Gian Paolo Barbieri, Ferrè AI 1991-92. Duomo di Milano

8 appuntamenti da non perdere a Settembre

Si sa, si ritorna al quotidiano e agli impegni lavorativi quindi per alleggerire il vostro rientro, abbiamo selezionato i migliori appuntamenti da non perdere a settembre, per dedicare il vostro tempo libero a visitare mostre, partecipare a festival e fare interessanti incontri:

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1) Le opere di William Wegman in mostra a Lugano

Potete prendervi un week end per visitare al Museo d’arte della Svizzera italiana, l’esposizione “William Wegman. Being Human”: una selezione di circa 100 immagini del celebre fotografo statunitense William Wegman che hanno come soggetto privilegiato i cani di razza Weimaraner (in mostra fino al 6 gennaio 2020).

William Wegman, classe ’43, eclettico maestro dell’arte contemporanea americana, è un rinomato e versatile artista, capace di destreggiarsi abilmente tra pittura, disegno, fotografia, film, video, libri e performances e divenuto celebre nel panorama artistico mondiale per le serie di immagini con protagonisti i suoi cani.

A partire dagli anni Settanta, dall’incontro con il suo primo Weimaraner – chiamato Man Ray –, il fotografo ha fatto degli esemplari di questa razza il soggetto principale dei suoi scatti, rappresentando – attraverso queste muse sui generis –personaggi, tendenze di moda e movimenti della storia dell’arte con acume e ironia.

Being Human ripercorre l’evoluzione di questa singolare relazione artistica lunga trent’anni, mettendo in scena una sorta di specchio della natura umana.

“Si tratta davvero di cani? Being Human – spiega il curatore dell’esposizione William A. Ewing – suggerisce il contrario: questi soggetti siamo noi; noi siamo loro: la casalinga, l’astronauta, l’avvocato, il prete, il contadino, persino un…dog-sitter! Alcuni posano con orgoglio e sicurezza, altri manifestano incertezza o vulnerabilità: si tratta di esseri umani!”

Il percorso espositivo si compone di 90 Polaroid e una decina di stampe ai pigmenti selezionate da William A. Ewing, curatore della mostra, in stretta collaborazione con l’artista e si suddivide in capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere di soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe.

Curiose, le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con eleganza e aplomb canine. Completa il percorso espositivo una selezione di film girati da Wegman a partire dagli anni Settanta. Anch’essi interpretati da Weimaraner, sfruttano l’involontario talento comico dei cani per mimare ironicamente le performance filmate degli artisti concettuali o mettere in scena i luoghi comuni sull’arte e gli artisti.

L’esposizione Being Human è un progetto della Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/ New York/ Paris/ Lausanne in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana, curata da William A. Ewing, curatore indipendente e già direttore del Musée de l’Elysée di Losanna.

L’appuntamento luganese è la prima tappa di un tour nei musei europei promosso dalla Fondazione.

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William Wegman
Being Human a cura di William A. Ewing
8 settembre 2019 – 6 gennaio 2020
Museo d’arte della Svizzera italiano
sede LAC Lugano Arte e Cultura
Lugano (Svizzera)

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2) Il “Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini” da ammirare

Rimaniamo in Svizzera, a Lugano, dove potete ammirare sempre al Museo d’arte della Svizzera italiana, Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini: un nuovo allestimento della collezione intorno al monumentale Trittico della Natura del grande maestro.

Al centro il mondo alpino, da quello romantico di William Turner fino a quello contemporaneo della coinvolgente installazione di ThisBrunner.

Veduta allestimento, Giovanni Segantini, Trittico della natura 1896-1899, Olio su tela, MASI Lugano – Foto Studio Pagi

Per tutto il 2019, il Museo d’arte della Svizzera italiana ha l’opportunità di ospitare il Trittico della Natura di Giovanni Segantini, esempio eminente di espressione del Sublime che da oltre cent’anni non è più stato esposto al Sud delle Alpi.

Per valorizzarne l’eccezionale presenza a Lugano, il museo organizza una nuova mostra della collezione raccogliendo intorno all’opera monumentale del grande maestro, da cui il titolo Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini, artisti di spicco, tra cui Giacometti, Boccioni, Hodler e Burkhard.

