Rossano Fasano: Make-up Artist

Una grande passione che è riuscito a trasformare nella sua professione grazie a studio, costanza e determinazione: Rossano Fasano, MUA (make-up artist) a piccoli passi verso l’obiettivo, ci racconta il suo percorso.

Da vivace adolescente sognatore e creativo a talentuoso professionista, cha vanta collaborazioni con aziende di cosmetici di alto livello come Mac, con diversi fotografi come Davide Ambroggio, Manuela Masciadri e Gianluca Verrini, con importanti brand di moda, quali Yoox, Carla G, Parah, Valentino, Alberta Ferretti Philosophy e Woolrich.

Ha collaborato inoltre a produzioni teatrali, cinematografiche, ed eventi televisivi truccando anche personaggi ben noti del mondo dello spettacolo: Fabio Fazio, Anna Galiena, Elena Santarelli, Elisabetta Gregoraci.

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Tra l’altro è molto richiesto nel wedding. Alcuni suoi editoriali sono stati pubblicati su Luuk Magazine, Slave, How Cool, La Pelle, Coulture Magazine, Move@Lifestyle Magazine (Luglio-Agosto 2013), Elements Magazine (July 2013-December 2013), W25 Magazine (March 2013). Scopriamo insieme a lui la sua storia e alcune particolarità di questa professione creativa affascinante, oggi molto ambita, caratterizzata da un giusto mix di fantasia e tecnica ma soprattutto da intraprendere con serietà.

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1) Rossano come ti sei avvicinato al  mondo del make-up? Le origini.

Se non avessi fatto il MUA avrei comunque cercato di fare un lavoro creativo: un lavoro più standard e ripetitivo non fa proprio per me. Dai venti anni in poi ho svolto vari lavori nella mia vita, in parte per necessità e in parte perché non avevo ancora realizzato un percorso netto e definito. Avevo già l’intenzione ma era latente insomma, non proprio manifesta al 100%. Fin da piccolo disegnavo e dipingevo, quindi ho sempre avuto la vena artistica, infatti ho seguito la mia inclinazione e dopo le scuole medie ho scelto di frequentare l’Istituto d’Arte, dove ho approfondito in particolare la mia passione per il disegno dal vero e per la pittura. Intendo la mia professione come arte: invece di dipingere tele, ho la fortuna di “dipingere” volti umani che hanno un’anima. Quindi è ancora più bello e ricco di sfumature, perché lavori su un soggetto vivo che reagisce in quanto ha le sue emozioni, la sua psicologia, la sua particolare e specifica bellezza e ci lavori tirando fuori tutto questo.

Sono originario del Salento: il sabato sera era il momento più atteso della settimana perché finalmente si usciva, si andava a ballare, ci si divertiva. Le amiche venivano a casa mia a prepararsi e io ero sempre all’opera: le truccavo e mi piaceva moltissimo, chiaramente avevo gusto e magari anche “la mano e l’occhio”, ma non la tecnica.  Dopo le superiori come ti dicevo, ho svolto varie esperienze lavorative e formative (ho frequentato per un periodo anche l’Accademia di Belle Arti a Firenze) spostandomi in varie città: un giorno, nel periodo in cui vivevo a Modena, sono andato all’Informagiovani per consultare gli annunci di lavoro. Noto una pubblicità dell’Accademia del Cinema di Bologna, con la sua proposta formativa. Subito rimango colpito dal corso di  trucco: è stato naturale iscrivermi e da questo momento ho iniziato a formarmi in una direzione professionale.

2) Quindi hai sempre avuto la passione, ma in un certo momento della tua vita hai deciso di concretizzare e di orientare la tua predisposizione verso la costruzione di una professionalità.

Certo. Avevo già la passione, ma il trucco sarebbe rimasto un hobby se avessi continuato solo per svago o esclusivamente come autodidatta. Ad esempio io amo molto l’improvvisazione, ma penso che essa deve essere sempre legata ad una certa esperienza e ad una certa formazione, altrimenti non è professionale. Se tu possiedi la conoscenza giusta e hai fatto tua la tecnica, poi puoi rielaborare quanto e come vuoi. Devi avere prima le basi e  le competenze, solo dopo averle acquisite puoi essere libero, giocare, sperimentare, improvvisare, ribaltare anche i canoni…ma le basi sono fondamentali. Non credo che senza lo studio si possa andare molto avanti, anche se oggi a volte può passare il messaggio contrario, ma è un’impressione sbagliata. Se non sei forte di studio, gavetta, esperienza, impegno, costanza e determinazione, secondo me alla fine si vede e non puoi arrivare a lavorare a determinati livelli.

