Elio Fiorucci, la sua storia è ben nota, di sicuro straordinaria e indimenticabile.
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Non abbiamo la presunzione di raccontare tutta la storia di Elio Fiorucci, se non per momenti, come se fossero piccoli frammenti preziosi da portare con noi e da custodire come tesori, perché del passato non potremo mai fare a meno, né come singoli individui, né come società intera.
Tutti i quotidiani, i magazine on line, i blog, i vari media, oggi hanno riservato interi spazi dedicati a lui: non scompare solo un grande creativo, uno dei geni rivoluzionari della moda italiana, un imprenditore dalla mente attivissima e vivace, ma a quanto afferma chi l’ha conosciuto, anche una brava persona, ironica, attivissima e disponibile.
Credo che tutti lo ricorderemo con questo splendido sorriso e questi occhi pieni di luce ed entusiasmo.
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In un’intervista in 100 domande del 2007, ma riportata oggi come ricordo speciale su MarieClaire affermava:
<<La mia più grande preoccupazione non è piacere, ma essere amato>>
Tutti i tributi, i messaggi, le riflessioni, i post che stiamo leggendo, ecco, forse sono un po’ una risposta.
Milanese doc, compie la sua prima rivoluzione nel piccolo negozio di pantofole del padre, realizzando all’inizio degli anni Sessanta, una galoche colorata, che con grande intraprendenza, farà finire su Amica, in copertina.
Un grandissimo successo che sancirà la sua inarrestabile ascesa: nel 1967 apre il primo negozio Fiorucci a Milano in Galleria Passarella -l’invenzione del concept store– colorato, divertente, e fresco, che vende non solo abiti e accessori, ma anche gadgets, curiosità, cibi e bevande, con le novità di Carnaby Street, le hit parade londinesi e americane, disegnato dalla scultrice Amalia del Ponte, che diventa punto di riferimento e ritrovo della giovane generazione alla moda.
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Negli anni Settanta, sempre nuove aperture e successi: un secondo enorme store su tre piani in stile newyorchese in via Torino, un negozio in Kings Road a Londra, uno store a New York, sulla 59esima Strada, che Andy Warhol frequenterà e dove presenterà Interview.
Fiorucci in questo momento, conosce tutte le icone dell’epoca, internazionalizzando l’Italia: organizza l’inaugurazione del mitico Studio 54, produce un film con Jean Michel Basquiat, apre un nuovo punto vendita a Los Angeles.
Definito l’hippie della moda, il creatore dello street style, viaggia tantissimo, porta il pop nel mondo del fashion, intuendo i cambiamenti e i fermenti del momento e comprendendo il fatto che la stessa moda fosse in contaminazione continua con tanti aspetti della società, contribuendo a quella rivoluzione culturale e commerciale che la decretò non più elitaria.
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Negli anni Ottanta i suoi pezzi cult sono senza dubbio: la linea con le illustrazioni di Walt Disney (ogni tanto ne vediamo da parte dei vari brand la ciclica ripresa), il super sexy jeans stretch, ottenuto unendo la lycra al denim e ispirato dalla visione di due straniere che avevano fatto il bagno in mare vestite e, uscendo dall’acqua, avevano attirato l’attenzione di molti! Elio compreso… d’altra parte egli ha sempre dichiarato di amare molto le donne e la loro sensualità!) e infine la moda ginnica – leggings, body, scaldamuscoli – grazie al successone del film Flashdance.
Veste un’emergente di nome Madonna. Keith Haring nel 1984 reinventa lo store di Galleria Passarella durante un happening storico. Al Plastic di Milano lo stilista organizza una grande festa in onore di Andy Warhol. Avanguardistico nella grafica, propone un immaginario così forte che Panini inizia la produzione delle figurine Fiorucci. Ve le ricordate?
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Colorato, fluo, energico, vitaminico, super sensuale, a tratti trasgressivo a tratti retrò, sorprendente, fumettistico, pop. Sempre libero, sensibile e attento al cambiamento dei tempi. Insomma Elio Fiorucci, era sempre preso da nuovi progetti, come la dolcissima Love Therapy con i divertenti nanetti, all’insegna della filosofia Peace e Love, realizzata anni dopo la vendita del marchio ad una società estera. Ma non si è mai fermato.
Questo uno dei suoi slogan più famosi e più belli: “Guarda, forse accanto a te c’è un angelo!”
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