Ren Hang, Untitled, (2015). Courtesy OstLicht Gallery and Ren Hang Estate

I nudi liberi e ribelli di Ren Hang in mostra per la prima volta a Prato

I nudi liberi e ribelli di Ren Hang in mostra a Prato.

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Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta per la prima volta in Italia un corpus di 90 opere dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987- 2017), tragicamente scomparso a neppure trent’anni.

Ren Hang, che non ha mai voluto essere considerato un artista politico – nonostante le sue fotografie fossero ritenute in Cina pornografiche e sovversive – è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle.

Ren Hang in mostra a Prato
Ren Hang, Portrait Plant, 2012. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate

Nato nel 1987 a Chang Chun, nella provincia di Jilin, soprannominato la “Detroit della Cina”, Ren Hang ha studiato Comunicazione all’Università di Pechino, interrompendo i suoi studi per iniziare, da autodidatta, la carriera di fotografo, primo soggetto il suo coinquilino.

Con fotocamere digitali a basso costo e un uso crudo del flash, ha messo a punto uno stile che lo ha reso riconoscibile e gli ha permesso di affermarsi fuori dal suo paese, diventando un autore di culto. Tra le sue mostre principali la collettiva FUCK OFF 2 al Groninger Museum nel 2013, curata da Ai Weiwei, la personale al FOAM, Amsterdam, nel 2017, quella alla Maison de la Photographie a Parigi e a C/O a Berlino, entrambe nel 2019.

Ha pubblicato il suo lavoro in numerosi libri autoprodotti a bassa tiratura, oggi introvabili. Accanto alle sue fotografie ha sviluppato una produzione poetica che ne condivide temi e toni. Spesso teneri, sensuali e completamente privi di censura, i suoi versi sono stati un altro strumento per infrangere i tabù sociali, per esplorare i temi della vita, della morte, del desiderio. Affetto da grave depressione, Ren Hang si è tolto la vita a Pechino, nel 2017.

Ren Hang in mostra a Prato
Ren Hang, Untitled (2012). Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate

“I am a bird, a bird without a head, without wings,
without legs, without an ass, without a tail. Anyone
is welcome to treat me as they would a soccer ball,
to be kicked this way and that”

(我是一只鸟- I’am a bird, 13.06.2007)

Trad.: Sono un uccello, un uccello senza testa, senza ali, senza gambe, senza un culo, senza una coda. Chiunque è il benvenuto a trattarmi come se fossero un pallone da calcio, essere preso a calci in questo e in quel modo.
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Reng Hang aveva un blog in cui scriveva le sue poesie (uno dei suoi progetti si intitola My Depression) e in cui è possibile vedere tutt’ora i suoi lavori e le sue pubblicazioni, anche se fa un certo effetto conoscendo il suo triste epilogo vederlo fermo, bloccato al 2017.

Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali.

Cigni, pavoni, galli, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell’esposizione di organi sessuali e nelle pose che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche.

I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Come ha ammesso l’autore:

“Il genere […] per me è importante solo quando faccio sesso”

Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina, infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate.

“Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale”

(Ren Hang)

Ren Hang in mostra a Prato.
Ren Hang, Girl with Ants (2014). Courtesy Stieglitz 19 and Ren Hang Estate
Ren Hang in mostra a Prato.
Ren Hang, Peacock (2016). Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate

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Ren Hang. Nudi a cura di Cristiana Perrella
4 giugno – 23 agosto 2020
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Viale della Repubblica 277
Prato
Dalle ore 12.00 alle ore 20.00 dal giovedì alla domenica

⇒ Ingresso intero: € 7; ingresso ridotto: € 5
L’entrata alla altre mostre del Centro Pecci rimane gratuita fino al 31 luglio 2020.
www.centropecci.it

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