Partendo dalla riflessione sul concetto di ciò che artisticamente si può definire Sublime, l’esposizione traccia un percorso visivo della pittura di paesaggio, intesa come espressione del “Sentimento di montagna”, in Svizzera e all’estero dal XVIII al XXI secolo: una sessantina di opere a partire da un grande protagonista del romanticismo europeo, William Turner e due  illustri interpreti della mitologia alpina, Alexandre Calame e il giovane Ferdinand Hodler, per i quali la  maestosità, l’imponenza e il mistero rendono il soggetto della montagna perfettamente coerente con il sentimento di smarrimento e contemplazione ricercato nell’estetica del Sublime.

Umberto Boccioni, Paesaggio lombardo 1908, Olio su tela 36 x 66 cm, MASI Lugano, Collezione Città di Lugano, Donazione Chiattone
Matthias Brunner, Die magische Bergwelt in den Filmen von Daniel Schmid 2013/2019, Installazione video, Dimensioni variabili, Courtesy dell’artista ©2019 Prolitteris, Zürich

Seguono i lavori di Giovanni Giacometti e Umberto Boccioni, vicini all’opera di Segantini. Nel percorso inoltre si incontrano anche alcuni artisti contemporanei per cui la rappresentazione della montagna diventa ambivalente. Infine sono presenti numerosi dipinti di paesaggio e vita rurale eseguiti da artisti ticinesi, in cui è possibile ritrovare un senso di sublimazione.

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Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini
A cura di Cristina Sonderegger e Francesca Benini
25 agosto – 10 novembre 2019
Museo d’arte della Svizzera italiana – sede LAC
Lugano (Svizzera)
www.masilugano.ch

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3) L’omaggio di Milano al fotografo di moda Gian Paolo Barbieri

Dal 17 al 30 settembre 2019, in concomitanza con la settimana della moda, il Consiglio regionale della Lombardia, con il Patrocinio della Camera della Moda e di Mia Photo Fair, ospiterà un omaggio al grande fotografo lombardo Gian Paolo Barbieri.

La mostra, promossa curata dalla Fondazione Gian Paolo Barbieri in collaborazione con Martina Corgnati ed organizzata da Marta Menegon e Sara Arrigoni, raccoglierà presso lo Spazio Eventi di Palazzo Pirelli circa 70 opere fotografiche che ripercorrono la vita creativa dell’Artista, dagli albori fino ai primi anni 2000.

Gian Paolo Barbieri, ANJELICA HUSTON per Valentino. Milano 1972

“Milano e la moda, omaggio a Gian Paolo Barbieri” è un viaggio attraverso la vita di Gian Paolo Barbieri, che racconta il legame indissolubile con la sua città natale, Milano, fondamentale per la sua ricerca artistica e per la sua produzione creativa. Si tratta di un percorso che mette in risalto il rapporto intrattenuto dal grande artista-fotografo con la città di Milano, luogo di fondamentale importanza per il suo lavoro.

Si scopre che un ruolo fondamentale per la sua evoluzione creativa è stato ricoperto dall’esperienza con il padre, commerciante di tessuti, che fin da piccolo lo portava con sé permettendogli di proporre accostamenti di colori nelle scelte delle stoffe. Così la materia del colore, delle sue infinite combinazioni, quella del tessuto, e presto la moda stessa, sono diventate oggetto del suo lavoro.

Barbieri ha avuto una tale pratica del tessile che la comprensione del mondo della moda è stata naturale. Un mondo che in Italia però era ancora poco esplorato. Infatti la “moda”, come la intendiamo oggi, in principio non esisteva e le riviste italiane riciclavano le foto della haute couture scattate a Parigi.

Gian Paolo Barbieri rimane sorpreso infatti quando Gustave Zumsteg, proprietario di Abraham Tessuti, gli fa intendere che lo considerava tagliato e sensibile per la fotografia di moda…da qui le domande: Cos’è la moda? Da dove si comincia?

“Barbieri sceglie l’Italia, al riparo da un mondo forse troppo snob, troppo sofisticato e auto-referenziale per mantenere una qualche forma di contatto con la realtà. Diana Vreeland, l’onnipotente art director di Vogue America, lo scopre sulle pagine di Vogue Italia, lo vuole conoscere e lo invita più volte negli USA, con minimi garantiti di mesi e mesi di lavoro. Ma Gian Paolo Barbieri rifiuta […]”

come ha scritto Martina Corgnati nel catalogo della mostra antologica al Palazzo Reale di Milano, 2007.

