Suggestioni dal ROBOT 07.2°

…Ed è così che ci imbattiamo in una “nostra conoscenza” che è stata più volte gradita ospite su queste pagine e della cui presenza vi avevamo già accennato.

Si tratta di Hidden Forest Market, nelle figure di Eleonora, Marco e Rachele, sempre così incredibilmente solari che basta un loro sorriso per ritemprarti e ricaricarti di energie; anche l’ottimo caffè biologico offerto da Caffè Musetti, che ha lo stand a fianco, ammetto che mi ha aiutato a riprendere coscienza di me.
Questa loro presenza al roBOt Festival ci fa capire come la loro filosofia di moda al passo con i tempi e perfettamente integrata con il tessuto sociale cittadino sia una priorità e ancora una volta si confermano dei leader!

Il nostro occhio, comunque, cade anche al “merchandising” preparato per l’ occasione. Ad un buon festival non può mancare la vendita di gadget! Benché tendenzialmente non ami molto questo genere di souvenir, poiché spesso si limitano alla stampa del logo su t-shirt basiche, ammetto che i capi realizzati per questa edizione sono veramente carini!

La stylist Valentina Valà e il curatore Gianluca Giangiobbe ci spiegano che hanno voluto utilizzare il cotone al 100% per la produzione sia delle magliette che della “felpa/cardigan”, che ho trovato molto interessante e attuale. Il modello presentato, che si rifà alla edizione del roBOt 05, ha subìto per l’occasione alcune interessanti modifiche, come il cappuccio più grande e una zip a vista che chiude una tasca porta i.phone che, unita alla sua linea asimmetrica e alle rifiniture grintose, lo rendono un capo giovane e fresco.

Non abbiamo tempo per lo shopping, anche se la mia collega vorrebbe provare ed è sul punto di acquistare, perché ci sono tante iniziative che ci aspettano e il tempo stringe.

Nella Sala degli Atti inizieranno a breve le prove dello spettacolo “The Enlightenment” by “Quiet ensemble”. Anche se questa performance verrà ripetuta nei giorni successivi, causa il nutrito calendario, abbiamo deciso di vederlo oggi e così deve essere. Noi di fashionbeginners, però, abbiamo un difetto e che difetto! Non abbiamo senso dell’orientamento e così siamo riusciti a perderci all’interno del Palazzo. Sarà mai possibile? Ebbene si! Ci siamo riusciti!

Ok, possiamo scusarci dicendovi che la struttura è immensa, la segnaletica quasi inesistente e che per le performance alcune entrate sono state chiuse, però…per fortuna il bracciale magico dell’accredito press ci permette di essere più liberi negli spostamenti e così riusciamo ad arrivare in tempo! (non vi dico le figuracce con lo staff).

All’ingresso il cartello che sconsiglia l’accesso a chi soffre di epilessia o è sensibile a determinate luci funge da “alibi” alla mia accompagnatrice che decide di lasciarmi solo (non ci credo! ha trovato la scusa! sicuramente torna indietro e andrà a comprare qualcosa allo stand di Hidden Forest Market).

Ed eccomi dunque solo, nella sala buia

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Marco Cecotto Live at DAE 2012 Dobbia (it) – 01-09-2012 – Video non del roBot Festival

Ad attendermi un concerto, un concerto di pura luce. Si, la luce ha un suono e lo scoprirò in questi giorni di festival ora e il 2 ottobre con la performance “Squeezing sounds out of light” di Marco Cecotto che, gentilmente, mi ha rilasciato una intervista che vi presenterò nel prossimo post.

Ø
8_Quiet Ensemble_selfportrait.highQuiet Ensamble

L’ “orchestra”, diretta dai Quiet Ensemble nel loro nuovo progetto “The Enlightment” è composta dunque da fari e lampade di ogni genere e da un set up elettrico che sostituiscono gli strumenti musicali. Otto neon verticali al posto di otto violini, le lampade stroboscopiche fungono da tamburi e, al posto dell’arpa, un faro teatrale che illumina me tra il pubblico e la cui intermittenza mi abbaglia… ma non è la prima cosa che noto, l’apparato elettrico è sicuramente imponente alla vista, ma è l’odore la prima cosa che si percepisce.

Ad inebriarmi le narici, in un primo momento in maniera lieve per poi divenire a mano a mano sempre più pungente al proseguire della performance, il caratteristico odore di olio che proviene dalla macchina del fumo, utilizzata come componente dello spettacolo e che contribuisce a rendere così suggestive e focali le luci. Partendo dunque con due dei cinque sensi ottenebrati e confusi, assisto a come sia possibile estrapolare il suono della corrente elettrica attraverso bobine di rame ed un circuito che porta elettricità alle lampade, ottenendo così suoni e luci e dando vita agli strumenti musicali.

Ogni luce ha una risposta elettromagnetica diversa, e di conseguenza un suono diverso: è con questo precetto che gli artisti hanno impostato una scelta formale guidata dall’impatto sonoro di ogni singola lampada. Il risultato sono dei colpi netti e decisi, che hanno un’intensità simile ai colpi delle percussioni di un’orchestra.

Ad ogni singola accensione luminosa viene attribuito un suono che, modificato in tempo reale dai due performer e sommato agli altri strumenti, ha dato origine al concerto.

L’impressione che ne ho avuto, e che ho avvertito dagli astanti, è stata in un primo momento di diffidenza e di una certa ilarità che, con il passare dei minuti, si è tramutata in un mutismo assoluto da parte di tutti. Completamente assorbito dal gioco di luci e suoni, lo spettatore risulta attonito, quasi imbambolato…ammetto che, nonostante avessi già fatto esperienze simili quando vidi la mostra “L’Illusione della luce” a Palazzo Grassi di Venezia, ne sono uscito abbastanza provato. Giunta mezzanotte e recuperata la mia collega, mi accingo a lasciare la sede di Palazzo Re Enzo.

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…Continua…

Immagine di copertina:Llapse (Screaning)

Articolo recensione a cura di Alberto Messina