Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli dall’Italia all’Inghilterra

E’ così che ho contatto lo specialista: Dario Quintavalle, hat designer, fondatore del marchio Rub & Dub.

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Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

“Una donna non dovrebbe avere ricordi. I ricordi in una donna sono l’inizio della sua decadenza. Si può sempre capire dal cappello di una donna se vive o no di ricordi”

(Oscar Wilde)

Una sera leggevo gli “Aforismi di Wilde” e sono stata molto colpita da questo, che ha suscitato in me varie riflessioni: purtroppo non posso fare a meno dei ricordi, probabilmente sono in decadenza, ma cosa alquanto strana, non ho un cappello!

La mattina seguente ho pianificato un giro mirato di shopping, miseramente fallito: tanti bei cappelli nei negozi del centro, ma a me deve scattare il colpo di fulmine, soprattutto quando si tratta di un accessorio. E’ così che ho contatto lo specialista: Dario Quintavalle, hat designer, fondatore del marchio Rub & Dub. L’espressione inglese “mad as a hatter”, dalla quale sembra che Lewis Carroll abbia tratto ispirazione per il suo celeberrimo Cappellaio Matto, gli calza a pennello: vivace, fantasioso, giocoso, a momenti bizzarro.

Non a caso il filo conduttore dell’ultima meravigliosa collezione Rub & Dub è il mondo di Tim Burton.

The Hatter è arrivato in mio soccorso con la sua cappelliera magica, dalla quale ha tirato fuori un vasto e variopinto assortimento di modelli, realizzati nel suo Atelier di modisteria, con estrema cura, in maniera artigianale, rigorosamente Made in Italy.

Mi dice che è molto attento ai materiali, infatti utilizza feltro accuratamente selezionato, paglia in fibre particolari dall’Oriente, cappelli in paglia originali degli anni Cinquanta e Sessanta, recuperati in Toscana, piume naturali dall’Italia. Su alcuni cappelli utilizza il ferrino da modisteria nell’orlo della tesa che diventa modellabile.

Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

Rub & Dub nasce come studio di design co-fondato da Dario nel 1987: oltre alla produzione della collezione di cappelli uomo e donna firmata con  il proprio marchio, ha disegnato e prodotto cappelli per altre firme, tra cui Yohji Yamamoto. Dal 2000 al 2008 ha realizzato cappelli per la collezione Haute Couture di Borsalino, Maison storica prestigiosa e icona di stile in tutto il mondo; nel 2012 ha poi realizzato i cappelli per la sfilata della collezione donna Dsquared2.

Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

Chiedo a Dario di raccontarmi tutto dall’inizio:

<<Ricordi d’infanzia: fin da piccolo giocava con il metro da sarta di sua madre, con il gros grain, i ditali, i ritagli di stoffa. Mi rivela che si travestiva da selvaggio e non è difficile immaginarlo immerso in una giungla fatta di pezze colorate, tutta da esplorare.

Da giovane ha studiato teatro, ma l’occhio cadeva sempre sulle forme e sui colori, così si è dedicato alla scenografia, alimentando nello stesso tempo la passione per altre arti, come la scultura, la pittura, la musica e il fumetto: è anche da questa commistione che può nascere un cappello.

L’amore per l’arte in tutte le sue forme è stato un modo per riappropriarsi di qualcosa che sapeva già e che sentiva dentro di sé da qualche parte. Arriva poi un momento nella vita in cui trovi il coraggio di tirarla fuori e da qui il tornare alla moda è stato naturale>>

Il cappello per Dario Quintavalle è molto più di un accessorio: la prima caratteristica è che deve far parte della persona. A volte capita che il cappello sembri come distaccato e questo è indice di una scelta sbagliata forse, perché il suo primo obiettivo è integrarsi con tutta la figura. Un po’come un bravo parrucchiere quando sceglie il taglio giusto per te e ti fa sentire bene, a tuo agio. Mi racconta che a lui piace far indossare i cappelli, soprattutto quando incontra qualcuno che di solito non li porta: non ha trovato mai un muro.

Spesso una persona si rifiuta di portare il cappello, perché in realtà non si sente in sintonia con se stesso, si sente insicuro.

Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

Nel suo Atelier vengono realizzati cappelli su misura, pezzi unici, modellabili sulla base delle esigenze di ciascuno. Fare un cappello su misura per una persona è un’esperienza particolare, perché il cappello è un oggetto carico di significati, che attiva un diverso modo di essere.

