The best of City White Night.2°

…Vi abbiamo lasciato in buone mani – anzi sapienti e operose – con le graziose Les Libellules e ora vi mettiamo in altre mani altrettanto produttive ed estrose.

6) Hand made e Creatività, ma sempre con eleganza e fascino

WOODEN MEMORIES. Una mostra/installazione di Simone Frabboni e Meike Everaarts c/o Art Hotel Orologio.

L’ Hotel Orologio ha ospitato un evento molto bohemienne – e ci è piaciuto tanto – con protagonisti l’artista del legno, Simone Frabboni e la fashion designer di origine olandese, ma ormai bolognese d’adozione, Meike Everaarts. Un’accoppiata che non lascia nulla al caso! Entrambi amano le sfide con i materiali più inconsueti, che utilizzano abilmente anche fuori dal loro classico contesto: materiali riciclati, resi ancor più nobili dalle mani dei due creativi, che prendono vita con forme sorprendenti e che si avvalgono di uno studio fatto di minimi particolari.

Simone frabboni jewelry

Il raffinatissimo salotto del famoso hotel di charme ci ha così riportato indietro nel tempo, ospitando dandy e bellissime fanciulle di nobile famiglia, affascinate sia dalle tradizioni che dalle novità della loro epoca. Legate alle origini ma sempre all’avanguardia, con un occhio rivolto al futuro, così come tutti i giovani dovrebbero essere no?

In una contaminazione di look datati e moderni, ci siamo immersi in un aperitivo/tableau vivant dei gioielli e accessori in legno: la carta da parati, la moquette, gli arredi in legno, rendono l’ambiente dell’Hotel Orologio una location English style, dal sapore retrò, una perfetta scenografia per l’atmosfera che i due bravissimi designer volevano suggerire.

Un’occasione speciale per la presentazione di questo progetto Ooak, One Of A Kind”: ogni pezzo è un pezzo unico. E Oak, quercia, perché la quercia è l’albero caratteristico del nostro territorio, resistente, longevo e affascinante.

Ci avviamo a questo punto verso il cuore pulsante e storico dell’arte in questa città,  ossia come ci ricorda il nome della strada che lo attraversa, Via Belle Arti.

7) Ciò che è dentro di te per sempre

“Di navi, di uomini, di pesci”. Mostra di Nicola Villa, Tedofra ArtGallery.

Meravigliosa e coinvolgente. Mi ha incantato. Certo, per me e per chi come me proviene da un paese di mare, è immediato lasciarsi trasportare da queste onde e da questi personaggi magici.

 Dico sempre, quando me lo chiedono, che sì, mi manca, ma anche che più di ogni altra cosa per noi “nativi”,  il mare è uno stato mentale, una dimensione dell’anima. Che è dentro di te per sempre, dovunque vivrai poi.

GALLERIA TEDOFRA 2GALLERIA TEDOFRA

Al primo posto del cuore dunque, questa esposizione di Nicola Villa, artista che vive a Genova e che racconta, con uno stile che trovo estremamente fresco, seducente e originale, storie di navi, di uomini e di pesci. Tele, sculture e installazioni che smuovono ricordi, immagini, poesie, mitologie, icone,  insomma tutto un immaginario profondamente sedimentato. Colpo di fulmine. Un artista da tenere d’occhio.

1-nicola-villa-sunset-boulevard-olioacrilicosu-tela-cm230x1201-1050x600Nicola Villa "Sunset boulevard". Olio acrilico su tela

8) Troppo presto, Troppo tardi

“Too Early, Too Late. Middle East and Modernity”Pinacoteca Nazionale di BolognaFino al 12 aprile 2015.

Pinacoteca- Malak Helmy, For the sunset, 2013-14, Installation, private collection, Bologna, Courtesy Galleria AstuniPinacoteca. Malak Helmy "For the sunset" (2013/'14) Installation. Private collection, Bologna. Courtesy Galleria Astuni

Si tratta della più ampia rassegna mai realizzata in Italia sulla scena artistica medio-orientale: Too early, too late. Middle East and Modernity” a cura di Marco Scotini, con la presenza di quasi sessanta artisti, oltre cento opere – provenienti dalle più prestigiose collezioni private italiane – e documenti storici, volti a indagare il rapporto dell’Oriente con la modernità occidentale e raccontare la complessa struttura sociale di un’“area culturale” in transizione, ricostruendo l’incontro dell’Occidente con il mondo musulmano a partire dal 1789, quando Napoleone Bonaparte sbarca in Egitto.