Il corso professionale all’Accademia è stato un passo significativo: lo ricordo come un’esperienza bellissima, che mi ha dato la possibilità e gli strumenti per costruire le basi, grazie a delle insegnanti molto valide e ad una proposta didattica completa.  All’epoca facevo anche un altro lavoro per mantenermi, non è tutto facile, ma se vuoi davvero qualcosa, devi impegnarti e non aver paura di “sgobbare”. Ho iniziato a lavorare in modo sistematico e mi sono specializzato: devi saper realizzare ad esempio anche dei bozzetti, delle tavole, un vero progetto, come  fanno i designer. Mi esercitavo tanto anche a casa. Ho imparato a dosare tecnica e fantasia. Si parte dal trucco correttivo, lavorando nello specifico sul chiaro scuro, luci-ombre, correzione e valorizzazione di dettagli; poi ho approfondito il trucco per il teatro, come riuscire a creare determinati effetti scenici e a caratterizzare un personaggio, anche con tecniche base di effetti speciali. Fondamentale è il trucco d’epoca, quindi saper realizzare un tipo di trucco anni Venti, anni Trenta e via dicendo, con tutte le caratteristiche che li identificano come tali, essenziali per poter lavorare nella moda e nel cinema.

Spaziando in vari ambiti ho deciso solo alla fine di specializzarmi nel trucco moda. Un truccatore deve avere conoscenza di tutti i settori, ma poi deve indirizzarsi in qualcosa di specifico, perché lavorativamente parlando si tratta poi di giri diversi, ognuno un pò a sé, quindi devi iniziare a fare esperienza, a farti dei contatti e una certa posizione in una direzione particolare.

3) Dopo il Corso di studio all’Accademia del Cinema, hai iniziato a confrontarti con la realtà del mondo del lavoro: quali sono stati i tuoi primi passi? Quali difficoltà hai avuto e cosa hai imparato?

Finito il corso professionale ho iniziato in modo classico a mandare cv a vari brand di cosmetici: eravamo ancora in buon momento e nel giro di poco ho iniziato a lavorare per  Mac-cosmetics a Firenze (in seguito a Milano e Bologna). Il momento in cui passi dallo studio alla prima esperienza concreta di lavoro è molto impegnativo, è un passaggio davvero delicato, credo in qualunque settore lavorativo: avevo preso il diploma dopo aver svolto un corso qualificato, ma non avevo ancora tanta esperienza pratica e non avevo la più pallida idea di cosa significasse lavorare per un’azienda (nello specifico si tratta poi di un colosso del settore!). Comunque tutto si impara con l’impegno: ho fatto davvero tantissima pratica e grazie alla moltitudine di turisti che passano per Firenze ho avuto la possibilità di sperimentare su svariate tipologie di viso, dall’italiana all’asiatica. Questo è stato davvero utilissimo, confrontarsi realmente con diversi tratti somatici e riuscire a valorizzarli…A contatto con le clienti ho imparato tanto, anche a rapportarmi alle loro esigenze e stare attento a rispecchiare la loro personalità. Una grande scuola. Inoltre, trattandosi di un’azienda di alto livello, che viaggia di pari passo con la moda e con i trends delle collezioni, sono stato abituato ad essere in  costante aggiornamento, fondamentale nella nostra professione.

Parallemente ho portato avanti la mia carriera di Mua freelance: ho iniziato anche qui nel modo classico ossia mandando cv per possibili collaborazioni e partecipazioni a progetti, creandomi un giro di contatti nel settore moda per servizi fotografici, editoriali, cataloghi, sfilate, specialmente nella zona di Bologna, Rimini, Carpi e Modena, con frequenti trasferte a Milano.  Ho costruito a piccoli passi dei rapporti lavorativi con fotografi e modelle, che magari avevano bisogno anche di un servizio diciamo standard, come creare un proprio look book o portfolio e poi da qui si parte per realizzare anche lavori per pubblicazioni o brand. Da poco inoltre ho rinnovato il mio sito internet (rossanofasano.com) che è oggi uno strumento importantissimo per presentare il proprio lavoro. Trattandosi di un settore competitivo, secondo me è utile anche sviluppare altre capacità e competenze per potersi presentare come un professionista completo e offrire così un servizio totale: ultimamente mi sto specializzando anche in hairstyle, in modo da garantire una consulenza globale a livello di immagine e questo credo sia basilare, nel trucco per sposa come nel mondo della moda.

