Tre mostre da non perdere nelle Marche #estate2019

Non solo tanta rigogliosa natura, declinata in dolci e  svariate forme – dalle magiche cime dei Sibillini alle paradisiache spiagge che si estendono ininterrotte dal Conero a San Benedetto del Tronto – ma anche tanta tanta arte per questa estate 2019 nelle magnifiche Marche: oltre ai musei permanenti, siti archeologici, chiese, monumenti e chi più ne ha più ne metta, ecco l’occasione giusta per un’idea culturale di vacanza, che sia per un weekend o più.

Tre mostre temporanee da visitare tra Jesi, Senigallia e Fabriano:

1) La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, che coinvolgerà non solo la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano, ma anche due evidenze storico-artistiche molto importanti della città, il Duomo e la Chiesa di San Benedetto. La mostra  riunisce i capolavori realizzati tra Ancona (1606-1607), con quelli del periodo fabrianese (1613-1619),  la sublime Circoncisione e Fabriano, con La Vergine del Rosario oggi nella Pinacoteca Civica, la Visione di Santa Francesca romana oggi a Urbino (Galleria Nazionale delle Marche), l’intensa Maddalena per l’Università dei Cartai, nucleo di una stanza tematica in cui Gentileschi viene messo a confronto con Guerrieri – il grande caravaggesco marchigiano cui è riservata una mostra nella mostra – Baglione, Turchi, Valentin, Vouet, Cagnacci e molti altri.

Infine, le opere della Cattedrale di San Venanzio, tra cui la Crocefissione, e della Chiesa di San Benedetto, contesti ricchissimi, sono parte integrante del progetto e del percorso espositivo e riflettono, a gradazioni diverse, la conversione caravaggesca dell’artista.

Orazio Gentileschi, Circoncisione, 1607, Chiesa del Gesù, Ancona

L’esposizione ha voluto instaurare un rapporto forte con il territorio e con il caravaggismo che attraversò la regione, per questo rappresenta un’occasione unica per ammirare opere emblematiche di un momento fra i più memorabili della storia dell’arte, con uno slancio verso la modernità mai visto prima, che ha aperto la porta alle emozioni, alla loro forza vitale e drammatica, al loro dibattersi profondo che è ancora il nostro.

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2 agosto–8 dicembre 2019
Pinacoteca Civica Bruno Molajoli

Piazza Giovanni Paolo II
Fabriano (AN)

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2) Ci spostiamo ora alla  Rocca Roveresca di Senigallia dove dal 2 al 31 agosto 2019 sarà aperta al pubblico una mostra antologica a cura di Denis Curti dedicata a Maurizio Galimberti, uno dei più importanti fotografi italiani degli ultimi decenni.

Nato a Como nel 1965, appassionato da sempre di fotografia, Maurizio inizia la propria ricerca per mezzo di una fotocamera a obiettivo rotante, utilizzando una classica pellicola analogica: con l’arrivo degli anni Ottanta, che eleggono la Polaroid a nuovo metodo d’indagine fotografica, Galimberti decide di abbandonare l’attività di famiglia per dedicarsi interamente alla sua passione, facendo della Polaroid e dell’immagine istantanea “il filo conduttore” della sua intera carriera artistica.

Per questa mostra antologica l’artista ha scelto di esporre alla Rocca  Roveresca di Senigallia una raccolta di fotografie originali e tra le più rappresentative della sua produzione – tutte realizzate con il sistema Polaroid – provenienti dal proprio archivio e da collezioni private. Possiamo ammirare i suoi famosi  “mosaici” (immagini che forse più lo hanno contraddistinto), i ritratti ( in particolare quelli di illustri protagonisti della cultura italiana e non, come tra gli altri Umberto Eco e Lalla Romano, della musica coma Lucio Dalla e Loredana Bertè, del cinema come Robert Altman), i “ready made”  e le fotografie di viaggio, da New York all’Emilia Romagna.

Un colpo all’anima: Mario Giacomelli, 1993
Barbara Bouchet, 2007

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3) Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria a Jesi: la mostra vuole delineare la vicenda esistenziale oltre che artistica, di una delle più importanti fotografe del Novecento, celebrandone il mito, ma raccontando anche gli aspetti più privati. Fotografia e vita collimano, l’una a raccontare l’altra con un intento di onestà, passione e ideali.

Sessanta fotografie provenienti dalla Galerie Bilderwel di Berlino di Reinhard Schultz, che ne è anche il curatore. Obiettivo del progetto espositivo, ideato da Francesca Macera, è quello di ripercorrere le affascinanti vicende biografiche di Tina Modotti, far scoprire la sua grande abilità di fotografa e le passioni che ne condizionarono in maniera determinate l’esistenza, attraverso un percorso che si snoda in sei tappe, che ripercorrono i luoghi, le immagini, gli amici, gli amanti che fecero parte dell’affascinante universo di Tina.

Di origini friulane, giovanissima emigrò negli Stati Uniti, prima a Los Angeles, dove ebbe una breve carriera hollywoodiana, in qualità di attrice del cinema muto. Scritturata per parti da avvenente femme fatale, partecipa a diverse pellicole, tra cui The Tiger’s Coat del 1920 diretta Roy Clements, unico documento cinematografico superstite della sua carriera da attrice. In seguito l’incontro con il fotografo statunitense Edward Weston, che per molti anni fu suo mentore e compagno di vita e con il quale si trasferì in Messico nel 1923 dove partecipò attivamente alla fervida vita culturale e politica che negli anni Venti del Novecento animava il paese e diventando amica di molti intellettuali e artisti come Frida Kahlo.

Edward Weston, Ritratto di Tina Modotti nella casa di Weston a Glendale, Glendale, California,1922
Anonimo, Tina Modotti e Frida Kahlo, Messico D.F., 1928

Infine si evidenzia il crescente coinvolgimento di Tina nella politica, tale che la porta ad abbandonare la fotografia per dedicare tutte le sue energie all’attivismo, un impegno totalizzante che la spinge per lunghi periodi in Russia, Francia e Spagna, e poi a tornare in Messico, fino alla sua misteriosa morte avvenuta nel gennaio del 1942 a Città del Messico dentro a un taxi che la sta riportando a casa.

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Fino al 1 settembre 2019
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
Palazzo Bisaccioni
Piazza Colocci 4
Jesi (AN)
Ingresso libero

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