2° Cosa si impara dai film di avventura

Come promesso ecco la seconda parte dedicata ai film di avventura e tralasciando il pippone introduttivo ecco gli altri 3 titoli che più meritano la visione, con qualche riserva.

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4) “Mangia, prega, ama” se sei sempre insoddisfatta (Eat Pray Love, 2010)

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Per quanto Julia Roberts mi stia simpatica (l’apprezzo in “Il matrimonio del mio migliore amico”, “I Segreti di Osage County” e forse forse come testimonial di Calzedonia, per dire) ero curiosa di vedere alla-ricerca-della-felicità al femminile.

Film di Ryan Murphy, racconta la scoperta dei piaceri e del sogno d’amore raggiungibili attraverso specifiche mete turistiche (“il sogno” in ordine di apparenza si chiama James Franco, Luca Argentero e Javier Bardem, a voi la scelta). Anch’esso è tratto da un libro biografico dal lungo titolo Eat, Pray, Love: One Woman’s Search for Everything Across Italy, India and Indonesia della scrittrice americana Elizabeth Gilbert.

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“E’ un onore recitare al fianco del grande Luca Argentero” (Julia Roberts nell’ovale-VIP)

Sorvolando come un drone sugli stupidi cliché abbastanza scontati e sulla eno-gastronomia italica che la Roberts “crede” di scoprire grazie ad una combriccola di amici di dubbia provenienza, atterriamo direttamente a Bali. E qui la Nostra ha la fortuna di incontrare l’affascinante Bardem e di scoprire l’amour.

Il resto è storia o nojaaa. Ah, scusate non vi ho detto della meditazione.

•Cosa si impara: 

1) se proprio siete nei casini esistenziali della serie “cosa ci faccio qui?”, “è questa la vita che voglio?” insieme alla domanda da mille dollari “amo questo uomo/donna?” e/o “perché passo da una relazione ad un’altra come cambio un vestito” + 2) se avete un buon lavoro/lo zio ricco d’America che vi permette di avere una certa sommetta da sperperare = allora la soluzione migliore è prendersi il famoso anno sabbatico (ma bastano anche tre mesi per me). Come hanno fatto realmente dei miei amici, ora dispersi nelle Americhe: uno si trova in un punto “x” della giungla colombiana e l’altro nei dintorni del Brasile da un tot di mesi. Li rivedrò? Chissà. Bho.

•La massima:

<<Avevo preso parte attiva a ogni momento della creazione di questa vita. Allora perché non mi ci ritrovavo affatto? L’unica cosa più impossibile di restare era andarmene. Non volevo ferire nessuno, volevo squagliarmi silenziosamente dalla porta di servizio e non smettere di correre finché non avessi raggiunto la Groenlandia…>>

e…

<< Se sei abbastanza coraggioso da lasciarti dietro tutto ciò che è familiare e confortevole, e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa ai vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esteriore che interiore; se sei veramente intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio; se accetti tutti quelli che incontri, strada facendo, come insegnanti; e se sei preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa>>

•L’oggetto che non può mancare: 

potete prendervi un bel paio di sandali in pelle e l’occhiale da sole tattico (sì, sono due oggetti… dai suvvia ho fatto un strappo alla regola visto il tipo di viaggio!).

PS: se proprio volete leggere il libro ecco dove acquistarlo (ma meglio il film, così dicono): clicca qui.

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5) “127 Ore” di ansia e di rinascita (127 Hours, 2011)

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Ok, ammetto la mia superficialità: da principio l’ho guardato solo perché c’era James Franco.

Inizia con una bella scampagnata, si sviluppa nel dramma e si conclude con una diversa visione della vita. Molto bene. Anche questo è tratto da un’esperienza di vita vera ed è questo il suo valore. Il 12° film di Danny Boyle (sì, sempre lui) è sostenuto da un solo attore con panoramiche che ti “schiacciano”. Da vedere!

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La storia in breve: Aron, esperto canyoneer, decide con grande spavalderia – e senza informare nessuno – di fare un percorso in solitaria nelle gole del Grand Canyon ma passando per uno stretto, rimane “incastrato” e da qui la tragedia. Anche in questo caso volando come un’aquila reale su tutta la vicenda vi dico solo che è l’istinto di sopravvivenza che spinge al coraggio. E alle visioni mistiche.

Infatti queste sono le uniche forze che fanno andare avanti il protagonista. Brutta storia a lieto fine, regala più consapevolezza e gratitudine per le “fortune” che ogni tanto ci possono sfuggire di vista. Notevole poi James Franco. Piccola nota: film non adatto ai deboli di stomaco.

