Marc-Chagall, Bella con un libro e un vaso d fiori o Bella a Mourillon (1926)

Marc Chagall a Palazzo Reale

“Plaise à Dieu

que chacun chagalle comme

Chagall”

 “Piaccia a Dio

che tutti camminino a grandi passi come

Chagall”

(V. Maïakovskij)
Marc Chagall, Il compleanno (1915). Olio su cartone. The Museum of Modern Art, New York. Acquired through the Lillie P. Bliss Bequest (1949) © 2014. Digital image. The Museum of Modern Art, New York/Scala, Firenze © Chagall

La più grande retrospettiva su Marc Chagall mai realizzata in Italia con oltre 220 opere, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui realizzò le sue prime opere, dal grande “Nudo rosso” del 1909, fino alle ultime monumentali opere degli anni ‘80 – accostate sulla base di un interrogativo e un’esigenza.

Da una parte il tentativo di capire quale fu la forza che permise a un pittore, che pure sperimentò linguaggi di tutte le avanguardie, di rimanere sempre così coerente con se stesso, sempre curioso di tutto ciò che lo circondava, sviluppando un linguaggio immediatamente riconoscibile; dall’altra, l’esigenza di individuare nell’opera di Chagall, il segreto della poesia di quest’uomo fragile, che pure seppe mantenersi sempre fedele alla propria tradizione e, insieme, alla propria umanità in un mondo scosso da catastrofi indicibili e inimmaginabili.

Per questi e molti altri motivi Chagall è stato sempre e continua ad essere un pittore amatissimo, capace di affascinare persone di qualsiasi età e provenienza.

Marc Chagall, Gli amanti in blu (1914).Tempera su carta incollata su cartone.Collezione Privata © Chagall

La sua vena poetica si è andata costruendo nel corso del ‘900 attraverso l’intreccio delle maggiori tradizioni occidentali europee: la mostra a Palazzo Reale segue un percorso cronologico suddiviso in sezioni, partendo dalle opere degli esordi realizzate in Russia; durante il primo soggiorno francese, e il successivo rientro in Russia fino al 1921; con l’autobiografia scritta da uno Chagall appena trentenne, al momento del suo definitivo abbandono della Russia, si aprirà il secondo periodo del suo esilio, prima in Francia e poi, negli anni ’40 a causa del nazismo, in America dove vivrà anche la tragedia della morte dell’amatissima moglie Bella (l’immagine di Bella è stata  prevalente nei capolavori del periodo russo, che, apparentemente realistici nella resa pittorica, narrano la favola di un amore realizzato e di una vita domestica intrisa di felicità).

Molto particolare la sezione Chagall e la musica: anche durante la guerra l’arte rimane per lui la risorsa estrema che lo salverà dalla disperazione. L’incontro con la musica e le commissioni per i balletti di Aleko e per l’Uccello di fuoco di Stravinsky, finiranno per rendere concreta attività la sua grande passione per la musica. In seguito, negli anni sessanta arriveranno  le commesse monumentali per opere pubbliche, affreschi, mosaici e vetrate e, soprattutto, quelle per l’Opera Garnier di Parigi o per il Lincoln Art Center del Metropolitan Theater di New York.

Marc Chagall, Due Piccioni (1925).Gouache, inchiostro e inchiostro di china su carta colorata blu.Collezione Privata © Chagall

Con il rientro in Francia, subito dopo la guerra compaiono grandi dipinti di animali dalla pregnanza mitologica che riprendono alcune immagini archetipe della cultura ebraica: grandi rappresentazioni di mucche,di pendole con le ali, di galli. In particolare, la figura del gallo ricorda Kaparot, il sacrificio ebraico di espiazione durante il quale, alla vigilia della festività di Yom Kippur, viene sacrificato un gallo, che assume simbolicamente su di sé tutte le colpe della comunità.

Mentre negli anni 1951 – 1975 (gli anni di Nizza) avviene appunto la scelta definitiva di stabilirsi in Costa Azzurra, dove l’artista ritroverà il suo linguaggio poetico più disteso, rasserenato dai colori e dall’atmosfera del Midi.

Chagall, pur vivendo in un perenne esilio, non ha mai perso quel filo rosso che gli ha ricordato sempre nel cuore il bambino che era stato: è riuscito a  mantenere intatta, attraverso il tempo e le vicissitudini terribili che attraversarono la sua esistenza, la forma dello stupore, la gioia della meraviglia di fronte alla natura e all’umanità e insieme la fiducia di credere e di provare in tutti i modi a costruire un mondo migliore.

La sua è senza dubbio un’ originalissima lingua poetica, nata dall’assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica(dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della tradizione, da Rembrandt come gli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità).

Il suo senso della meraviglia di fronte alla natura, di stupore di fronte alle creature viventi  lo colloca infine quasi più vicino alle fonti medievali che a quelle novecentesche. I fiori e gli animali, presenza costante nei suoi dipinti, gli consentono da una parte di superare l’interdizione ebraica della raffigurazione umana, mentre dall’altra, come nell’antica cultura medievale russa, essi divengono le metafore di un universo possibile in cui tutti gli esseri viventi possono vivere pacificati. 

Come scrisse Giovanni Arpino:

“L’anima di Chagall è un’anima belante, tanto mite quanto invincibile perché sfugge agli orrori, alle insidie, agli oltraggi (…) Il suo paradiso è un Aldiquà che raccoglie i simulacri della vita, è un luogo fisico che diventa metafisico proprio perché noi tutti l’abbiamo ucciso durante la vita quotidiana”

La sua arte viene a costituire una sorta di metissage fra le culture e le tradizioni e nella volontà di fare della contaminazione un valore, dell’opera d’arte un linguaggio in grado di esprimere alcuni interrogativi ancora oggi irrisolti dall’umanità, sta la radice fondamentale della sua modernità. Da un perdere.  

Dopo Milano, la mostra proseguirà per il prestigioso Musées royaux des Beaux‐Arts de Belgique / Koninklijke Musea voor Schone Kunsten van België, Bruxelles.

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Marc Chagall. Una retrospettiva 1908‐1985
Palazzo Reale

Piazza Duomo 12
Milano

Dal 17 settembre 2014 al 1 febbraio 2015
Info e prenotazioni: www.mostrachagall.it
Tel: 02 54911 / Biglietti: www.ticket.it/chagall

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