Piero Tosi 1690, l’inizio di un secolo di Francesco Costabile

Piero Tosi 1690, l’inizio di un secolo: Francesco Costabile il regista dei documentari “L’Abito ed il Volto. Incontro con Piero Tosi” e “Piero Tosi 1690, L’inizio di un secolo”.

La saggezza dell’uomo è finita con la tunica. Quando ha smesso di indossarla, l’uomo ha perso ogni dignità

(cit. Piero Tosi)

15.06.2014

Piero Tosi 1690, l'inizio di un secolo di Francesco CostabileFrancesco Costabile il regista dei documentari “L’Abito ed il Volto. Incontro con Piero Tosi” e “Piero Tosi 1690, L’inizio di un secolo”

Ed eccoci al Lumière in trepidante attesa, il pubblico è ansioso che venga proiettato il documentario “Piero Tosi 1690, L’inizio di un secolo”, regia di Francesco Costabile, di cui, in queste pagine, vi avevamo già accennato.

A discapito dell’aspetto giovanile Costabile, classe 1980, ha già avuto riconoscimenti nell’ambito cinematografico. Il suo primo cortometraggio “La sua Gamba” vince il Festival di Bellaria nel 2003, nel 2005 riceve una menzione speciale ai Nastri D’Argento per “L’Armadio”, per poi aggiudicarselo l’anno dopo con “Dentro Roma”.

Tra il 2004 e il 2006 ha studiato regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: racconta che, nonostante non sia stato uno studente di Piero Tosi, è sempre stato attratto dalla figura carismatica di questo costumista, tanto da affacciarsi alla soglia della sua classe mentre c’era lezione.

Nasce così, nel 2008, il primo documentario “L’Abito ed il Volto. Incontro con Piero Tosi” che sarà proiettato nel 2010 al “Biografilm Festival” aggiudicandosi il “Premio del pubblico”. Oggi, invece, sarà mandato in onda in anteprima mondiale, un nuovo capitolo su Tosi. Se il primo documentario di questo regista era incentrato sulla vita, il pensiero e il modo di vivere del costumista, questo secondo sonda il suo metodo di lavoro, offrendo uno spezzone del suo studio maniacale, di come egli costruisca un abito sul personaggio, caratterizzandolo e rendendolo unico, un sistema che ha reso grande Tosi.

Piero Tosi 1690, l'inizio di un secolo di Francesco Costabile

Grazie al finanziamento della maison Louis Vuitton, possiamo assistere in maniera vibrante alla realizzazione di alcuni costumi tratti dal 1685/1690 ai primi del 1700, un periodo che segna un cambio di stile netto.

Buio in sala… sulle sonate di Arcangelo Corelli, mani agili tratteggiano e schizzano veloci, su fogli di carta bianca, linee che racchiudono una sapienza che sembra essere millenaria. I segni a matita via via si fanno più nitidi e prendono forma, dando vita a costumi seicentechi. “L’abito non è un cadavere, ma è una vita che caratterizza il personaggio“: il precetto di Tosi è già da subito percepibile in pochi frame.

Ecco sul grande schermo un uomo che nonostante i suoi 87 anni continua a dimostrare una tempra vibrante, una passione pura ed una volontà di ferro, mentre insegna con energia impara esso stesso, autoalimentandosi.

Autorevole, Tosi spiega e ripercorre quelli che sono i cambiamenti di linea (la silhouette) che segna il passaggio epocale e stilistico tra i due secoli, dal verticalismo seicentesco teso al basso, alla tensione verso il cielo più tipico del settecento, che innalza il corpo. Non manca però di essere presente alla sua epoca e lo dimostra con una domanda che esso pone ai suoi studenti e che è, a mio avviso, uno spunto di riflessione anche per noi:

“Ogni momento storico ha il suo colore. Riflettete, quale colore è della nostra epoca?”

Guardatevi intorno, come siete vestiti, come è vestita la massa. Noterete che il colore predominante è il nero, con accenti azzurro o blu e sprazzi di rosa tendente al lilla o verde. Bene anche nel seicento c’era la base nera, ma il suo colore è il giallo.

Ripercorrete la pittura che è la più fedele testimonianza delle epoche e noterete che “La realtà è sempre più superiore rispetto alla nostra immaginazione”.

Tosi però non si limita ad una conoscenza profonda della storia del costume inteso come abbigliamento, ma anche di tutto ciò che rende caratterizzante il personaggio, passando dal make up, alle acconciature, alle maniere. Infervorato discute con i truccatori- “La bellezza è una astrazione” -per spiegare le linee guide e il modo di essere “belli” in quell’epoca, dove il viso era essenziale, facendo risaltare il minimo i lineamenti.

Su un viso ovale, gli unici punti visibili erano le pupille ed una bocca piccola appena accennata. Sentenzia con la modella “il bustino è contro la logica del corpo, dovrai sopportare” e chiede al paziente e bravissimo Luca Costigliolo, l’incredibile sarto che presta le mani alle creazioni in oggetto, minuziose e agli occhi dei profani inconsistenti modifiche, per raggiungere una bellezza e una perfezione che Tosi ha interiorizzato e che non è spiegabile.

“Oggi sono più pronto a fare determinati film, con l’insegnamento ho imparato di più

.

Così chiudiamo questo articolo con la speranza che questa affermazione, riportata da Costabile come risposta alla domanda del perché Tosi insegni, sia auspicabile ad una ancora più fruttuosa carriera e a proiezioni  di film in costume che incantino ancora gli spettatori, come a noi ha incantato questa biografia diretta con maestria e leggerezza.

.

Articolo a cura di Alberto Messina

.