie futuriste, dagli occhiali alla tracolla, alla micro clutch, alle calzature. Decori hand made e ricami con pelle, cristalli e frange. Ma insieme alla sperimentazione anche il tipico tricot e le trecce che la confermano artista della maglia e insieme ai toni accesissimi e intensi dei colori,
la presenza costante del suo bianco, magico e puro, da lei definito “il colore delle fate”.
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L’Amore per Roma è uno dei suoi temi di ispirazione più forti, come si evince anche dalla nuova collezione Fall Winter 2015-16: la stilista reinterpreta le icone della Capitale, come l’opulenza artistica e lo stile di vita, attraverso la lavorazione della maglia, con punti, intrecci, decori e ricami che richiamano le colonne e i bassorilievi ma anche il crogiolo culturale che da sempre identifica la Città eterna.
Fino all’abito MAPPA, una sorta di cartina rivisitata con un design ipergeometrico e riprodotta con jacquard e intarsi. Anche la palette colori ne cita le innumerevoli sfumature cromatiche che vanno dal rosa all’ocra, fino all’arancio dei tramonti sui Fori. Il bianco grezzo del travertino incontra i riflessi d’oro delle Cupole e i chiaroscuri delle architetture, che virano in una composizione di grigi fino al contrasto bianco/nero.
Oltre al cashmere troviamo chiffon, satin, panno di lana, velluto e lana bouclè. Immancabile la sua classica linea “a bambola”.
L’artigianalità incontra tecniche più innovative come le trecce fatte con il laser o l’agugliatura, che sovrappone i tessuti senza cuciture.
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–<<Il binomio “moda-cultura” che mi sento di rappresentare da molti anni, acquista di giorno in giorno maggiore significato, avendo soprattutto riscoperto una funzione importante, una volta interpretata dalle grandi famiglie rinascimentali: quella del mecenate. Lo stilema “LaurArt” sintetizza la mia vocazione di stilista con quella di collezionista ed appassionata d’arte. Ridare alla città con il contributo dei miei profumi Roma di Laura Biagiotti una parte significativa della sua “dote”, prima con il restauro della Scala Cordonata del Campidoglio, successivamente con l’intervento alla Fontane di Piazza Farnese, è stata per me una grande fonte di arricchimento e di appagante contrappeso ad un mestiere, quello della moda, che per sua natura è effimero, all’eterna ricerca del nuovo, un grande “mandala” che si disfa continuamente>>
Questa disgressione non avrebbe un senso se non fosse saldamente proiettata verso il futuro. Assieme a mia figlia Lavinia, “tedofora” del “domani” Biagiotti, mi sento di rappresentare quel nucleo di famiglia italiana, dinastie imprenditoriali che hanno come obiettivo costante l’amore per il bello, la vocazione a considerare il proprio mestiere come una forma di arte.
(Laura Biagiotti)
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