Gianfranco e il suo Tatler

E’ conosciuto in città come il dandy del Tatler, in quanto uomo elegante, sofisticato, attento allo stile e ad ogni minimo dettaglio. 

Effettivamente basta ¹“il nodo di una cravatta, la stoffa di una camicia, i bottoni di un gilè, la fibbia di una scarpa…” (Barthes) per fare la differenza e di sicuro non si passa inosservati.

“Roland Barthes definisce il dandy colui il quale ha deciso di radicalizzare il vestito dell’uomo distinto, sottoponendolo ad una logica assoluta e precisa che il dandismo è un’unione di etica e tecnica dove la seconda si fa garante della prima, come in tutte le filosofie ascetiche nelle quali il comportamento fisico è la via d’accesso al pensiero”

Ho pensato proprio a questa riflessione parlando con Gianfranco: abbiamo chiacchierato a lungo in un clima disteso e rilassato, in un luogo che definirei fiabesco, dalle infinite suggestioni ottocentesche, tra libri di filosofia, preziosi profumi, foto d’epoca, arredo in stile inglese, pennelli da barba, legna da ardere nella sua adorata stufetta, papillon, plaid a fantasia tartan, e insomma intorno tutto il nécessaire per un vero Gentleman.

Lui è di uno stile e di un’eleganza innata: non solo esteriore, ma anche e soprattutto nei gesti, nelle parole, nei pensieri.

Ha un’identità forte e vera: le persone così mi hanno sempre colpito. Devo ammettere che una volta uscita da Tatler, il ritorno alla realtà è stato un po’ traumatico: mi ero completamente estraniata e ho percepito subito con chiarezza cosa intendesse il mio interlocutore, quando parlava di qualità della vita. Prendersi un momento per sé, concedersi il piacere di ascoltare e di essere ascoltati, staccare dai ritmi frenetici e caotici della nostra vita quotidiana: ricordo la sensazione di serenità che ho portato via con me.

E la naturalezza con la quale l’intervista si è trasformata in un racconto. Così come è stata, la restituisco anche a voi.

Ho chiesto a Gianfranco di raccontarmi come è nata Tatler, che non è solo una profumeria da uomo ma è assolutamente e completamente il suo mood.

<<Quando ho iniziato a pensare a questo posto, l’ho immaginato come un rifugio magico, un luogo per condividere, a prescindere dal commercio e senza pensare alla parte economica, se non alla fine. Cercavo una vecchia officina, poi tre anni fa, in estate, stavo passeggiando qui in via Rialto e ho notato questa porta.

<<Aveva un richiamo strano, ma non vedevo nulla dentro, perché era tutto coperto. Ho chiamato il proprietario e quando poi sono tornato per vedere lo spazio, ho subito immaginato, ho avuto proprio una proiezione mentale>>

<<Sono stato colpito subito dalla botola, che porta nei sotterranei, e dal retrobottega, infatti una delle prime cose che ho deciso di comprare, è stata la stufa a legna. Al mattino arrivo e inzio a pulirla, la accedo e aspetto che il fuoco avvampi. E’ un rito per me: per certe persone può sembrare una seccatura, ma per me sono gesti fondamentali. Scalda l’ambiente ed è di una compagnia pazzesca. Ecco ad esempio cosa intendo quando parlo di qualità della vita. Subisco il fascino delle cose belle“>>

<<A poco a poco ho arredato tutto da solo, senza consultare un architetto. Il pavimento ad esempio, lo ho recuperato dalla demolizione di una villa: ho trovato la metratura giusta e ogni pezzo è diverso dall’altro.
Ho deciso di ristrutturare e risanare la cantina senza pensare a come avrei potuto utilizzarla…ma credo fermamente che la vita va come deve andare, e a volte è il caso che ti indica la strada da seguire. Bisogna saper sentire dentro di sé che quella è la cosa giusta da fare>>

<<Una sera entra una ragazza molto curiosa e iniziamo a chiacchierare: da cosa nasce cosa e dopo qualche giorno porta qui una sua amica fotografa (Silvia Cicconi). Da questo incontro è nata la prima mostra fotografica, che abbiamo allestito proprio in cantina! E’ stato un momento di una poesia unica. Abbiamo esposto foto d’epoca, antiche foto di famiglia in bianco e nero, retroilluminate in una cantina buia. Da qui sono nate altre collaborazioni e sono state organizzate oltre venti mostre in tre anni. Chiaro che la prima mostra mi è rimasta particolarmente nel cuore! Un’altra bellissima esperienza, che ricordo con grande emozione è il concerto dei Widowspeak nel 2011: c’era un’atmosfera davvero magica e l’acustica era perfetta>>