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4) Se si intende intraprendere questa carriera, con che tipo di ambiente bisogna confrontarsi?

Oggi si tratta di un ambiente abbastanza saturo in effetti, molto diverso da una decina di anni fa, quando ho iniziato. Di sicuro c’è molta concorrenza, spesso rivalità come in tutti gli ambienti di lavoro, ma la cosa peggiore secondo me è che purtroppo ultimamente ci sono molti improvvisati, soprattutto per il proliferare dei famosi video tutorial su Youtube, che di sicuro hanno stimolato l’attenzione e l’interesse verso questo mondo affascinante, ma l’altra faccia della medaglia è che hanno fomentato l’hobby e il fai da te, con la conseguenza che tanti si sono avvicinati al make up con facilità e una certa dose di superficialità, senza studiare, senza avere una formazione seria e professionale e magari proponendosi poi per lavori a cifre bassissime, danneggiando sia il mercato sia i veri professionisti. Questo bisogna dirlo.

5) Rossano ci puoi spiegare come è il tuo lavoro da freelance, come organizzi le tue giornate e i tuoi impegni…

Attualmente ho dei contatti solidi, costruiti nel tempo, con fotografi e aziende che mi chiamano per progetti di vario tipo e/o campagne pubblicitarie e cataloghi. Lavoro molto anche con il trucco per spose. Continuo però a fare ricerca e mi propongo sia ad agenzie, sia direttamente a brand o fotografi che stimo, per nuove collaborazioni. Certo, si alternano periodi molto intensi, in cui si lavora tantissimo, a periodi più tranquilli: questi alti e bassi ovviamente sono tipici del freelance, che lavora su progetto, su una collaborazione, ma non sempre in modo costante. Vorrei incrementare la mia attività in modo tale da poter lavorare in maniera continuativa, risultato che si ottiene con il tempo, allargando la propria rete e guadagnando credibilità.

6) Tutte le volte che ho incontrato un mua al lavoro, l’ho visto sempre accompagnato dalla sua mitica valigia! E’ un’immagine che mi ispira simpatia e la trovo molto iconica…Inoltre ho sempre la curiosità di scoprire tutto quello che c’è dentro. Come è la valigia di Rossano?

Si, la valigia è proprio il nostro oggetto iconico!Io sono molto preciso e pignolo e mi rendo conto di avere troppi prodotti. Devo fare una selezione, perché sembra banale ma la valigia pesa tantissimo! Punto primo: fondamentali igiene e pulizia, sono assolutamente rigoroso e intransigente su questo punto. Quando applico il mascara o il gloss uso sempre il bastoncino monouso. Ogni volta pulisco, disinfetto i pennelli, ordino per bene la mia valigia. Mi porto sempre dietro varie texture e vari colori, perché anche se magari c’è poca differenza, a volte minima tra i prodotti, i dettagli sono importanti. Quando lavoro ho bisogno di tutte le sfumature, di tutte le tipologie di crema idratante, di fondotinta, di cipria, blush, svariati tipi di pennelli e spugnette, rossetti, perché mi può servire un prodotto più leggero, consistente o opacizzante in base alla specifica tipologia di pelle che mi trovo davanti al momento. Costruire la tua valigia è essenziale per la professione: io scelgo tutto quello che mi serve-ci sono dei prodotti che per forza devi avere-più tutto quello che mi piace dei brand di makeup che preferisco, e infine le novità, quindi devi essere costantemente aggiornato sulle ultime tendenze e proposte e testarle anche di persona, non solo cercarle su internet. Di sicuro è un grande investimento economico specialmente all’inizio della tua carriera e magari scegli di arricchire la valigia invece di farti un viaggio! Ma è giusto così.

7) Cosa fa la differenza in un MUA che si “rispetti”?

Secondo me una cosa molto importante, oltre all’aver realizzato un bel trucco quindi un buon risultato finale, è il tuo tratto distintivo: quando una persona guarda una foto e afferma di aver capito subito che sei stato proprio tu ad aver realizzato quel trucco. Devo dire che mi è capitato ed è stata una grandissima soddisfazione quando hanno riconosciuto che era la mia mano. Penso che per fare la differenza devi creare un trucco personale, che sia riconoscibile come tuo. Devi esprimere la tua identità, il tuo tocco.