PINACOTECA-KUTLUG Ataman,Strange space,2009,single channel video, Installation view at Francesca Minini, Milan,private collection,photo Agostino OsioPinacoteca: Kutlug Ataman "Strange space" (2009). Single channel video installation view at Francesca Minini, Milan. Private collection. Ph Agostino Osio

Grande successo, ma come poteva non esserlo…ha registrato più di 5000 accessi solo nel primo weekend di apertura. Intensa, accurata, ricca ma anche estremamente variegata nei contenuti e nei supporti , pretende del tempo ma non stanca, anzi stimola continuamente di passo in passo: installazioni, fotografia, ricostruzioni documentarie, materiali d’archivio, sculture, video per evidenziare e riflettere su alcuni passaggi fondamentali delle vicende culturali e politico-sociali di questa progressiva occidentalizzazione dell’Oriente, attraverso testimonianze storiche e artistiche.

PInacoteca, Lamia Joreige, A journey, 2006,video still, courtesy Arab image FoundationPinacoteca: Lamia Joreige "A journey" (2006). Video still courtesy Arab Image Foundation

Dallo spazio delle esposizioni temporanee della Pinacoteca , si estende  anche all’interno delle sale che ospitano le prestigiose collezioni del Trecento (da Vitale da Bologna alle scuole tardogotiche), per ricordare al pubblico che fra la città di Bologna e il Medio Oriente esiste un legame ormai secolare.

veduta della mostra Too early, too late. Middle East and Modernity, a cura di Marco Scotini, Pinacoteca Nazionale di Bologna, 2015 (1)

Fare i conti con il Medio Oriente( che per l’Occidente ha da sempre rappresentato  la resistenza più consistente alla modernità)significherà interrogare storicamente questi appuntamenti con il tempo, le loro negoziazioni, le loro asimmetrie o i loro reciproci assestamenti. Rapporti tali da non essere mai in perfetta sincronia. Come mi ha scritto l’amico MOHANAD  YAQUBI, se il diritto all’autodeterminazione rivendicato dalla Rivoluzione palestinese degli anni 60 è apparso troppo presto, la Primavera Araba del 2011 è forse giunta troppo tardi. “ Marco Scotini

“Too Early, Too Late”  il titolo dell’esposizione – deriva da questi contenuti ed è tratto dal film del 1981 di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet “Trop tôt/Trop tard”, un capolavoro della storia del cinema, che si concentra sui rivolgimenti della Francia del 1789 e dell’Egitto del 1952, ed esprime con una metafora temporale la difficoltà nel comprendere davvero le motivazioni di ciò che è “altro” da noi.

Un po’ anche una metafora di ciò che spesso accade nella vita. Quei particolari incontri che ti scuotono, ti trasformano inevitabilmente e ti rimangono dentro per sempre, a volte capitano troppo presto o troppo tardi.

Foto a destra: veduta della mostra "Too early, too late. Middle East and Modernity" a cura di Marco Scotini, Pinacoteca Nazionale di Bologna (2015)

9) I maestri e i giovani allievi. Una grandissima festa che ha fatto il sold out!

L’Accademia di Belle Arti non si è risparmiata di certo: beh, diciamo che se non si fa una gran festa dell’arte qui, dove altro si dovrebbe fare? Comunque, ce n’era davvero per tutti i gusti, da performance a installazioni multimediali, concerti, mostre…una notte lunghissima (con apertura fino alle 2!) promossa da docenti, studenti e artisti, così piena da non finire mai…E a ragione!

Nessuno di noi aveva proprio voglia di fare Cenerentola, ma solo di godere dello spettacolo, di curiosare nelle infinite porte aperte delle aule di questa prestigiosa istituzione e scovarne gli innumerevoli tesori.

Anche i laboratori di arti visive infatti, si sono trasformati in spazi espositivi mostrando una selezione dei lavori degli studenti dei corsi di pittura, scultura, decorazione, grafica, incisione, fumetto e illustrazione, fotografia e design grafico.