Gian Paolo Barbieri riesce a dare un volto unico alla moda italiana, trasformato in protagonisti di una nuova era del costume e del fashion, tra cui ricordiamo Valentino, Gianfranco Ferré e Walter Albini uniti da un unico scopo, conquistare il mondo della moda con l’Italian Style.

Il progetto si avvale della collaborazione della galleria che rappresenta Gian Paolo Barbieri ossia 29 Arts in Progress di Milano. La mostra sarà visitabile anche il 29 settembre, nell’ambito di una speciale domenica di apertura di Palazzo Pirelli.

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MILANO E LA MODA
OMAGGIO A GIAN PAOLO BARBIERI
Spazio Eventi Palazzo Pirelli
Dal 17 settembre al 30 settembre 2019
Ingresso libero
Dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30. Venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30
Inaugurazione 17 settembre ore 13.00. Su invito

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4) Al via IL FESTIVAL DELLE LETTERE, la più importante manifestazione italiana dedicata alla scrittura epistolare a Bergamo

Questo week end agli amanti della scrittura, letteratura e poemi consigliamo di fare una gita nella bellissima Bergamo dove fino al 15 settembre si tiene il Festival delle Lettere, arrivato alla sua 15° edizione.

L’iniziativa – quest’anno dedicata al tema Lettera alla mia città – è organizzata dall’Associazione 365GRADI, grazie alla collaborazione del Comune di Bergamo e di alcuni partner tra cui l’Associazione dei Comuni Virtuosi e l’Università degli Studi di Bergamo. Non mancheranno come sempre le emozioni, quelle che solo le lettere scritte a mano possono accendere.

A renderle ancora più speciali la nuova sede, che vedrà la manifestazione svolgersi all’interno della città Alta di Bergamo nella splendida cornice del Teatro Sociale.

Sono oltre 600 le lettere arrivate da tutta Italia – raccolte come ogni anno grazie al bando lanciato dal Festival delle lettere –selezionati da una giuria composta da importanti nomi dell’editoria e del giornalismo e dedicate in particolare proprio al tema di questa XV edizione: un invito a inviare un messaggio alla propria comunità e ai luoghi del proprio cuore, presenti, passati o futuri, ai monumenti e alle persone, agli orizzonti e alle strade, aqualunque destinatario si possa identificare con il complesso e affascinante ecosistema che oggi chiamiamo città.

Da giovedì 12 settembre dunque riflettori puntati sulla città di Bergamo: per quattro giorni sarà un ricco programma ad animarla, spaziando dalle letture degli scritti più divertenti sotto la guida del comico Omar Fantini, all’incontro tra la musica e le parole delle lettere con cantautori e interpreti come Maria Antonietta, Mirkoeilcane, Diodato e Braschi, fino ad arrivare allo spettacolo conclusivo dedicato alla lettura e premiazione delle migliori lettere interpretate dagli attori Amanda Sandrelli, Roberto Citran, Michela Andreozzi e Alberto Patrucco.

Roberto Citran nel Nome del Padre

Oltre al tema dell’anno, verranno decretati i vincitori per altre tre categorie in concorso – Lettera a tema libero, Lettera under 14, Lettera dal cassetto – e per le sezioni fuori concorso Lettera dal carcere e Lettera di un’adozione.

Infine grazie alla collaborazione con l’Associazione Comuni Virtuosi e I Maestri Del Paesaggio, sarà consegnato il premio Lettera verde, nato dall’idea di invitare cittadini e visitatori di ogni età a esprimere il proprio pensiero a tema green, ispirati dall’unione di natura e città che da anni prende vita a Bergamo.

Obiettivo del Festival è quello di colmare ogni tipo di distanza – fisica, culturale, temporale e sociale – tra le persone, attraverso la scrittura epistolare.

“Scrivere una lettera oggi è un gesto importante, ricco di un senso profondo, in grado di unire passato e futuro, adulti e bambini, vicini e lontani, uguali e diversi. Il tempo e la cura che si dedicano alla composizione rendono il messaggio contenuto nella lettera, in particolare se redatta a mano, ancora più prezioso, potente e indelebile”

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Gli eventi del Festival delle lettere sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti: è possibile prenotarsi online sul sito http://festivaldellelettere.it.

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Festival delle lettere – XV edizione
12-15 settembre 2019
Bergamo
www.festivaldellelettere.it/

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5) La mostra “I Bertolucci. Una famiglia d’arte nell’Italia del Novecento” a Milano

Dopo le Lettere, eccoci con il Cinema d’autore in occasione di Movie Week Milano 2019.

