Nirvana del fotografo Mustafa Sabbagh al Mudac, Svizzera

Rammento la prima volta che vidi le opere di Mustafa Sabbagh dal vivo, perché solo con un confronto diretto si possono percepire le sfumature di quel NON colore con cui spesso viene definito il nero e la forza seduttiva che permane nei suoi scatti.

Mi trovavo presso lo spazio ABC di Bologna la galleria d’arte gestita da Lavinia Turra (amica dello stesso Mustafa e che ho avuto il piacere di intervistare recentemente), all’epoca ancora non scrivevo per questo blog e quindi non ho mai pensato di condividere quelle che sono state le mie impressioni, né le mie emozioni trovandomi di fronte a queste fotografie.

Prima di allora, avevo fatto il grande errore di “accontentarmi” di osservare il suo lavoro solo sui giornali e sui social, ma come per tutte le creazioni artistiche, solo guardando direttamente – in questo caso – una fotografia sul suo supporto tangibile, materico, si può realmente entrare in sintonia con la creazione dell’autore, con il suo mondo, capire se quello che abbiamo di fronte rientra nei nostri canoni estetici e culturali e di conseguenza formulare un giudizio.

Mustafa Sabbagh, 'Just in Black', 2014_1Mustafa Sabbagh, Just in Black (2014)-Fotografia a stampa lambda.Foto © Mustafa Sabbagh

Proprio per questa premessa, vi invito ad assistere alla mostra collettiva di arti visive “Nirvana – Les étranges formes du plaisir” che si terrà al MUDAC/Musée de Design et d’Art appliqués Contemporains di Losanna, dal 29 Ottobre 2014 al 26 Aprile 2015, e che vedrà in esposizione 80 artisti internazionali che oscillano dal campo dell’arte contemporanea, al design, alla moda, tra cui oltre al già citato Mustafa Sabbagh si potranno ammirare le opere di Erwin Olaf, Mario Testino, Ugo la Pietra, Karim Rashid, Givenchy, Maison Martin Margela e Betony Vernon (i cui gioielli amo particolarmente) solo per citarne alcuni.

I curatori Marco Costantini e Susanne Hilpert Stuber hanno voluto creare una prima collettiva che racchiude oltre 200 oggetti-feticcio ed installazioni che sondano l’edonismo erotico nella creatività odierna e della sua influenza nel design. L’iconografia del piacere trova per tanto ispirazione non solo nella letteratura erotica e fetish, ma anche in immagini, oggetti ed indumenti ai quali essi fanno costante riferimento, basti pensare al libro “Fetish – moda, sesso e potere” di Valerie Steele, che realizzò un superbo trattato proprio su questo argomento.

Milena Altini, Untitled, 2014Milena Altini, Untitled, 2013-Pelle, ferro. Photo © Mustafa Sabbagh

La mostra Nirvana sonda, inoltre, come il desiderio sensuale, ma anche sessuale, non sia diminuito con l’era digitale, ma ne abbia subito una forma di modificazione e di amplificazione, obbligandoci ad osservare in che modo le sue forme di espressione possano travalicare quella linea sottile tra privato e pubblico, piacere e studio, estetica ed erotismo, l’esplicito e l’evocativo, il visivo e il tattile; portandoci a rapportarci con quegli oggetti che incarnano la nostra sessualità, sia inconscia che percepita.

Obbligandoci ad interfacciarci con giudizi di valore sulle pratiche erotiche che diventano, inaspettatamente, oggetti di lusso confezionati, seguendo le regole dei più alti standard artigianali in materia di lavorazione della pelle, del vetro e dei metalli più preziosi.

Se, infatti, ripenso alla mostra che ho citato in apertura di questo articolo, la sensazione che provai nel vedere le opere di Mustafa Sabbagh fu proprio questo, un atto di seduzione. Sinceramente rimasi maggiormente incantato, non tanto dai soggetti umani o dai particolari fisici o imperfezioni che questo artista riesce a cogliere, “la bellezza non è perfezione, la bellezza vera ferisce”, ma dai piccoli “ritratti paesaggistici” di quell’ Oceano Mare (per dirla alla Baricco) che ogni tanto questo artista immortala.

Uno sterminato afflusso di onde dalle mille sfumature nere, che si perdono in un orizzonte oscuro in cui è impresso il volo di gabbiani… e tutto rimane soave. Il nero che nell’immaginario collettivo riveste una potenza simbolica oscura, che sa di morte, di ossessione, di pesantezza…non vi si avvisa in questi scatti. Io mi perdo tra le onde oscure che non sono di un unico colore, ma una sinfonia di nuance che fanno percepire ogni più piccolo dettaglio in armonia, senza contrasti.
Così come mi persi tra quelle pieghe in quella precisa fotografia, in quel momento storico, che percepii come latex atta ad ammantare un corpo maschile, ma che non potei non sentirla come un prezioso marmo nero, un’attuale opera scultorea degna di Michelangelo, dove la forza del movimento viene enfatizzata dalle linee sinuose delle pieghe e che sono così tanto dense, che anche la fermezza assoluta del soggetto viene resa vivida, mutevole da quel sapiente drappeggio.

Molto difficile, per me, cimentarmi con un artista simile, di cui in molti e più autorevoli hanno parlato e scritto. L’estetica di Mustafa è ormai storia vivente. Per questo vale la pena di vedere una sua expo, magari proprio “Nirvana” che vede la perfetta sinergia di arti differenti concentrate su di un unico tema cult.

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NIRVANA_Les étranges formes du Plaisir
Apertura al pubblico: martedì 28 Ottobre 2014 dalle 18.00
29 Ottobre 2014 – 26 Aprile 2015
MUDAC – Musée de design et d’arts appliqués contemporains Place de la Cathédrale 6CH – 1005 Lausanne
www.mudac.ch

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Articolo di Alberto Messina

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