In questo sensazionale Luna Park, ci siamo di sicuro sbizzarriti ma dato – ahimè – che  lo spazio qui è limitato scegliamo due momenti speciali:

.”Croquis de voyage, I libri dei ritorni” mostra di Omar Galliani – fino al 15 Febbraio 2015

Berenice, Conchiglie siamesi, Egitto, 2010Berenice, Conchiglie siamesi, Egitto (2010)

Nella magnifica Aula Magna, la prima mostra mai realizzata con i taccuini  circa 40 – di viaggio di Omar Galliani, l’Artista che ha portato nel mondo “il grande disegno italiano”. Schizzi, appunti, primi pensieri per altri più vasti disegni, disegni compiuti; nei taccuini  da viaggio di Galliani si susseguono le molteplici declinazioni  del linguaggio che ha preceduto e contribuito a creare la scrittura.

Viaggi in America e Asia, Europa e Africa, un giro del  pianeta con una matita che rappresenta mondi.

Cape of flowers, Sanur, Bali, 2004Cape of flowers, Sanur, Bali (2004)

Laddove è in  marcia il distacco della parola scritta dai libri nel web – scrive la curatrice Eleonora Frattarolodel cibo dalla terra nei supermercati, dei popoli migranti dalle terre di origine, dei soldi dall’economia reale dei processi produttivi, Galliani compie un  percorso opposto alla cancellazione dei significati e viaggia in  paesaggi reali depositari della verità di immagini che da mirabili “cose” trascorrono a implicazioni mitiche, esoteriche, sacre: i fiori simbolici e il Sacro Cuore, il cerchio che è emblema del Mondo, la luce e le tenebre, gli “alberi benedetti” gli ulivi, che non sono né di oriente né di occidente, ma “centrali”, “assiali”…E  frammenti di paesaggio dalla Cina a Zanzibar, da Bali a Otranto, dalla Grecia al Vietnam, e scrittura e ancora paesaggio, che anche  per Galliani rimanda, in fondo, all’origine stessa dell’alfabeto”

Rivelazioni essenziali, scorci intimi e affascinanti di mondi lontani. La semplicità è la più pura bellezza. Finalmente il viaggio, tema ormai inflazionato che più inflazionato non si può e davvero non se ne può più, offre qualcosa di diverso, plasmato da un artista originale che ci regala un nuovo sguardo e getta una nuova luce, facendoci vedere con pochi tratti oltre il già visto.

In esposizione anche “Il Respiro”, un’ icona, disegno a matita su tavola, di quattro metri per quattro simbolo dell’alfa e dell’omega, del viaggio dell’uomo sulla Terra e nel cosmo.

.La performance “Water Design” a cura del triennio di Fashion Design, con il coordinamento della Prof.ssa Rossella Piergallini.

Grazie alla temperatura, stranamente mite per essere una notte di fine gennaio, anche il Cortile del Terribilia si è trasformato nell’indimenticabile scenografia di una sorta di magia…

Acque chiare, acque primaverili, acque correnti,acque profonde, acque dormienti, l’acqua violenta e le acque morte”: il celebre libro di Bachelard, “Psicanalisi delle acque” ha ispirato una delicata e fresca performance di danza  inserita nel programma di video mapping – dedicata all’elemento primordiale, denso di simbologie, metafore, miti e significati, forse più suggestivo che ci sia.

Water design Alessandra AstaWater design Eugenia Calosi

"Water design" di Alessandra Asta + "Water design" di Eugenia Calosi

Mutevole, avvolgente, vivifica, femminile, rituale, purificatrice, iniziatica, creatrice. L’acqua.

Ancora Bachelard: Dei quattro elementi solo l’acqua può cullare…culla come una madre”.

Complimenti alle modelle che, in sincronia con il sound, presentando abiti-opera realizzati in lycra dipinta a mano, con una gestualità fluida e spettacolare, hanno saputo interagire perfettamente e sempre in equilibrio, con un- non facile  da attraversare – pozzo!

