La Traviata veste Valentino

Successone per “La Traviata” firmata Maison Valentino:

l’eccellenza dell’Haute Couture italiana stravince mentre noi ancora una volta amiamo e soffriamo con Violetta, icona romantica senza tempo (parola di Pretty Woman) che questa volta però è glamour e fashionista. E se proprio dobbiamo soffrire per amore, soffriamo in Valentino.  

<<La Traviata è sempre stata un’opera che fin da ragazzino mi ha ammaliato, per la musica, per la storia, per il libretto di Verdi, e quindi ho detto: E’ una cosa che mi interessa! Mi ritirai nel mio studio e devo dire sinceramente che i quattro costumi che ho fatto per Violetta, li ho fatti in un’ora e mezza… Violetta certamente avrà un tocco di rosso, perché era logico, è il mio colore… E’ un’opera nuova. Una Traviata rivista e corretta nel 2016>>

(Valentino Garavani) 

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Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ero ancora un’adolescente pazza furiosa che si comportava come un maschiaccio, ma che poi si scioglieva davanti a Pretty Woman e sì lo ammetto questo era uno dei miei momenti preferiti.

Quando Edward/Richard Gere porta Vivian/Julia Roberts all’Opera di San Francisco a vedere La Traviata di Verdi e lei, elegantissima nel fiabesco abito rosso firmato Marylin Vance (considerato ancora oggi uno dei migliori abiti della storia del cinema) senza perdere la sua spontaneità e semplicità, brilla di una luce rara commuovendosi per l’amore sofferto della cortigiana Violetta.

Amami Alfredo in sottofondo (per chi non lo ricorda, ri-suonerà anche nel finale del film, quando lui arriva strombazzando in limousine e finalmente la situazione si è quagliata, come si suol dire) ed è il puro trionfo del romanticismo, due storie d’amore parallele, una sicuramente tragica, l’altra è ancora da vedere, che si incrociano in un palese gioco di sovrapposizioni (Vivian e Violetta fanno entrambe il mestiere più antico del mondo, per dirla in breve).

Non c’è niente da fare, siamo tutte conquistate, prese, catturate! Chi è stata teenager nei primi anni Novanta non può aver dimenticato questo momento topico della propria educazione sentimentale.

Ed è forse anche per colpa sua che non smettiamo, testarde, di cercare il grande amore della nostra vita, nonostante tutto, nonostante le troppe e amare delusioni? 

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A rivederlo ora “mi sono aggrovigliate le budella” in un misto di commozione ed estasi, come quello che in quegli anni  ha sancito il mio primo incontro con Violetta Valéry. E con l’haute couture. E con la certezza (!) che un giorno un Edward  anche meno ricco, ma senza dubbio speciale, insostituibile ed unico al mondo mi avrebbe fermato mentre scappavo via. Ad oggi non ho più questa certezza.

Ma per fortuna non ho smesso di credere che esistano da qualche parte nel mondo grandi passioni e ardenti amori come quelli che leggiamo, guardiamo, ascoltiamo. E per fortuna, non ho neanche smesso di credere nell’haute couture. 

Insomma, fatto sta che all’epoca, oltre a rivedere “Pretty Woman” con le mie amiche centomila volte durante i memorabili “SABATO POMERIGGIO CINEMA da me, corsi a cercare la videocassetta dell’opera nella collezione di mio padre (che ne era fervente appassionato) e cercai di seguirla attentamente, con in mano il libretto di Francesco Maria Piave.

Cercavo di confrontarmi con un nuovo linguaggio, che ancora non conoscevo, ma che ero abituata ad ascoltare solo in maniera distratta, quando da una stanza all’altra di casa mia riecheggiavano arie più o meno note. Poi corsi a leggere “La signora delle camelie”, il grande classico di Alexandre Dumas figlio (su cui l’opera verdiana si basa).

Non ho mai dimenticato quella passione struggente e impossibile, quella donna che nel romanzo si chiama Marguerite Gautier e fu nella realtà Marie Duplessis, cortigiana brillante, bellissima, colta e stilosa, bohémien e ammalata di tisi,  per la quale lo scrittore perse letteralmente la testa, fin dal primo istante in cui la incontrò.libro Feltrinelli

Era alta, sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allung
ati di smalto, come u
na giapponese, ma vividi e fieri,  le labbra d’un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo. (….) una delle ultime e rare cortigiane che avessero un cuore” 

Come scrive Cinzia Bigliosi nella postfazione dell’edizione Feltrinelli del romanzo, secondo i valori conservatori del tempo, non è al talamo, ma solo all’alcova che Marguerite può ambire.

Oggi però sono altri tempi: <<Marie riposa in pace, insieme all’anima di Marguerite e Violetta, mentre le due nipotine più famose dello schermo degli ultimi decenni, le birichine Holly (Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany di Blake Edwards, 1961) e Vivian (Julia Roberts in Pretty Woman di Garry Marshall, 1990) possono permettersi l’una gli eleganti abitini di Givenchy, l’altra di impalmare  un affascinante quanto depresso miliardario, con per giunta l’irresistibile faccia da schiaffi di ex gigolò*>>

Sì, ma ora è finalmente arrivato il momento del  riscatto. Ora Violetta continua a nutrirsi di un amore tormentato ma si può permettere un Valentino, anzi quattro.

