Rosanna Schiaffino, Roma, 1960 ph. credits © Inge Morath / Magnum Photos

Inge Morath: in mostra gli scatti della prima fotografa Magnum Photos

Inge Morath: in mostra gli iconici scatti della prima donna fotografa della Magnum Photos.

.

Fino al 1° novembre 2020, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita la prima  retrospettiva italiana dedicata alla fotografa austriaca Inge Morath (Graz, 1923 – New York, 2002), la prima donna fotografa della celebre agenzia Magnum Photos.

Inge Morath: in mostra gli scatti della prima fotografa Magnum Photos
Inge Morath, Autoscatto, Gerusalemme, 1958, © Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos

Inge nasce a Graz nel 1923. Studiò lingue all’università di Berlino e Bucarest e lavorò come interprete per il servizio americano d’informazione. Nel 1953 si unì alla celebre agenzia Magnum Photos Agency, inizialmente come redattrice invitata da Robert Capa,  diventando membro ufficiale nel 1954. In quegli anni lavora, come assistente, per i fotografi Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson.

Nel 1955 pubblicò la sua prima collezione di fotografie, alla fine della carriera si contarono 30 monografie. Nel 1962  sposò il celebre scrittore Arthur Miller (ex di Marilyn Monroe) dal quale ebbe due figli, Rebecca ( diventerà una celebre regista e  sceneggiatrice ) e Daniel. Le sue fotografie hanno la forza di scavare nell’intimità delle persone ritratte e sono sempre il frutto di un percorso di conoscenza e vicinanza. Morì all’età di 78 anni nel 2002 a New York. Negli anni duemila viene costituita la Fondazione Inge Morath negli Stati Uniti d’America e il suo archivio viene conservato presso l’Università di Yale.

Nel mio cuore voglio restare una dilettante, essere innamorata di quello che sto facendo, sempre stupita delle infinite possibilità di vedere e usare la macchina fotografica come strumento di registrazione

(Inge Morath)

Inge Morath: in mostra gli scatti della prima fotografa Magnum Photos
Inge Morath, Un lama a Times Square, New York, 1957, © Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos

Attraverso 150 immagini e documenti originali, l’esposizione, curata da Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl, e Marco Minuz, prodotta da Suazes, Fotohof e Magnum Photos, col supporto del Forum Austriaco di Cultura, col sostegno di Rinascente, media partner IGP Decaux, ripercorre il cammino umano e professionale di Inge Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas ed Henri Cartier-Bresson fino alla collaborazione con prestigiose riviste quali Picture Post, LIFE, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio, che preparava con cura maniacale, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni paese dove si recava, fossero essi l’Italia, la Spagna, l’Iran, la Russia, la Cina, al punto che il marito, il celebre drammaturgo Arthur Miller, ebbe a ricordare che “Non appena vede una valigia, Inge comincia a prepararla”.

Il percorso espositivo dà conto di questa sua inclinazione, presentando alcuni dei suoi reportage più famosi, come quello realizzato a Venezia nel 1953, con immagini colte in luoghi meno frequentati e nei quartieri popolari della città lagunare, che sposano la tradizione fotografica dell’agenzia Magnum di ritrarre persone nella loro quotidianità. Alcune ambientazioni surreali e alcune composizioni fortemente grafiche sono un esplicito riferimento al lavoro del suo primo mentore Henri Cartier-Bresson.

Le immagini di Inge Morath riflettono le sue più intime necessità, ma al contempo sono come pagine del suo diario di vita, come lei stessa ha scritto:

“La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”

“Nelle fotografie di Inge Morath – scrive il curatore Marco Minuz – emerge sempre una componente di vicinanza, non solamente fisica, ma soprattutto emotiva. Il suo è un lavoro diretto, privo di zone d’incertezza o di mistero. Il suo lavoro è, come il buon giornalismo, schietto, privo di compassione e ambiguità. Le sue immagini hanno sempre la capacità di non semplificare mai ciò che è complesso, e mai complicare quello che è semplice; sono fortemente descrittive e al contempo fanno trasparire una rara capacità di analisi del contesto con il quale si confrontava. Un approccio sistematico che la spingeva, prima di ogni lavoro, a studiare e approfondire le culture con cui si sarebbe rapportata, per arrivare così a conoscere sette lingue. Ma in definitiva, in piena condivisione con uno dei dogmi dell’agenzia Magnum, la vera priorità per Inge Morath è sempre stato l’essere umano”.

