Il Capriccio e la Ragione: eleganze del Settecento europeo al Museo del Tessuto di Prato.
Una grande mostra ripercorre lo sviluppo dello stile e del gusto nella cultura artistica del Settecento:
i tessuti dialogano costantemente con capi d’abbigliamento femminili e maschili, porcellane, oggetti d’arredo, dipinti e incisioni, venendo così a costruire – attraverso oltre 100 oggetti – un percorso espositivo unico ed inedito su un secolo così ricco e complesso come il XVIII secolo.
La mostra è allestita nella sala dei tessili antichi del Museo, uno spazio con copertura a volte a crociera di circa 400 mq che costituisce la parte più antica dell’ex opificio Campolmi, monumentale esempio di archeologia industriale tessile toscana (8.500 mq), recuperata dal Comune di Prato per trasformarla in polo cultuale cittadino, sede del Museo e della Biblioteca Lazzerini.
La prima parte della mostra è dedicata al tema dell’esotismo. Grazie all’attività delle Compagnie delle Indie orientali di paesi come Inghilterra, Olanda, Francia e Danimarca dalla fine del Seicento giungono in Europa beni di lusso come lacche, porcellane, tessuti, dipinti su carta provenienti da India, Cina, Giappone.
In mostra, porcellane di manifattura cinese dal Museo Stibbert, tessuti con motivi decorativi di chiara ispirazione orientale e volumi di fine Seicento proprio sulle ambascerie delle Compagnie delle Indie in Cina e Giappone della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze testimoniano come i soggetti, la composizione delle scene, l’inedita palette cromatica di questi “nuovi” oggetti generano in Occidente una profonda trasformazione del gusto, che ricade sulle produzioni delle maggiori manifatture europee, in primis quella francese.
Nel caso dei tessuti, la prima parte del Settecento parla infatti un francese ridondante, rococò, che accosta soggetti della natura al repertorio esotico, dando vita a stili come l’eccentrico Bizarre, il naturalistico Revel ed il lezioso Dentelles, che imita l’effetto dei merletti. Particolarmente suggestivi i tessuti operati in seta e preziosi filati metallici di manifattura francese provenienti dalle collezioni del Museo del Tessuto e della Fondazione Antonio Ratti di Como, custode di una straordinaria collezione di tessuti antichi con rarissimi esemplari in seta proprio del Settecento europeo.
Anche la moda parla francese: dal Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Stibbert splenditi abiti maschili e femminili nonché accessori di moda come scarpe, guanti, bottoni, ventagli, sono testimonianza del lusso e dell’eleganza della vita di corte.
La parte centrale della mostra è invece dedicata alla riscoperta dell’ornato dell’arte classica, un cambiamento di gusto che risente delle nuove campagne archeologiche rese note dall’editoria specialistica dell’epoca, tra tutti “Le antichità romane” di Giovan Battista Piranesi.
I disegni di Piranesi dialogano con i bottoni cammeo prodotti dalla manifattura inglese Wedgwood e con i ricami dello splendido gilet maschile degli anni settanta del Settecento di proprietà del Museo Stibbert con motivi decorativi apertamente ispirati all’antichità, espressione della diffusione di questo gusto e del grande successo in tutte le arti.
Il tema delle “rovine” si traduce quindi in uno stile carico di suggestioni emotive.
Nei tessuti, oltre ai temi esotici e naturalistici, ora compaiono piccole vedute classiche e capricci con rovine, incorniciate da rami, nastri e pizzi che definiscono le strutture ‘a meandro’.
Procedendo verso la fine del secolo, l’alleggerimento della decorazione si accentua di pari passo al diffondersi del pensiero razionalista. Una nuova palette cromatica caratterizza la nascente estetica neoclassica: bianco, rosa pallido, verde acqua, celeste, giallo chiaro restituiti in toni velati. I colori appaiono sbiaditi dal tempo, imbiancati dalla polvere dei secoli. Anche la moda del tempo riflette questo cambiamento di gusto.
Gli abiti in mostra documentano come l’abbigliamento, con le sue forme, segue fedelmente lo sviluppo culturale e sociale del tempo: dai fasti esclusivi delle corti alla rivincita della dimensione imprenditoriale borghese del quotidiano. Tra i numerosi oggetti che arricchiscono la mostra ricordiamo i dipinti – provenienti dal Museo di Palazzo Pretorio di Prato e da alcune gallerie antiquarie fiorentine – i cui soggetti dialogano con i motivi decorativi presentati nei tessili: dalla pittura di genere ai cosiddetti capricci, dalle nature morte di fiori e frutta ai paesaggi animati da scenette popolari o da antiche rovine della classicità.
Data la lunga apertura al pubblico (fino ad aprile 2018), per esigenze di tipo conservativo, sono previste alcune rotazioni nell’arco dell’anno che prevedono la sostituzione di alcuni oggetti, senza in alcun modo venire meno al concept della mostra. Anzi, è un ulteriore opportunità per il pubblico per tornare a visitare la mostra scoprendo nuovi interessanti capolavori.
Photo Cover: Corpetto Italia, sec.XVIII, terzo quarto Gros de Tours liseré, broccato in seta n.inv. 14034 Firenze, Museo Stibbert
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Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento Europeo
14 maggio 2017 – 29 aprile 2018
Museo del Tessuto
via Puccetti 3
Prato
facebook.com/museodeltessuto
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