Rani Zakhem ad Alta Roma

Dopo Fabio Quaranta, nella sala adiacente che compone l’agglomerato di S. Spirito in Sassia, sede delle sfilate romane, è la volta di assistere al defilé di Rani Zakhem.

Benché sia facile pensare che due sfilate aventi luogo nello stesso giorno e nello stesso spazio possano assomigliarsi, così non è.

A dimostrare questa affermazione il defilé del libanese Rani Zakhem che, a differenza del romano Quaranta, non solo opta per una passerella nera completamente specchiata, ma anche per un approccio più tradizionale e consono ad AltaRoma 2014 – sia per quanto concerne la scelta musicale che per le mannequin – ma anche per la scelta dei capi da presentare al pubblico.

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La collezione è, ricordiamolo sempre, la cifra identificativa dello stilista, la sua visione estetica, la sua proiezione del sociale e la sua “visione”.

Il libanese decide infatti di affrontare il tema della metamorfosi dei colori e della luce che cambia nell’arco della giornata – il passaggio dal rosa del mattino al rosso e nero della sera – non solo come studio, oserei dire fotografico per quanto concerne le riflessioni sulla luce, ma come metafora atta ad indicare la trasformazione della donna dalla gioventù alla maturità.

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Una duplice chiave di lettura della collezione che già, dalla prima uscita con lo splendido abito bustino color rosa pallido, ha ottenuto un plauso generale del pubblico, che è stato abbagliato dai ricami minuziosi che accompagneranno tutte le uscite. A mano a mano che le proposte di questo stilista usciranno in passerella, mi accorgo che Rani ha mantenuto però una costante ben precisa sulla sua visione di donna.

Nonostante il concetto della metamorfosi, le proposte del libanese sono caratterizzate da una forte sensualità dettata dai tessuti fluidi (come la georgette di seta), da corpini che enfatizzano la silhouette femminile e che terminano in code a sirena e dagli splendidi ricami certosini, che sono l’elemento principe della collezione.

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I toni del rosa e la dolcezza delle sue nuances declinate in sfumature molto interessanti vengono alternate in queste proposte da sprazzi di luce d’argento e d’oro, grazie all’uso dei cristalli.

La mia attenzione è ricaduta, però, su di un abito in particolare per la sua peculiarità nella lavorazione. Rani ha deciso di proporre un abito in tulle nero “incrostato” da applicazioni di pizzo rosso, il tutto lavorato a laser, che si discosta leggermente dal classico ricamo e che rende, a mio avviso, questo capo più innovativo.

Al termine della sfilata, la consueta uscita dello stilista ci mostra un designer molto emozionato e sorridente per il successo ottenuto.

Due visioni estremamente diverse sulla società e due proposte moda, quelle di Quaranta e Zakhem, influenzate sicuramente dalle diverse realtà in cui vivono.

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Articolo di Alberto Messina

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