•Cosa si impara: sembra banale dirlo, ma anche se sei il Reinhor Messner della situazione, mai sottovalutare la forza e gli imprevisti della Natura. E’ bene conoscere i propri limiti perché siamo veramente piccoli in confronto. Poi, lasciate un messaggio sulla segreteria di qualcuno, non si sa mai eh. Passo e chiudo.

•La massima:

<< Adesso ho tutto chiaro, sono io, l’ho scelto io, questa roccia è stata qui ad aspettarmi per tutta la vita, tutta la sua esistenza, fin da quando era solo un meteorite, un milione, un miliardo di anni fa, lassù nello spazio, ha aspettato di venire qui, proprio, proprio qui, per tutta la vita sono andato verso di lei, da quanto sono nato ogni mio respiro, ogni mia azione mi ha guidato fin dentro questa crepa sulla superficie della terra >> (Aron)

L’oggetto che non può mancare: il coltellino svizzero. E non comprate una copia dai cinesi, come suggerisce Aron.

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6) “Wild” solo quando è proprio necessario (2014)

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Road movie al femminile. Questa storia vera è tosta nella sua leggera e soffusa trasposizione cinematografica.

Tratto dal libro biografico Wild: From Lost to Found on the Pacific Crest Trail di Cheryl Strayed, l’attrice e co-produttrice Reese Whiterspoon prendendo a cuore la storia, chiese al regista Jean-Marc Vallée (noto per il film “Dallas Buyers Club”) di trarne un film con la sceneggiatura curata dal celebre Nick Horby. La Reese ha mostrato [o confermato] un’interpretazione credibile affiancata da una altrettanto degna Laura Dern (la ricordate in un qualche film di David Lynch?).

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Cheryl dopo diversi disastri familiari, entra nel tunnel di una vita borderline finché si rende conto che se vuole “vivere” davvero si deve riscattare. Il riscatto lo trova in un noto cammino, amato dagli appassionati ed esperti di trekking chiamato Pacific Crest Trail (un tratto lo ha percorso anche Chris in “Into the Wild”). Un percorso necessario di catarsi fisica e mentale, la purificazione dai sensi di colpa (noi donne siamo le vincitrici, non c’è dubbio) e anche occasione d’incontri: la ragazza non disdegna un bello incontrato in un paesino… brava!

Se volete leggere l’intervista alla vera Cheryl ecco qui l’articolo di Vogue.com

Mega parentesi: mi sono focalizzata per lo più su film tratti da storie vere (a parte “The Beach” e con qualche riserva su “Mangia Prega Ama”) perché credo che a volte i “buon film” possono farci riflettere, e perché allora quel tipo di viaggio?. Domanda che ci poniamo ad un certo punto della nostra esistenza (chi più chi meno) in quanto l’uomo ha necessità di riscoprirsi e di confrontarsi con il Mondo.

Quesiti filosofici a parte, non vi dico di più se non lo avete ancora visto. E’ da vedere (vale anche per i cinici), inoltre anche questo film è accompagnato da una suggestiva colonna sonora (qui l’album completo). 

Vi anticipo solo che qui la protagonista dal momento che parte sarà assolta.

•Cosa si impara: guardando il lato pratico, davvero servono tutte quelle cose per un lungo viaggio da zaino in spalla (detto backpacking travel altrimenti)? Prendere solo il necessaire non è facile lo so ma consiglio: il balsamo e il phon lasciateli a casa.

•La massima:

<<Voglio fare nuove esperienze, perché sono una ragazza che sa dire di sì invece che di no>> 

(Cheryl)

e anche  << […] Sarò eternamente grata per tutto ciò che quel viaggio mi ha insegnato e per tutto ciò che ancora non potevo sapere>> (Cheryl)

•L’oggetto che non può mancare: penso che chi pratica trekking abbia mille oggetti-di-sopravvivenza ma il mio preferito solo per l’occasione sarà un caldo plaid check. Pronta per andare in Canadà, ma al calduccio. 

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Per questioni di spazio non abbiamo preso in esame altri film genere avventura, come ben conoscerete! ma al prossimo capitolo non mancheranno “Balla coi Lupi” e l’amico Wilson!

Concludendo: per qualsiasi motivo voi intraprendiate un viaggio backpacking, lungo o breve, fatene poi tesoro. Alla prossima cari miei!

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*Immagine di apertura: Collage Landscape di Itsuko Suzuki (www.itsukosuzuki.com).

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CELEBS&SHOW: 1° Cosa si impara dai film di avventura

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