Citiamo tutti gli studenti che hanno partecipato: Alessandra Asta – Simone Barbi – Eugenia Calosi – Melissa Foca – Giulia Gnocchini – Carlos Ibanez Bordallo – Diana Kononykhina – Martina La Monica – Laura Majani – Simone Malavasi – Aliona Mindru – Laura Nin – Gisfab Ntsama – Jessica Picasso – Sara Poggioli – Valentina Rizzo – Alessia Romano – Pia Valentina Ruiz -Francesco Zamagni – Henriette Zimmermann – Haydeè Lara.

10) La nuova apertura in città. Amanti delle musica super professional, drizzate le antenne!

“Stereomania” che ha esposto il pittore Alessandro Giusberti.

Non conoscevo questo negozio: aperto da qualche mese in Via Farini 24, purtroppo mi era sfuggito. Ma a forza di andare su e giù per la città, sabato l’ho scovato! Non sono una professionista né un’intenditrice del settore, ma amo la musica e vorrei tanto un impianto di questo tipo nella mia umile casa. Il nuovo accogliente store hi-fi in questione – con prodotti assolutamente di alta qualità e gestori socievoli! – mi ha stregato e sono balzata dentro al volo, tra una tappa e l’altra…Devo tornare a farmi “formare” per bene ma intanto…nuovo indirizzo molto utile da segnare in agenda.

STEREOMANIA

E poi, qui ho ammirato la mostra di Alessandro Giusberti, pittore bolognese presente anche in ArteFiera Official con la Galleria Forni: artista in continua ricerca ed evoluzione, che spesso ha anticipato e precorso le avanguardie contemporanee. Nelle sue opere si può trovare riunito impressionismo, espressionismo e realismo, senza rinunciare mai alla libertà d’espressione, indispensabile per regalare a chi guarda un’analisi diversa e personale del mondo reale.

FUORI CLASSIFICA – Perché non siamo riusciti a vederla ma stra-merita e poi..ce la possiamo ancora fare:

.”Emil Otto Hoppé: Il Segreto svelato” al Mast Gallery. In mostra fino al 3 maggio 2015

Dopo l’esposizione delle fotografie di David Lynch, la FONDAZIONE MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) dedica una grande esposizione a Emil Otto Hoppé (1878-1972) – uno dei più importanti fotografi dell’epoca moderna, eclettico artista e noto ritrattista cui la National Portrait Gallery di Londra ha dedicato una personale nel 2011  che raccoglie oltre 200 opere sull’industria e il lavoro scattate tra il 1912 e il 1937 in vari paesi del mondo.

MAST GALLERY-HOPPE-Rotary-Kilns-Under-Construction-in-the-Boiler-Shop-Vickers-Armstrong-Steel-Foundry-TynesideMAST GALLERY. Hoppé,"Rotary Kilns Under Construction in the Boiler Shop", Vickers Armstrong Steel Foundry Tyneside

Negli anni ’20 e ’30, E.O.Hoppé, dopo aver consolidato la sua fama di fotografo di viaggio e paesaggio e ritrattista di alcuni tra i più famosi artisti, politici e scienziati europei tra cui George Bernard Shaw, Ezra Pound, T.S. Eliot, Rudyard Kipling, Giorgio V, Vita Sackwille-West, Filippo Tommaso Marinetti, Albert Einstein, decise di partire con lo scopo specifico di descrivere il fascino della grandiosità dei siti industriali in tutto il mondo. Nel corso delle sue esplorazioni – in Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Australia, Nuova Zelanda e altri paesi – fotografò l’avveniristico paesaggio dell’industria, vedendo arte e tecnologia nelle sue macchine smisurate.

Hoppé era profondamente consapevole di come la tecnologia industriale contemporanea stesse segnando l’arrivo nel mondo di una nuova era, in cui la natura stessa del lavoro e della produzione sarebbe profondamente cambiata.

Per la prima volta sono presentate le sue emblematiche immagini della seconda rivoluzione industriale e riportata all’attenzione del pubblico la sua opera,che per lungo tempo è rimasta nascosta in un archivio fotografico londinese a cui lo stesso Hoppé aveva venduto, al termine della sua lunga e prestigiosa carriera, cinquant’anni del suo lavoro.

Da non perdere! 


*Puoi leggere:
.The best of City White Night / 1° (Overtime)