<<Solo in seguito ho pensato a quale prodotto metterci dentro: in realtà sono un po’ pigro e inoltre volevo un commercio non invadente. Ho pensato ad una profumeria per uomo: ho sempre usato profumi tradizionali inglesi, di vecchie produzioni. Floris, Penhaligons, Royall Lime… Il profumo è una suggestione attraverso la quale puoi raccontare tante storie. Non è però una questione di quello che vendi: oggi ogni cosa può essere trovata facilmente>>

<<Il prodotto che c’è dentro ha un suo senso certo, ma se un giorno al posto dei profumi dovessi vendere libri, sarebbe uguale. L’importante è l’armonia completa tra uomo, ambiente e spirito: mi definisco un camaleonte infatti! Per me ci deve essere una simbiosi completa tra persona-luogo-pensiero, anche se sembra una cosa difficilissima da ottenere>>

<<Sono una persona molto aperta e accolgo sempre con entusiasmo coloro che passano di qua, sia amici che sconosciuti. Il mio è un atteggiamento di fiducia nell’altro. Nello stesso tempo cerco comunque di mantenere il mio profilo ben definito, cerco di ‘proteggere’ la mia nicchia: mi piace molto la calma e la serenità, per questo non ho una vetrina, non faccio pubblicità e rimango decisamente in via Rialto, che è una via bellissima, tradizionale, ricca di potenzialità, dove troviamo degli spazi interessanti e speciali, accomunati dalla ricerca di qualità, come il Cinema Rialto d’Essai, uno dei pochi cinema storici ancora rimasti in centro, o tutte le botteghe e le attività artigianali che sono in costante rinnovamento>>

<<Questo è il mio mondo, la mia dimensione. Siamo sempre abituati a pensare e a misurare tutto con i soldi e non mi piace. Questo è un posto al quale voglio bene e il mio intento è quello di coinvolgere le persone che entrano e farle stare bene, anche per pochi momenti. Non sono un contenitore vuoto, solo per far vedere e vendere. Non mi interessa: voglio condividere questa situazione con gli altri e cerco di favorire sinergie, contando molto sul rapporto con le persone. Se riesco, sono felice. Quando si è rilassati e si fa quello in cui si crede, si sta bene>>

<<Quando ho deciso di aprire questa profumeria, non l’ho detto a nessuno, se non in famiglia. Spesso gli uomini hanno paura del nuovo, dei cambiamenti, e sapevo di poter ricevere il consiglio, magari anche sensato, di agire con cautela. Se sei veramente spinto dalla passione, non devi seguire questo tipo di consigli. Senti che devi andare e vai. A quel punto sei talmente motivato, che procedi con il cuore libero, senza pensare ad un corrispettivo. Credo davvero che quando una cosa la fai con passione, la gente se ne accorge, e alla fine hai sempre un riscontro. La vita è forse un gioco di specchi>>

<<Un consiglio che mi sento di dare a tutti è di curare la propria persona. Cercare di fare della propria vita un capolavoro. Anche i dettagli, e quello che sta intorno, contribuisce a dare sapore e valore alla tua vita. Fin da ragazzo ho curato molto il mio stile, i miei interessi, le mie letture, poi con il tempo, ho affinato tutti questi aspetti e cercato di realizzare una sorta di armonia dentro di me, per poi tirarla anche fuori>>

<<Ovviamente è un lavoro continuo, anche perché poi ognuno ha la sua vita e ci deve fare i conti. Dipende dalla voglia che ognuno di noi ha di andare a fondo e quanto vuole andare a fondo. Ti devi dare un metodo e ricordare che la corsa è con te stesso>>

<<Spesso mi chiedo Ho usato bene il mio tempo? Che cosa ho fatto oggi?‘ e mi sembra una specie di preghiera laica, però fa stare molto attento! Nella vita c’è bisogno di qualcuno e di qualcosa che ti faccia emozionare, siamo talmente travolti dalla velocità degli eventi che spesso lo dimentichiamo. Ma poi arriva sempre il momento in cui questo bisogno si palesa ed è in quel momento che ci si mette in discussione, e anche in gioco. Amo molto la curiosità, perché è un modo per non restare mai ‘a secco’>>.

<<Tatler è una nicchia, non è una profumeria: è un luogo dell’anima, un’atmosfera, un sentimento. Anzi Tatler è l’apoteosi della nicchia>>

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Foto di Francesco Trombetti ©Servizio in esclusiva per il blog Fashion Beginners .
¹Le citazioni di Roland Barthes sono tratte da “Il senso della moda.Forme e significati dell’abbigliamento” Einaudi edizioni
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TATLER
Via Rialto 29
Bologna

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Servizio fotografico completo di questa intervista:

GIANFRANCO TATLER IN GALLERIA

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