Un ricca esposizione dedicata ad una celebre famiglia italiana a cura di Andrea Kerbaker, che afferma <<Ho scelto di parlare della famiglia Bertolucci per attraversare in modo differente un pezzo della cultura del Novecento italiano, una storia di cui, come letterato e appassionato, sono fiero. E in questo caso c’era davvero molto da scoprire e raccontare: poeta il padre Attilio (1911-2000), della generazione di talenti come Vittorio Sereni o Andrea Zanzotto; regista di livello mondiale il primogenito Bernardo (1941-2018), ideale trait d’union tra i grandi vecchi come Visconti e Fellini e i più giovani Sorrentino o Tornatore; cineasta più circoscritto il secondogenito Giuseppe, classe 1947 scopritore di un unicum assoluto come Roberto Benigni>>

E ancora: <<Tre tipi umani diversi che più diversi non si può; eppure legatissimi in percorsi che costantemente si intersecano, si incontrano, si sovrappongono in una storia inimitabile dove Attilio fa il critico cinematografico e porta i bambini al cinema, mentre li descrive nelle sue poesie. Al contempo, Bernardo e Giuseppe mettono in pellicola i paesaggi a cui il padre dedica i suoi versi. Una famiglia cementata dalla cultura>>

In mostra alla Kasa dei Libri c’è questo e molto altro, documentato attraverso materiale raccolto in mezzo mondo e spesso  totalmente inedito in Italia: manifesti, locandine, libri e riviste, brochure pubblicitarie, colonne sonore originali e una parete di fotografie concesse per l’occasione da Leonardo Cendamo.

Naturalmente c’è la forza mitica di Marlon Brando in “Ultimo tango a Parigi”, con libri e locandine da tutta Europa e un buon vecchio vinile d’epoca con la colonna sonora. E poi “Novecento”, col suo cast stellare, regia di Bernardo, co-sceneggiatura di Giuseppe.

Tra gli estimatori della famiglia Bertolucci, compare Roberto Benigni che ha definito Bernardo Bertolucci “l’ultimo imperatore del cinema”. E ancora i suoi film internazionali, da “Il tè nel deserto” al “Piccolo Buddha”o “The Dreamers”.

<<[…] raccontare queste vicende ti permette di riconciliarti con questo Paese, dove vivranno sì tanti personaggi discutibili, ma ci sono dinastie come queste destinate a lasciare impronte profonde, durature>>

Andrea Kerbaker

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I Bertolucci. Una famiglia d’arte nell’Italia del Novecento
A cura di Andrea Kerbaker
13 – 27 settembre 2019
Kasa dei Libri
Largo De Benedetti 4
Milano

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6) Prorogata la mostra “Vivian Maier, The Self-portrait and its Double” a Trieste

Ovviamente dopo il cinema, passiamo alla fotografia. Non ci facciamo mancare niente!

Prorogata fino al 13 ottobre 2019 la mostra Vivian Maier, The Self-Portrait and its Double, a cura di Anne Morin, realizzata e organizzata dall’Ente per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con diChromaphotography, Madrid, John Maloof Collection e Howard Greenberg Gallery New York al Magazzino delle Idee a Trieste.

70 autoritratti, di cui 59 in bianco e nero e 11 a colori, questi ultimi mai esposti prima d’ora sul territorio italiano, raccontano la celebre fotografa attraverso i suoi autoritratti scattati quando ancora, da sconosciuta bambinaia, passava il tempo a fotografare senza la consapevolezza di essere destinata a diventare una vera e propria icona della storia della fotografia.

Vivian Maier, The Self-portrait and its Double, 1959 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Vivian Maier (1926 – 2009) ha lavorato come bambinaia per 40 anni, a partire dai primi anni Cinquanta e per quattro decenni, a New York e a Chicago poi. Nel suo tempo libero, fotografava la strada, le persone, gli oggetti, i paesaggi; ritraeva tutto ciò che le destava sorpresa, che trovava inaspettato nel suo vivere quotidiano; catturando l’attimo raccontava la bellezza dell’ordinario, scovando le fratture impercettibili e le inflessioni sfuggenti della realtà nella quotidianità che la circondava.

Self-portrait on a beach in New York’s Staten Island, 1954 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Nel suo lavoro ci sono temi ricorrenti: scene di strada, ritratti di sconosciuti, il mondo dei bambini – il suo universo per così tanto tempo – e anche una predilezione per gli autoritratti, che abbondano nella produzione di Vivian Maier attraverso una moltitudine di forme e variazioni, al punto da essere quasi un linguaggio all’interno del suo linguaggio.

