Liberty, uno stile per l’Italia moderna a Forlì

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si diffuse a livello internazionale il Liberty, un nuovo stile nel campo della pittura, dell’architettura e delle arti figurative:

in Italia prese il nome di Liberty, in Francia Art Noveau, in Gemania Jugendstill e nei Paesi Anglossassoni Modern Style.

LIBERTY 3Galileo Chini-La primavera classica,1914.Montecatini-Accademia d’Arte Dino Scalabrino

→ Il termine Liberty deriva dal nome dei grandi magazzini di Arthur Lasemby Liberty, aperti nel 1875 a Londra e specializzati nella vendita di arredi, stoffe e oggetti, principalmente di gusto floreale, legati in origine all’Arts and Crafts Movement, corrente artistica per la rivalutazione dell’artigianato, che fece capo a W.Morris ed ebbe una fortissima influenza per la diffusione dell’Art Nouveau.

liberty 14Alberto Issel-Salotto,1902.Genova-Wolfsoniana-Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo

I tratti tipici dello stile liberty (o floreale) sono il linearismo, forme sinuose e morbide che si ispirano alle forme della natura, come fiori e foglie appunto, l’eleganza delle decorazioni, una tendenza metamorfica, una maggiore stilizzazione della figura, linee ondulate e fluttuanti che rispecchiano il movimento in atto ed esprimono dinamismo e vitalità.

Tra le fonti di ispirazione quindi sicuramente troviamo la natura- vista nei suoi elementi strutturali, con le sue forme floreali e vegetali ma non solo, che vengono interpretate con grande fantasia e originalità rispetto al passato – l’arte orientale, principalmente le stampe giapponesi, ma anche un rinnovato interesse per il Gotico.

In Italia, da poco unificata, il nuovo gusto si fece interprete dell’aspirazione al raggiungimento di un linguaggio artistico nazionale comune adeguato ad esprimere il progresso e la modernità e venne celebrato dalle grandi Esposizioni, come l’Esposizione di Torino del 1902. Questo stile fu largamente adottato almeno fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale.

mostra1Giovanni Battista Carpanetto-Festeggiamenti durante l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna,1902.Torino-collezione privata + Giuseppe Palanti-Francesca da Rimini,1914. Collezione privata + Francesco Nonni-Fonte Meo.Acqua Minerale Naturale Anagni,Roma.1913. Collezione privata.

La mostra Liberty, intende identificare la specificità di uno stile attraverso una serie di capolavori della pittura e della scultura, che seppure di artisti di formazione e linguaggio diversi, come Segantini, Previati, Boldini, Casorati, Andreotti, De Carolis, Longoni, Morbelli, Baccarini, rivelano contenuti e messaggi comuni, con i quali sono scandite le sezioni dedicate al mito, all’allegoria, al paesaggio declinato tra tensioni simboliste e la ricerca dell’assoluto.

Non sono ovviamente esclusi confronti con modelli ed interlocutori stranieri come Klinger, Klimt, von Stuck, Burne-Jones; inoltre viene evidenziato un dialogo nuovo con altre tecniche ed espressioni artistiche nelle interessanti sezioni dedicate alla grafica, all’illustrazione, ai manifesti pubblicitari.

In questo periodo nascono molte riviste e libri illustrati di vari generi, grazie anche allo sviluppo della litografia, e si impone il manifesto per la pubblicità di prodotti, spettacoli ed eventi: basta pensare alle opere del celebre Henri de Toulouse-Lautrec in Francia, alle infinite manifestazioni dell’architettura e delle arti applicate: i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, le ceramiche di Chini, Baccarini, Cambellotti, Speltini, Calzi, i manifesti di Dudovich, Hohenstein, Boccioni, Terzi, Mataloni, Beltrame, Palanti, i vestiti di Eleonora Duse, i merletti di Aemilia Ars, i mobili di Zen, Basile, Bugatti e Fontana

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Emerge una figura del Liberty che è nella sostanza uno stile di vita: protagonista indiscussa è la donna, fragile e superba, carnale, immagine del piacere e della libertà, dell’eleganza e della bellezza.

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Una mostra veramente unica per raccontare un’arte totale, che ha trionfato in quella stagione dell’ottimismo e di fiducia nel progresso grazie a molteplici fattori come la forte innovazione tecnologica in svariati campi, l’ascesa della borghesia urbana, lo sviluppo economico conosciuta come Belle Époque: nell’esperienza artistica del Liberty, sotto lo slancio vitale serpeggiava però un’inquietudine e un malessere esistenziale, che dopo poco si sarebbero manifestati tragicamente.

In alto: Giovanni Boldini-La signora in rosa (Ritratto di Olivia de Santiago-Concha y Valdés) 1916. Ferrara-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Museo Giovanni Boldini + Giovanni Boldini – La passeggiata al Bois de Boulogne (I coniugi Lydig) 1909. Ferrara-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Museo Giovanni Boldini Centro: Carlo Stratta-Aracne, 1893. Torino-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (su concessione della Fondazione Torino Musei) In basso: Giorgio Kienerk-L’enigma umano:il dolore,il silenzio, il piacere (part.del trittico) post 1900. Pavia-Musei Civici + Ettore Tito-L’amazzone, 1906. Genova-Civiche Raccolte Frugone

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LIBERTY. Uno stile per l’Italia moderna
Forlì – Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12
Fino al 15 giugno 2014
Info e prenotazioni tel: 199 15 11 34
www.mostraliberty.it

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