68° Festival del Film Locarno

E’ appena iniziato uno dei Festival del cinema più attesi dell’anno, tra ospiti hollywoodiani, grandi anteprime internazionali, giovani talenti e una retrospettiva dedicata a Sam Peckinpah.

Opening di alto livello con la prima mondiale di “Ricki and the Flash” di Jonathan Demme (Stati Uniti, 2015) il 5 agosto 2015 per la 68° edizione del Festival del Pardo d’oro: interpretato dal mostro sacro Meryl Streep qui insieme a sua figlia Mamie Gummer nella parte di sua figlia!  si tratta, secondo il Direttore Artistico Carlo Chatrian:

“di una storia straordinaria per il cinema americano, ovvero una madre che dopo aver lasciato la casa (la classica villa lussuosa) per un modesto appartamento per seguire una propria indipendenza, chiamata da una situazione di crisi ci fa ritorno e, seppure in punta di piedi, la abita con la sua persona, il suo look, il suo spirito”

La pluripremiata attrice Premio Oscar indossa i panni della grintosa rockstar Ricki, che lascia la famiglia per inseguire i suoi obiettivi e i suoi sogni di gloria e infine tornarvi, tra senso di colpa e voglia di recuperare i rapporti. In Italia il film uscirà il 10 settembre 2015.

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Il programma è comunque ricchissimo e “per tutti i gusti, tanto da soddisfare anche i cinefili più esigenti: in Piazza Grande, dove si trova uno degli schermi più grandi d’Europa, saranno presentati ben 16 lungometraggi e 3 cortometraggi.

Alcuni dei titoli di cui si parla già molto: “La Belle Saison”, di Catherine Corsini (Francia, 2015) con Cécile de France (attrice di origine belga, molto amata dal regista Cédric Klapisch ma straordinaria ne “Il ragazzo con la bicicletta” dei Dardenne, la ricordate?) che racconta un’intensa storia d’amore tra due donne negli anni Settanta; SOUTHPAW-L’ultima sfida” di Antoine Fuqua (Stati Uniti, 2015) con un cast di star quali Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, la cantante Rita Ora, Curtis James Jackson III (dei 50 Cent) e Pastorale Cilentana” di Mario Martone (Italia, 2015), che dopo Leopardi, narra in questo corto la storia di una famiglia agricola della metà del XIV secolo,  immersa nelle sue occupazioni giornaliere e in paesaggi arcaici e sublimi.Segnaliamo i costumi, ancora una volta firmati dalla eccellente Ursula Patzak, fresca vincitrice del David di Donatello 2015 come migliore Costumista proprio per “Il giovane favoloso”.

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In Concorso Internazionale, come è nella tradizione storica di Locarno, un programma variegato e accuratissimo, tra film documentari, film in prima persona, fiction più tradizionali e opere più sperimentali.

Tra i numerosi titoli: “Chevalier” di Athina Rachel Tsangari (Grecia, 2015), “Cosmos” di Andrzej Zulawski (Francia/Portogallo, 2015), HAPPY HOUR” di Ryusuke Hamaguchi (Giappone, 2015), Heimatland” di Lisa Blatter, Gregor Frei, Jan Gassmann, Benny Jaberg, Carmen Jaquier, Michael Krummenacher, Jonas Meier, Tobias Nölle, Lionel Rupp, Mike Scheiwiller (Svizzera/Germania, 2015), film che per Chatrian <<segnerà la prossima stagione e non solo perché raggruppa il meglio della nuova generazione svizzera>>.

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Per l’Italia, “BELLA E PERDUTA” (Italia, 2015) di un regista che ho sempre seguito e che apprezzo moltissimo, Pietro Marcello: dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore, ossia mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone (curiosità: la sua voce è di Elio Germano). I due servi, uomo e animale, intraprendono così un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare. Tra documentario e fiaba.

“Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella. Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare…”

(Pietro Marcello)

Da tenere d’occhio il Concorso Cineasti del presente e i Pardi di domani, dedicato alla scoperta di nuovi e giovani talenti, svizzeri e internazionali.

