Iris, messaggera alata degli Dei, che indossa il suo velo dai mille colori e scivola sulla terra lungo il suo arco variopinto*:
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Iris è l’arcobaleno, così come Iris Apfel è un tripudio gioioso di colore e una vera forza della natura a tinte accese, che non sbiadiscono con il passare del tempo, non perdono forza né vitalità, anzi continuano a brillare con uguale intensità.
Un nome perfetto, una storia che si scrive fin dalle origini, quando ancora bambina di dodici anni desiderò comprare una spilla in un negozio del Queens e risparmiò settimane per averla, dopo averne contrattato il prezzo; quando da giovanissima si intestardì per indossare i jeans (erano gli anni Quaranta e nessuna donna ancora osava!) e alla fine riuscì a spuntarla, un colpo di fulmine per il denim non ancora esaurito; quando Frieda Loehmann, fondatrice dei grandi magazzini, osservandola attentamente spulciare con dedizione assoluta, le parlò, dicendole che non era bella, ma aveva qualcosa di più importante:
”Tu hai stile”
Nata nel 1921, interior designer (ha lavorato alla Casa Bianca per ben nove presidenti da Truman a Clinton) che viaggiò in tutto il mondo alla ricerca di cose diverse e originali per i suoi clienti esclusivi, fondatrice insieme al marito Carl dell’azienda tessile Old World Weavers (che si occupava anche di restauro di antichi e preziosi tessuti conservati nei musei), collezionista di moda e non solo, testimonial, seguitissima fashion guru: insomma un’icona internazionale, alla quale i più importanti musei del mondo hanno dedicato mostre ed eventi.
Di enorme e inaspettato successo l’esposizione del 2005 “Rara Avis (Rare Bird): The Irreverent Iris Apfel” al Metropolitan Museum of Art di New York, che la consacrò definitivamente, mentre il Museum of Lifestyle & Fashion History a Boynton Beach, in Florida sta preparando una galleria permanente con i suoi abiti, accessori e complementi d’arredo.
Tutto questo e tantissimo altro, che sfugge ad una definizione esauriente come per tutti i Grandi, è Iris Apfel nel ritratto stupendo ed esilarante del grande documentarista Albert Maysles (tra i suoi lavori più importanti “Grey Gardens” e “Gimme Shelter”) recentemente scomparso: “Iris”, sua ultima opera presentata in anteprima mondiale al New York Film Festival nel 2014 e in anteprima italiana proprio in questi giorni al BiografilmFilm Festival di Bologna (con due proiezioni, il 5 e il 14 giugno 2015).
“Mi piace l’unicità: si è persa del tutto in questi tempi”:
una personalità frizzante dotata di estrema creatività, talento innato e passionale, istinto puro e naturalezza, senso dell’umorismo e quell’intelligenza speciale che amo, fatta non di sfoggio di sapere, ma di vivacità culturale, argutezza e capacità di osservazione e interpretazione.
Curiosità inesauribile e sperimentazione, rimanendo fedeli a se stessi, coltivando la propria individualità e il proprio modo di essere, evitando la banalità dovuta all’omologazione generale: ad Iris il bello comunemente inteso non interessa <<anche se la maggior del mondo non è d’accordo. Ma chi se ne importa!>>.
Racconta che tutti, quando hanno un appuntamento con lei, si sentono in soggezione e sono molto preoccupati su cosa indossare, hanno paura di essere giudicati sul look: niente di più errato, lei non intende MAI criticare come si vestono gli altri, perché in ogni caso va benissimo se ci si sente felici. Essere felici è la cosa più importante.
“Molti mi chiedono regole ma non ci sono regole, io vado di pancia. Se ci fossero regole le avrei infrante tutte”
Iris non è solo di un film di moda ma la storia di una donna singolare, di uno spirito anticonvenzionale, libero, affascinante, il cui entusiasmo per la moda, per l’arte e per le persone lo rendono giovane e fresco anche a 93 anni. Ci ricorda che il vestirsi non è altro che un esperimento.
Ci ricorda come rimanere quello che siamo senza farsi stritolare dal fashion system, senza lasciarsi travolgere dal conformismo – non solo nello stile- dal glamour a tutti costi: sensibile, autoironica – si definisce “geriatric star”– umana, dolce ed emozionante nel suo rapporto con Carl, simpaticissimo marito centenario!
Energica e instancabile, non si ferma mai ed è sempre presa da mille nuovi progetti.
Ha una vera mania per l’accessorio, scarpe e borse ma in particolare i gioielli e i bijoux, eccentrici, etnici, tribali, over, stravaganti e bizzarri, mixati tra loro in modo inconsueto, oltre che abbinati con le sue svariate e sorprendenti mise.
Sua madre Sadye, di origine russa, aveva una boutique di moda ad Astoria e fu proprio da lei che apprese il valore dell’accessorio capace di trasformare completamente un look: non dimentica Iris, la ragazza che è stata, cresciuta durante la Grande Depressione, l’importanza del lavoro, la fantasia necessaria per colmare le mancanze.
“Mia madre diceva che basta un solo abito semplice nero-little black dress- da mattina a sera e per renderlo adatto e perfetto in ogni situazione, dal lavoro ad una festa, basta cambiare gli accessori”
Non ci sono limiti nel mescolare con genialità e arte capi delle più grandi firme – Dior, Versace, Ungaro, Etro, o di giovani designer emergenti con vesti sacre, abiti acquistati in boutique vintage o pezzi comprati ai mercatini “contrattando”– arte anche questa appresa dalla mamma. E’ divertentissimo vederla alle prese con i commercianti per risparmiare sul prezzo, c’è un momento in cui fa shopping con lo stilista Duro Olowu in un bazar africano che è davvero formidabile!
Il suo mondo è un caleidoscopio di tinte dai toni accesi, vibranti, che abbina in modo inconsueto e sbalorditivo. Un mondo fantasioso fatto di trame, tessuti speciali e stampe, non solo per questo Dries Van Noten la adora e la cosa è reciproca. Gli occhialoni sono il suo marchio di fabbrica, non manca mai il rossetto, così come ogni donna di un certo stile insegna (il brand Mac Cosmetics le ha dedicato una capsule collections).
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Vestirsi per lei è pura musica, come suonare un pezzo jazz. La vita per lei è pura musica, è ancora e sempre una melodia che incanta e travolge: se la sai ascoltare con curiosità e amore, non puoi fare a meno di seguirla e allora riesci a distinguerne perfettamente tutti i colori.
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