Domenico Induno, Donna allo specchio, 1870. Olio su tela, collezione privata, Courtesy Enrico Gallerie d’Arte - Milano

Divina Creatura, la donna e la moda nelle arti del secondo ‘800

Divina Creatura: la donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento.

Se siete in cerca di un’idea per il weekend, cari amici appassionati di moda come noi, vi consigliamo di fare un salto nella magica Svizzera e unire natura, relax e cultura con la visita ad una mostra davvero speciale.

Italo Nunes Vais, Ancora un bacio, 1885 c. Olio su tela, Novara – Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni

60 sculture e dipinti assolutamente affascinati. E, per corredo, una sequenza di ventagli d’autore – dipinti cioè da grandi artisti, spesso i medesimi che ritraevano le “belle Signore” – e un nucleo di preziosi abiti d’epoca.

E’ quanto Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora, Marialuisa Rizzini, con il coordinamento di Alessandra Brambilla e il contributo di diversi studiosi, hanno selezionato da Musei e collezioni private per questa mostra che ha l’obiettivo di testimoniare quello che è stato un vero e proprio cambio di paradigma nella storia del costume femminino in Europa.

Giovanni Boldini, Ritratto di signora con cappello e ombrellino, circa 1900-1905. Olio su tela – Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana

Nel 1858 infatti a Parigi esplose l’Haute Couture di Worth, subito amplificata e diffusa dai primi Grand Magasins che spopolano nelle principali metropoli europee, veicolando offerte molto differenziate per il pubblico femminile con l’imperativo condiviso dell’ “essere alla moda”. La circolazione di figurini e di molte riviste illustrate, tra cui la celebre “Margherita”, l’irrompere della fotografia, specie nel formato carte de visite, i celebri affiches di Sartorie e Grandi Magazzini, portano a diffondere la moda, in modo molto capillare.

Charles Frederick Worth, Parigi, Abito da ricevimento in tre pezzi, circa 1871-1875
Sartoria Worth, Parigi, Abito da ricevimento in due pezzi, 1885-1888

Sono anni in cui si consolida il ruolo della donna, ora anche protagonista al di fuori delle pareti domestiche.

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Attentissima al proprio ruolo sociale e alla immagine che contribuiva a veicolarlo. Pur presentando alcuni favolosi abiti d’epoca e un nucleo di ventagli firmati da Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani e Pietro Fragiacomo, la Pinacoteca Züst sceglie di illustrare questo felice momento storico ricorrendo alle testimonianze che i grandi artisti ci tramandano attraverso le loro magnifiche opere.

Edoardo Tofano, Il ventaglio, olio su tavola. Collezione privata, courtesy Enrico Gallerie d’arte

Ed è soprattutto attraverso il ritratto su commissione che è possibile seguire le rapide e sorprendenti evoluzioni dell’abbigliamento femminile. Spesso i modelli sono rappresentati da donne simbolo, a cominciare dalla regina d’Italia, Margherita di Savoia, o da figure appartenenti all’aristocrazia internazionale distinte grazie alla propria eleganza, come, per restare nel Cantone Ticino, la contessa Carolina Maraini Sommaruga (1869-1959).

Negli anni che scivolano verso la fine del secolo non si parla ormai più di fenomeno di moda solo attraverso l’abbigliamento, ma anche attraverso la gestualità, le movenze, la dizione, in una parola: lo stile. Sono interpreti di questo rinnovato ritratto mondano maestri celebrati anche Oltralpe, come Giovanni Boldini, Paul Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, oltre ai ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi e Adolfo Feragutti Visconti.

Vittorio Corcos, Le due colombe, 1897. Olio su cartone, collezione privata.Courtesy Enrico Gallerie d’Arte – Milano

Dopo il 1860 in pittura si moltiplicano le scene di ambientazione quotidiana e borghese, ispirate a momenti di vita familiare in cui è protagonista, come si diceva, la donna.

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Si tratta di composizioni che sullo sfondo di interni domestici o di strade cittadine o di paese rappresentano figure femminili impegnate nei lavori ad ago, nella lettura, nella conversazione, nel passeggio, in riposo, con i figli.

Di ciascuna, molto spesso, gli artisti restituiscono l’abbigliamento con dettagliata cura perfino negli accessori, in modo da permettere allo spettatore di seguire, di anno in anno, le minime mutazioni di gusto, trasformando la moda in uno degli elementi che determinano la modernità dell’opera.

Pietro Bouvier, Un dono artistico, circa 1888. Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d’Arte – Milano

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DIVINA CREATURA. LA DONNA E LA MODA NELLE ARTI NEL SECONDO ‘800
PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZÜST
Fino al  28 Gennaio 2018

CH 6862 Rancate (Mendrisio)
Cantone Ticino, Svizzera

Tel. +41 (0)91 816.47.91
www.ti.ch/zuest

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