“Ciò che sorprende nella storia di Vivian Maier – afferma Anne Morin, curatrice della mostra – è come questa donna da una parte accetti la sua condizione di bambinaia e, allo stesso tempo, trovi invece la sua libertà nell’essere qualcun altro, la fotografa di strada Vivian Maier; questo dualismo, generato dallo scontro tra le due anime, ha dato vita a una vicenda senza paragoni nella storia della fotografia, che in questa mostra viene raccontata per la prima volta in Italia attraverso i ritratti dell’autrice”

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Vivian Maier, The Self-portrait and its Double
a cura di Anne Morin
20 luglio – 13 ottobre 2019
Magazzino delle Idee
Corso Cavour 2
Trieste
www.magazzinodelleidee.it
info@magazzinodelleidee.it | T +39 040 3774783

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7) Ferdinando Scianna con “Viaggio Racconto Memoria” a Venezia

Ormai lo sapete quali sono i fotografi che più ammiriamo e lui, Ferdinando Scianna, è tra questi.

Dal 31 agosto 2019 al 2 febbraio 2020, la Casa dei Tre Oci di Venezia ospita l’antologica di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943), una delle figure di riferimento della fotografia contemporanea internazionale.

Ferdinando Scianna, Marpessa. Caltagirone, 1987 ©Ferdinando Scianna

La mostra, curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, art director, organizzata da Civita Mostre e Musei e Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di Venezia, ripercorre oltre 50 anni di carriera del fotografo siciliano, attraverso 180 opere in bianco e nero, divise in tre grandi temi – Viaggio, Racconto, Memoria.Per l’occasione, verrà esposta una serie d’immagini di moda che Scianna ha realizzato a Venezia come testimonianza del suo forte legame con la città lagunare.

Ferdinando Scianna ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.

In oltre 50 anni di narrazioni, non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e con la sua modella icona Marpessa.

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FERDINANDO SCIANNA. VIAGGIO RACCONTO MEMORIA
Fino al 2 Febbraio 2020
Casa dei TRE OCI
Venezia
Info: +39 041 24 12 332; info@treoci.org

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8) Riparte la rassegna GIRAMONDI di Bologna: appuntamento dedicato alla Francia

Concludiamo con la nostra amata Bologna: per chi vuole passare una serata diversa, riparte, dopo la pausa estiva, la rassegna GIRAMONDI a La Porta Cafè: un “viaggio” interculturale in diverse nazioni, attraverso cibo, musica, profumi e immagini. Dopo Brasile, Germania e Africa, mercoledì 18 settembre 2019, Giramondi farà tappa in Francia, in una serata realizzata in collaborazione con l’associazione AllianceFrançaise

In un’atmosfera elegante e conviviale, si parte all’ora dell’aperitivo con due diverse proposte: un tris di assaggi della tradizione gastronomica francese e un cocktail a richiesta preparato al momento oppure un bel calice di spumante Crémant de Bourgogne (cantina Veuve Ambal del gruppo Ceretto), che nasce da selezioni di chardonnay e pinot nero, prodotto nelle zone adiacenti a quelle dello champagne.

Uno spumante di rara piacevolezza che esprime il meglio con le ostriche GEAY’s special (produttore Geay), provenienti dal bacino dedito all’ostricoltura di Marennes-Oléron, zona rinomata per la qualità delle sue ostriche, che verranno servite in abbinamento.

In sottofondo il concerto dei Les Parapluies dove la chanson française e il jazz, da Django Reinhardt a Edith PIaf, si incontrano, si abbracciano, si corteggiano. A seguire Dj Set curato da DJ Farrapo.

Nel corso della serata verranno proiettate su due grandi schermi i reportage firmati dal fotografo francese Marc Heller e dal Circolo Fotografico Petroniano.

Programma:

Inizio aperitivo ore 19, con inizio concerto ore 19.30
Tris di assaggi e cocktail: € 7
1 calice di spumante e due ostriche: € 7

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La Porta Cafè
Piazza Vieira de Mello 3/2a
Bologna (sopra il ponte di via Stalingrado)
Pagina FB: www.facebook.com/LaPortaCafe
Per info: Valentina Zerbini – Ufficio Stampa e Comunicazione / Tel. 346 6456215

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