Etichetta di profumo russa (1895). Collezione privata.

Storia Del Profumo, Profumo Della Storia in una bellissima mostra

Nella storia il profumo è stato ed è non solo strumento di seduzione e medium per subliminali messaggi,  fragranza in grado di avvicinare alla divinità ma anche modo per occultare l’odore di corpi mai lavati e di ambienti dove l’igiene non aveva casa:

per saperne di più non perdetevi la suggestiva mostra “Storia del Profumo, profumo della storia” che il Comune di Fratta Polesine, l’Università degli Studi di Ferrara e il Polo Museale Veneto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo propongono negli ambienti del Museo Archeologico Nazionale (inaugurato nel 2009) nelle barchesse di Villa Badoer, tradizionale sede di importanti mostre d’arte.

L’esposizione, curata da Federica Gonzato con Chiara Beatrice Vicentini, Silvia Vertuani e Stefano Manfredini, dipana diversissime storie, tutte incentrate sul profumo e sull’arte profumiera.

Storia Del Profumo, Profumo Della Storia in una bellissima mostraEtichetta francese di una scatola di saponette profumate (1930 circa). Collezione privata

In mostra tremila anni di profumi, attraverso i loro contenitori: da quelli – aryballoi, alabastra e lekythoi – preziosissimi in alabastro, pasta vitrea o ceramica decorata dell’età greca e romana, a quelli più recenti, dove cominciano a “pesare” i marchi della grande profumeria planetaria di oggi. Insieme a oggetti, libri, antichi formulari e farmacopee, strumenti multimediali ed esperienze sensoriali.

Non solo reperti e documenti rarissimi, ma  anche sensazioni e esperienze coinvolgenti.

Tutti, ad esempio, possono cimentarsi come “nasi” alla scoperta delle diverse essenze e immaginando le loro composizioni, facendo appunto ciò che fanno i maghi della profumeria. Si possono annusare essenze diversissime, nella quasi totalità di origine vegetale, compresa quella della mitica Rosa Centifolia, la varietà che, coltivata a Grasse in Provenza, offre la fragranza che rende unico Chanel n. 5. La casa profumiera parigina ha l’opzione sull’intera produzione della famiglia Muol, il miglior produttore di Centifolia, per i prossimi 100 anni. Per ottenere 1,5 chili di essenza vengono impiegate centinaia di migliaia di rose, per l’esattezza una tonnellata di petali, per un controvalore economico a molti zeri!

6-chanelL’olio essenziale della rosa di Taif è il più costoso al mondo e se ne producono solamente 16 kg all’anno al costo di oltre 50 mila euro al chilo. La produzione è destinata in gran parte al Re dell’Arabia Saudita.

Nulla di nuovo in questo: i profumi e l’arte profumiera hanno sempre affascinato le famiglie reali e principesche. Questa passione contagiò, tra le tante, Caterina Sforza e Caterina de’ Medici, ma soprattutto Isabella d’Este marchesa di Mantova, che nella città lombarda frequentava il suo rinomato laboratorio di profumeria, componendo lei stessa le preziose essenze.

Questo e molto altro si può scoprire nella ricca esposizione divisa in sei sezioni tematiche avvincenti: si parte da Il mondo dei profumi raccontato tramite l’archeologia, si viaggia attraverso i secoli con ricettari, farmacopee e libri di secreti e con un’affascinante Storia del profumo (in collaborazione con Mavive, Museo del Profumo e del Costume, Palazzo Mocenigo Venezia) che evidenzia come Venezia fosse  una vera e propria capitale dei profumi.

5-catalogo-di-prodotti-di-bellezza-della-ditta-bertelli-1900
Poster a destra: catalogo di prodotti di bellezza della ditta Bertelli (1900)

Qui infatti venivano fatte arrivare le essenze più rare, provenienti da paesi lontanissimi; qui operavano celebri “essenzieri” e qui, non a caso, venne edito I Notandissimi Secreti de l’Arte Profumatoria”. Correva l’anno 1555 ed era, per l’Occidente, il primo ricettario ufficiale dell’arte cosmetica.

Strepitose poi le Suggestioni Fin de siècle, con esposizione di stampe liberty in cromolitografia, riguardanti materiale pubblicitario, etichette di saponi profumati, di acque di colonia, di brillantine, calendarietti profumati, delle ditte Bertelli, Sirio e Migone, dal 1880 al 1939. Gli oggetti esposti illustrano trousse e confezioni di cosmetici (ciprie, profumi, saponette, dentifrici, brillantina).

Infine passando tra Tradizione e Innovazione. Stazione multimediale, in cui viene raccontata la cosmesi degli Estensi, si arriva alla parte più interattiva della mostra – realizzata con il contributo di AmbrosiaLab, Cura Marketing GmbH Innsbruck, ViaVai, Mavive, The Merchant of Venice – ossia il Percorso Olfattivo che accompagna il visitatore nella conoscenza delle  famiglie olfattive: albarelli in ceramica graffita ferrarese contengono essenze Mavive, con un focus particolare  dedicato all’iris nelle sue declinazioni.

Storia Del Profumo, Profumo Della Storia in una bellissima mostraEtichetta francese di una scatola di saponi profumati (anni 1930-1940).Collezione privata

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Storia del Profumo, Profumo della Storia
Fino al  26 febbraio 2017
Museo Nazionale Archeologico
Fratta Polesine (Ro)

facebook.com/MuseoArcheologicoFrattaPolesine/

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