Soocha torna con Human Acts ad Altaroma 2018

Sulle passerelle dell’edizione invernale di Altaroma torna Soocha, brand finalista di “Who IsOn Next? 2012”, nato dall’estro creativo della designer coreana SooJung Cha, con la collezione Fall Winter 2018/19 “ATTI UMANI/HUMAN ACTS”.

Soocha è Soojung Cha, designer coreana che vive in Italia dal 1998: dopo aver terminato gli studi allo IED di Milano, ha lavorato con marchi del calibro di RUFFO, C’N’C Costume National, Dirk Bikkembergs e Giuliano Fujiwara e nel 2012 ha partecipato al celebre concorso “Who Is On Next?”, con la sua collezione “Suzanne Susceptible”, vincendo il prestigioso premio YOOX. Dal 2016 ha dato vita al progetto Soocha, un nuovo inizio.

Soocha è anche un’artista, che attualmente sta preparando, in Germania, una mostra chiamata “ATTI UMANI” come la collezione Autunno Inverno 2018/19 presentata il 26 gennaio scorso con grande successo.

L’ispirazione nasce dal secondo capitolo dell’omonimo romanzo della scrittrice coreana Han Kang, vincitrice del Booker Prize 2016 (nota ai più soprattutto per il grandissimo successo La vegetariana).

Partendo da un brutale episodio di repressione militare, avvenuto in Corea del Sud, con questa collezione Soocha torna alle proprie origini, confrontandosi con i tumultuosi anni ‘80, che nel suo paese furono gli anni della riconquistata libertà, passata però attraverso momenti molto difficili. ATTI UMANI/HUMAN ACTS è una collezione sulla speranza, sulla rinascita, sull’ascesa ad un livello più alto.

“La speranza davvero non muore mai. E a volte come una pianta ostinata, si ostina a vivere e a crescere anche nel più inospitale dei terreni.”

Di certo il trasformare tutto questo in una collezione di abiti è stato un compito non facile, declinato con un delicato equilibrio tra verticalità e leggerezza. Lane classiche dai pesi leggeri e twill di cotone incontrano l’organza, anche espressa con patchwork, la seta, i tessuti imbottiti, le stampe personalizzate, andando a comporre il mix di una collezione rivolta ad una donna contemporary, che non smette di riflettere sul mondo che la circonda.

I volumi della collezione fanno incontrare le forme dell’abito tradizionale hanbok, con la rivoluzione stilistica che avveniva in quegli anni, mischiando il tutto con le tendenze urbane di cui è interprete dall’inizio del suo percorso.

I look sono alternati con immagini maschili/femminili: giubbini da militare mixati con vestiti in raso di seta, capi di lana maschili e piumini e scialli imbottini in twill di seta stampata. Il gusto dei contrasti si vede anche nei capi: i giubbotti militari hanno una fodera di seta stampata, i capi in lana classica da uomo presentano dettagli come le balze, la camiceria da uomo è arricchita con dettagli femminili. Ci sono inoltre stampe a fiori che creano un simbolo di “vietato”, stampe che richiamano delle pennellate ricordando il patrimonio dell’arte tradizionale coreana e stampe che utilizzano le fantasie a patchwork.

Proprio il patcthwork è un altro elemento caratterizzante la collezione perché racconta la vita e l’abbigliamento di tutti i giorni dei coreani, specialmente in quegli anni, che viene richiamato soprattutto nelle maniche delle camice. I colori di base sono stati arricchiti da colori accesi come il rosso e il giallo, dall’uso del nero, del navy e da colori pastello come il rosa pallido e il verde acqua.

.

Photo credits: F. Fior / Luca Sorrentino ©AltaRoma gennaio 2018

.