La collezione comprende cappelli realizzati a mano su forme di legno secondo le tecniche della modisteria. Leggere sculture come copricapo, i cappelli risultano più ‘morbidi’  rispetto a quelli industriali che utilizzano materiali meno pregiati e collanti. Indossati, non rimangono un oggetto estraneo ma si adattano alla figura ed esprimono in quell’attimo lo stato d’animo di chi li indossa. Mi spiega che il cappello è un archetipo: la strega, la fata, il re, il padrone, l’operaio. Non solo un accessorio di moda, ma un oggetto con una storia antica, simbolo culturale e sociale.

Una richiesta che gli capita di frequente è la Metamorfosi del Cappello: persone che portano un vecchio cappello, che non vogliono buttare per motivi affettivi, come ricordo di un parente, e chiedono di trasformarlo. In questo modo si ha come l’impressione che si rafforzi anche il loro stesso rapporto con il padre o la zia ad esempio, e che questa operazione cambi anche qualcosa a livello simbolico.

Sono curiosa di sapere se, lavorando molto su richiesta, ha mai ricevuto delle proposte insolite o divertenti: mi racconta di una ragazza molto carina ma anche davvero minuta che, per il suo primo giorno di lavoro, in un ambiente di soli uomini, voleva un bel cappello a tesa larga per essere rispettata. Messaggi simbolici che passano attraverso il cappello!

Dario Quintavalle, lo specialista dei cappelli

Infatti prosegue affermando che attualmente gli uomini preferiscono la tipologia del cappello basso, quasi per una sorta di timore: questa scelta secondo il nostro esperto, richiama l’idea di non voler affermare troppo la propria virilità.

Mi fa notare che lo stesso rimando lo troviamo anche nella scelta delle donne: è vero che ultimamente la moda ha proposto un ritorno del cappello a tesa larga, che in Italia era un po’ il clichè della signora “pazza” ed estrosa, mentre pare che nel mondo anglossasone sia molto portato, ma continua a non essere troppo diffuso. La tesa larga (come quella alta per gli uomini) è un’affermazione inconscia della propria femminilità.

Maria de Los Angeles Monari stylingFoto di Valentina De Meo

A questo punto chiedo a Dario la sua hit-della-moda: al primo posto Audrey Hepburn, icona unica di stile ed eleganza, con i suoi meravigliosi cappelli a pagoda (come in “Colazione da Tiffany”) e non solo… Per chi volesse saperne di più sull’argomento, segnaliamo il bellissimo libro fotografico, “Audrey Hepburn in Hats”.

Seguono: il mitico look maschile Borsalino, i cappelli realizzati dalla Maison Schiaparelli, il cappello da baseball nelle sue declinazioni street e hip hop, il baschetto alla francese indossato di sbieco da un’altra splendida icona, Brigitte Bardot, e per concludere i tanti cappelli di Vinicio Capossela, tra i quali quello  da “marinaio bretone”, classico copricapo che ricorda il berretto di Corto Maltese.

Ripenso a Oscar Wilde, mi piace vivere di ricordi, probabilmente sono in decadenza, decisamente non è il momento per la tesa larga: con l’aiuto di Dario Quintavalle, scelgo un baschetto grigio alla francese, super chic, che fa molto bohémien, dal gusto retrò. Finalmente ho il mio cappello… e mi rappresenta!

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Rub & Dub – Dario Quintavalle
Wokingham Rd – Flat 1
Hunny Corner – Bracknell
Berkshire, RG421PP (U.K.)
Tel. +39 340 5726121 / +44 7435303340

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Matta e Goldoni
Via Delle Moline 1/c (Bologna)
Tel. 051 260105
www.facebook.com/bettamatta

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L.UN.A. Lab Store
Via Marsala 25/a (Bologna)
Tel. 051 267798
www.uniluna.com

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Gianfranco Pini
Via D’Azeglio 35/a (Bologna)
Tel. 051 8497945
www.gianfrancopini.it

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Les Libellules
Via San Vitale 40/2 (Bologna)
Tel. 320 12 082
www.facebook.com/leslibellulestudio

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OTTO B.
Via G. Oberdan 8/b (Bologna)
Tel. 051 236028

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Oltre che in Italia, il brand Rub & Dub è presente in Giappone presso Isetan Mitsukoshi di Tokyo.

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Foto di apertura con logo di Enrico Bolognesi Foto still life di Ramiro Castro Xiques
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