<<La chiave fondamentale, oltre allo studio e alla formazione grazie ai quali acquisisci la tecnica, è l’intepretazione>>

Avendo alle spalle studi artistici, a me piace molto creare un connubio tra arte e moda, quando ci sono le possibilità. Infatti proprio per questo motivo adoro lavorare per editoriali e creare un mood insieme al fotografo e alla stylist.

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8) Riesci a spiegarci in breve in che cosa consistono i diversi lavori che ti vengono commissionati e a descriverci qualche caratteristica particolare e qualche differenza?

Ogni lavoro ha un’accortezza diversa: quando si realizza il catalogo di un brand, a meno che non ci siano particolari progetti o intenzioni, si tratta di un lavoro in cui i protagonisti assoluti sono i capi. L’attenzione deve essere lì, quindi la modella va sicuramente truccata nel modo giusto ma fondendo il tutto in un insieme che comunque va a valorizzare l’abito. Deve spiccare l’outfit. Ovviamente prima mi preparo, studio i tratti della modella in foto (se non la conosco già) per farmi un’idea della sua tipologia; studio anche il marchio, quindi lo stile, la collezione, il tipo di messaggio che trasmette, il target… Al momento del briefing prima del servizio, arrivo con una mia proposta che poi posso confermare, modificare o trasformare in base al confronto con gli altri colleghi o anche in base alla scenografia che hanno realizzato sul set. Ci sono sempre casi e casi. Per quanto riguarda il classico book, la protagonista è la modella e quindi lavori completamente su di lei, valorizzando i suoi punti di forza, caricando o alleggerendo la mano a seconda delle luci e dell’effetto che si deve realizzare. Per l’editoriale di moda devi avere le accortezze del trucco base moda e fotografico (quindi anche relazionato alle luci fredde o calde, all’uso dei flash ecc.) ma puoi avere l’occasione di dare libero sfogo alla tua creatività e fantasia, in base al mood e al progetto che si pensa di realizzare con il team. Mi piace immergermi completamente nel mood, prepararmi ma anche poi sperimentare sul momento in base alla situazione che si crea sul set. Se si tratta di una sfilata dipende dal focus sul quale devi soffermarti e che vuoi far emergere: si può lavorare più sulla pelle, sugli occhi o sulle labbra, armonizzando il tuo lavoro con una visione d’insieme, in relazione agli abiti, al mood della collezione, alle acconciature… Nelle sfilate importanti il MUA collabora direttamente con lo stilista: insieme scelgono il mood e indirizzano le tendenze che andranno la prossima stagione. Mi piacerebbe molto un giorno arrivare a questo livello, ma ci vuole pazienza, lavoro e determinazione.

9) Per concludere, cosa consigli a tutti coloro che sono interessati alla professione del Make up Artist e vorrebbero intraprendere questo percorso?

Consiglio di studiare in modo serio, scegliere un corso che sia valido e certificato e poi specializzarsi in un settore particolare. La formazione è essenziale, senza non si va da nessuna parte, quindi non improvvisarsi mai, sia per quanto riguarda le conoscenze e la tecnica, sia per capire tutte quelle dinamiche che spesso vengono trascurate dalle persone incompetenti, quali l’igiene e la scelta di prodotti altamente professionali, anche per evitare rischi di allergie e malattie, usando prodotti scadenti. Dopo aver acquisito la base si può, anzi si deve cercare uno stile personale: l’improvvisazione fine a se stessa non esiste, esiste quando poggia su solide fondamenta. E ricordarsi che non è tutto facile, semplice e spettacolare come sembra da internet… Bisogna fare esperienza e lavorare seriamente, facendo la classica gavetta, fatica e sacrifici, ma se senti che questa è la tua strada, lo fai!

10) E siccome la vita è – anche – sogno… Il nome di una rivista, una modella e un fotografo con i quali sogni di collaborare.

Il mio sogno è quello di collaborare ad un editoriale per una rivista sacra come Vogue America, di truccare un’icona come Kate Moss o anche la meravigliosa Gisele Bündchen e il grande fotografo è senza ombra di dubbio Mario Testino.

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www.rossanofasano.com
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Foto di Francesco Trombetti
Styling di Maria de Los Angeles Monari
Rossano in Daniele Alessandrini collezione PE 2014. Ringraziamo lHotel Corona d’Oro di Bologna .

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Servizio fotografico completo di questa intervista:

ROSSANO FASANO IN GALLERIA

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