“Signs of Life” è invece la sezione dedicata a  lavori che sperimentano nuovi modelli narrativi, con otto opere in prima mondiale, tra cui “L’Infinita Fabbrica del Duomo” di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi, che racconta la storia della nascita e del continuo mantenimento del Duomo di Milano attraverso i secoli, con una prospettiva poetica e dal forte impatto visivo.

l'infinita fabbrica del duomo

Anche la sezione Fuori concorso propone film dal grande spessore umano e artistico come LE BOIS DONT LES RÊVES SONT FAITS” di Claire Simon (Francia/Svizzera, 2015), “ROMEO E GIULIETTA” di Massimo Coppola (Italia, 2015), “I SOGNI DEL LAGO SALATO” di Andrea Segre (Italia,2015)  un viaggio nell’economia kazaka, che è legata a quella italiana e scopriremo come e perché – FRAGMENTS DU PARADIS” di Stéphane Goël (Svizzera, 2015) e “VIVERE ALLA GRANDE” opera prima di Fabio Leli (Italia, 2015) sul gioco d’azzardo (qui il sito ufficiale per saperne di più).

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“Vivere alla grande” Teaser

I sogni del lago salato

“Volevo andare in Kazakistan. Perdermi in terre di confine, in orizzonti talmente ampi da diventare intimi. “I sogni del lago salato” sono sogni che ho cercato nelle steppe asiatiche e che ho poi ritrovato nella cantina di mio zio Alberto (cugino direbbe lui), dove piccoli antichi sogni erano custoditi nelle pellicole 8 mm di 50 anni fa. Sono sogni che l’umanità ciclicamente prova a fare, senza avere il coraggio di fermarsi, di chiedersi cosa rimane indietro. Negli ultimi anni questi sogni sono accelerati a tal punto che per la mia generazione è diventato invece necessario iniziare a chiederselo. Stiamo contando le ferite e abbiamo voglia di fermarci. Abbiamo voglia di non accettare che gli orizzonti siano solo quelli della necessità di crescere. A me lo ha insegnato Sozial, un pastore in riva al Mar Caspio, sotto la prima tempesta di neve dell’inverno scorso. In Kazakistan. Non così lontano da qui”

(Andrea Segre)

Per la Retrospettiva quest’anno tocca a Sam Peckinpah (1925-1984), regista considerato uno dei grandi ribelli di Hollywood, che con i suoi western ha profondamente segnato l’immaginario collettivo. Il Festival proporrà la sua intera opera cinematografica, con diverse copie restaurate e una selezione dei suoi lavori televisivi, delle collaborazioni e dei titoli che ha interpretato come attore, con discussioni, incontri e tavole rotonde.

Locarno_2015_5“Patt Garrett & Billy The Kid” (1973), uno dei suoi film più famosi + Sam Peckinpah sul set

Open Doors invece è un progetto molto valido che offre anche occasioni di visione uniche per noi spettatori: la sezione vuole sostenere e mettere in luce i registi di una regione del Sud e dell’Est del mondo il cui cinema indipendente è fragile e non ancora in sviluppo, con laboratori di coproduzione e proiezioni pubbliche. Ogni anno è dedicato ad una regione o Paese diverso e questa volta è incentrato su quattro paesi del Magreb: Algeria, Libia, Marocco e Tunisia.

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Tra i super ospiti il nostro Marco Bellocchio, che ritira il 14 agosto 2015 il Pardo d’onore Swisscom, serata in cui sarà proiettato il suo “I PUGNI IN TASCA” (Italia, 1965); il regista Michael Cimino, altro Pardo d’onore Swisscom, il 9 agosto 2015; Edward Norton che ritira l’Excellence Award Moët & Chandon e Andy Garcia per il Leopard Club Award, riconoscimento assegnato ad una grande personalità del cinema che attraverso il suo lavoro è riuscita a segnare l’immaginario collettivo.

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68° Festival del Film Locarno
Dal 5 al 15 agosto 2015
Pardolive.ch

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