Non poteva mancare una sezione dedicata a Parigi, uno dei ‘luoghi del cuore’ di Inge Morath, dove incontrò i fondatori dell’agenzia Magnum: Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa. Essendo la più giovane fotografa dell’Agenzia, nella capitale francese le venivano affidati lavori minori come sfilate di moda, aste d’arte o feste locali; tuttavia, in queste immagini emerge chiaramente il suo interesse per gli aspetti bizzarri della vita quotidiana.

Inge Morath: in mostra gli scatti della prima fotografa Magnum Photos
MEXICO. Durango. 1959. Actress Audrey HEPBURN during filming of “The Unforgiven,” directed by John Huston.Fotohof archiv/Inge Morath/ Magnum Photos

La mostra dà inoltre ampio spazio al ritratto, un tema che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera. Da un lato era attratta da personaggi celebri, quali Igor Stravinsky, Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Jean Arp, Alexander Calder, Audrey Hepburn, dall’altro dalle persone semplici incontrate durante i suoi reportage. Tra gli scatti più iconici, spicca la fotografia di Marilyn Monroe che esegue dei passi di danza all’ombra di un albero, realizzata sul set del film “Gli spostati” del 1960, lo stesso dove Inge conobbe Arthur Miller che all’epoca era sposato proprio con l’attrice americana.

Che si trattasse di persone comuni o artisti di chiara fama, il suo interesse era sempre rivolto all’essere umano in quanto tale. Il suo stile fotografico affonda le sue radici negli ideali umanistici del secondo dopoguerra ma anche nella fotografia del ‘momento decisivo’, così come l’aveva definita Henri Cartier-Bresson. Ogni suo ritratto si basava infatti su un rapporto intenso o anche su una conoscenza profonda della persona immortalata.

© Fotohof archiv / Inge Morath Foundation / Magnum Photos.

Una sezione propone, inoltre, la serie di curiosi ritratti ‘mascherati’ nati dalla collaborazione con il disegnatore Saul Steinberg che risalgono al suo primo viaggio a New York durante il quale conobbe la produzione artistica del disegnatore statunitense, rimanendone entusiasta.

Negli anni ‘60 Steinberg aveva iniziato a realizzare la sua serie di maschere e chiese a Inge Morath di trovare delle persone da fotografare con gli abiti adatti per queste maschere. Gli scatti hanno in comune il fatto di essere ambientati nella vita quotidiana newyorkese.

.

.

INGE MORATH. La vita. La fotografia
19 giugno – 1 novembre 2020
Museo Diocesano ‘Carlo Maria Martini’
Piazza Sant’Eustorgio 3
Milano

Orari e biglietti: Museo Diocesano + mostre (ingresso da piazza Sant’Eustorgio): martedì-domenica, 10.00-18.00
La biglietteria chiude alle 17.30
⇒ Biglietto intero: €8; ridotto: €6

Solo mostre (ingresso da corso di Porta Ticinese 95): tutti i giorni, 18.00-22.00, mostra+prima consumazione Chiostro Bistrot: €10

Anche quest’anno, durante i mesi estivi, il Museo Diocesano in collaborazione con Chiostro Bistrot propone la formula “mostra+aperitivo” (€ 10) che consentirà al pubblico di ammirare le opere di Inge Morath e la rassegna Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani, in orario serale, dalle 18.00 alle 22.00 (ingresso da corso di Porta Ticinese 93) e di godersi una bevanda in uno dei luoghi più affascinanti della città.

⇒ Dal 6 luglio al 14 settembre 2020 la mostra sarà aperta solo in orario serale, dalle 18.00 alle 22.00

.

Per garantire la miglior tutela dei visitatori ed evitare al massimo il rischio di contagio, il Museo Diocesano ha attivato le necessarie misure di sicurezza per il contenimento del COVID-19.

.