Renato Natali, Donna con pappagalli, 1920 ca., olio su tavola

L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900

L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900.

Anche le Donne normali sono e saranno sempre delle splendide Muse!

A Viareggio, presso la Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna, è attualmente in esposizione L’ETERNA MUSA. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900, a cura di Giuliano Matteucci, con interventi di Cristina Acidini e Camilla Testi: una variegata galleria femminile di ben 40 donne normali, di famiglia o della porta accanto, mai dive, se non – forse – tra le mura di casa.

L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900

Opere accuratamente selezionate, talvolta mai prima esposte, che si propongono di fornire una ricca panoramica di ritratti dal  primo Ottocento fino al Novecento, dei grandi nomi della pittura di quel periodo da Fattori e Lega, a Induno, Favretto, Casorati e Sironi, tra gli altri.

In questa parata di donne ritratte o idealizzate, nessuno dei modelli prevalenti manca all’appello: l’eterna Eva si presenta di quadro in quadro in condizioni mutevoli di status e umore, angelo della famiglia o sirena ammaliatrice, popolana o borghese, lavoratrice o padrona di casa della buona società, lieta o malinconica, operosa o riflessiva. In esse si riconosce in filigrana non solo la Musa ispiratrice, ma anche gli infiniti altri prototipi stratificati nell’immaginario culturale dell’Occidente.

La purissima Maria Vergine e la peccatrice Maddalena, Lia e Marta simboleggianti la vita attiva con Rachele e Maria allegorie della vita contemplativa, la carnale Venere e la materna Giunone, Salomè la seduttrice e Circe la maga.

L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900
Federico Zandomeneghi, La guardiana dei tacchini, 1890-1895, olio su tela
L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900
Francesco Hayez, Ritratto di Elisabetta Bassi Charlé, 1829, olio su tela

Una galleria d’istantanee tratte da un ideale album di famiglia che è andato formandosi nelle stagioni più diverse della vita.
Figure che non ambiscono ad un posto nel Parnaso e che, al di là di ogni metafora, offrono della donna il volto più autentico, sofisticato e attraente. Immagini che, seppur condivise, si direbbero segretamente carpite, per la facilità con cui l’artista ha conferito al modello una personale dignità, facendone emergere il celato fascino

(Giuliano Matteucci)

Michele Tedesco, Lettura in terrazza, 1875 ca., olio su tela
L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900
Vittorio Corcos, Anna Belimbau, 1900, olio su tela

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Non si tratta assolutamente di figure di solo contorno, anzi le protagoniste di questa esposizione sono fiere del loro essere, perfettamente consapevoli del loro valore, ricche di una sensualità che, proprio perché non platealmente esibita, cattura sguardo e sentimento. Donne  “realizzate”, nonostante il loro non volersi porre al centro del palcoscenico.

Una galleria di antidive, nella quale si troverebbe certamente a disagio la determinata femminilità di una Marie Curie o di una Coco Chanel, poiché a prevalere è un altro tipo di donna che non ha difficoltà a confermarsi moglie e madre, in quei ruoli, insomma, che nella routine del quotidiano ne nobilitano i sentimenti e lo spirito

evidenzia ancora il curatore.

Una mostra #danonperdere per cogliere ancora una volta le innumerevoli e diverse ma sempre brillanti sfumature della femminilità.

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Fino al  3 novembre 2019
Centro Matteucci per l’Arte Moderna
Via G. d’Annunzio 28
Viareggio

tel. 0584 430614 info@cemamo.it
www.cemamo.it

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