Sapevo che prima o poi un grande fashion designer avrebbe deciso di vestirla. La tragedia merita abiti preziosi e ambiziosi.

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E non poteva che essere lui (e loro). Il 24 maggio 2016 ha debuttato al Teatro dell’Opera di Roma, una inedita edizione de “La Traviata” ideata da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, in collaborazione con il Teatro dell’Opera, diretta da Sofia Coppola alla sua prima esperienza come regista in un’opera lirica (ma ormai pratica a reinventare i grandi classici con sfizioso occhio contemporaneo e super glamour, vedi alla voce “Marie Antoinette”), con le scenografie firmate dall’inglese Nathan Crowley, noto per “Batman Begins” e le musiche dirette dal maestro cremonese Jader Bignamini.

Le soprano Francesca Dotto e Maria Grazia Schiavo si alternano nel ruolo della cortigiana più bella di Parigi, insieme ad Antonio Poli e Arturo Chacón-Cruz, interpreti di Alfredo e Anna Malavasi nel ruolo di Flora, troppo sciccosa, in un mare di chiffon. 

1-Photo by Yasuko Kageyama

la traviata
Ph.Yasuko Kageyama

Valentino Garavani ha disegnato quattro straordinari costumi per la nostra eroina romantica, dolente e passionale, che sono stati realizzati negli Atelier couture della Maison Valentino, con un minuzioso e preziosissimo lavoro artigianale che li rende dei capolavori assoluti.  

Nella mia vita ho sempre sognato di fare una Traviata ma in una maniera nuova. I grandi maestri da Visconti a Zeffirelli, la Callas, Piero Tosi, Lila de Nobili mi hanno tutti ispirato in questo mio nuovo impegno. Non ho voluto una Traviata moderna e ridicola come se ne fanno molte oggi, ho voluto una Traviata classica e splendida, e ho chiesto a Sofia Coppola di dare quel tocco moderno e sorprendente che la renderà speciale” 

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Uno dei quattro abiti di Violetta. Ph Danilo Scarpati

Abiti da sogno – opere d’arte nell’opera d’arte – sofisticati, preziosi ma nello stesso cool, in uno stupefacente dialogo senza soluzione di continuità tra il tocco classico dell’Imperatore (l’abito in taffetas Rosso Valentino diventerà iconico, per non parlare di quello voluminoso e regale, in un delizioso tulle nero e turchese) e l’estro creativo dinamico e leggiadro e sì molto fashionista del talentuoso duo, che ne ha preso il testimone nel 2008 con successo planetario e nello stesso tempo con grande naturalezza.

Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, Direttori creativi della griffe, si sono dedicati ai costumi di Flora e del Coro (si tratta di circa 120 costumi in tutto), realizzati in collaborazione con la sartoria del Teatro dell’Opera. 

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“Il Teatro dell’Opera di Roma per noi rappresenta un patrimonio della nostra città. La loro bottega dell’arte rispecchia i valori in cui crediamo e che percorriamo con la nostra Maison Haute Couture. È’ stato per noi fantastico avere la loro collaborazione per la nostra sfilata Alta Moda Primavera Estate 2014 dedicata alle grandi opere liriche. Oggi siamo onorati di collaborare con Sofia Coppola, il Sig. Valentino Garavani e il Sig. Giancarlo Giammetti avvalendoci del nostro Atelier Alta Moda e del grande capitale umano delle maestranze del Teatro dell’Opera di Roma per la produzione de La Traviata.” 

(Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli)

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<<Troverete dei costumi che non sono così legati alla tradizione, prendono spunto dalla tradizione ma cercano di essere in qualche modo timeless, perché comunque volevamo dare un’immagine che secondo noi fosse più vicina al nostro immaginario collettivo… Perché qui c’è un immaginario comune: c’è il cinema, c’è la moda, c’è il Signor Valentino, c’è l’Opera e credo che comunque la contaminazione abbia prodotto qualcosa di decisamente nuovo>>  

(Maria Grazia Chiuri) 

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<<Per noi è stata una grande opportunità quella di lavorare a questa produzione, anche perché le logiche “per i modaioli” sono completamente diverse, ma è interessante capire il punto di vista di Sofia che voleva dare a quest’opera un tono meno solenne e forse più personale e in questo abbiamo pensato che ci fosse la contemporaneità>>

(Pierpaolo Piccioli) 

Un successo enorme, pare il maggior incasso nella storia del celebre Teatro romano, con un Red Carpet internazionale hollywoodiano e tantissimi Vip italiani rigorosamente in VALENTINO (guardate che look!) da Kim Kardashian con Kanye West, Keira Knightely, Francis Ford Coppola, Dante Ferretti, Pierfrancesco Favino, Adriano Giannini, Alba e Alice Rorhwacker, Monica Bellucci, Franca Sozzani alle incantevoli Vittoria Puccini e Nicoletta Romanoff. 

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→ L’Opera andrà in scena per quindici rappresentazioni, fino al 30 giugno 2016, al Teatro Costanzi. 

→ Qui info e biglietti: www.operaroma.it 

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“La signora delle camelie” di Alexandre Dumas, ed. Feltrinelli.  A cura di Cinzia Bigliosi. In appendice il libretto de “La Traviata”
*Pag. 215, Postfazione di Cinzia Bigliosi, “La signora delle camelie”, Alexandre Dumas, Feltrinelli.

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