Poor things di Yorgos Lanthimos🔥

Il nuovo film di Yorgos Lanthimos, con protagonista Emma Stone, racconta l’evoluzione di Bella Baxter, straordinaria figura femminile che viene riportata in vita a un passo dalla morte da un brillante e poco ortodosso scienziato, il Dr. Godwin Baxter.

Sotto la sua protezione, Bella è sempre più ansiosa di imparare e, affamata della mondanità che le manca, fugge con Duncan Wedderburn (interpretato da Mark Ruffalo), un abile e libertino avvocato in una travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.

Con una sceneggiatura scritta dal candidato all’Academy Award® Tony McNamara (La favorita) basata sul romanzo omonimo dello scrittore scozzese Alasdair Gray, pubblicato nel ’92 (secondo Lanthimos “una storia sulla libertà di una donna nella società“), la trama racconta, attingendo ad un mix incredibile di vari generi (fantasy, fantascientifico, storico, fiabesco, gotico, formazione…) la coinvolgente ed emozionante storia di una giovane- che ricorda un po’ Frankestein, ma va decisamente oltre!- alla ricerca di se stessa e della propria indipendenza e identità.

Emma Stone, che oltre ad essere la protagonista è anche tra i produttori del film, ha dichiarato: La storia che Yorgos mi stava spiegando era davvero unica e di grande ispirazione per una donna: immaginare un mondo dove la tua mente non è condizionata dal modo in cui sei stata cresciuta e dal modo in cui ti hanno insegnato a comportarti”.  Infatti accanto ai temi importantissimi della sessualità e delle costrizioni sociali, il film esplora il bisogno dei personaggi maschili di controllare Bella. McNamara descrive il film come una feroce satira sugli uomini. “POVERE CREATURE! esplora in profondità il modo in cui gli uomini vedono le donne, la pressione a cui le sottopongono e la loro convinzione che le donne siano lì per servirli”, spiega, “eravamo estremamente coscienti delle politiche sociali di questa storia e del loro legame con il mondo di oggi”.

La narrazione affronta la tensione patriarcale attraverso gli occhi di Bella e il tono con cui Yorgos affronta tutti questi temi funziona estremamente sullo schermo: la maturazione, la consapevolezza e la crescita della giovane donna avviene in una società maschile molto repressiva ma lei resta sempre fedele a se stessa, alla propria umanità e curiosità risplendendo nella conquista della propria autonomia e brama di vivere.

Mille peripezie vissute in una sorta di Gran Tour fino a Parigi, dove Bella, sempre sovversiva, ipnotica, determinata e affascinante, creatura quasi fatata ma con sfumature dark, raggiunge l’apice del suo sviluppo sessuale e intellettivo: vive esperienze diverse che le offrono svariati punti di vista e soprattutto le permettono di osservare mille sfaccettature degli esseri umani. Successivamente, al suo ritorno a casa ricomincia a sentirsi a suo agio e rilassarsi in questo mondo, trovando la felicità nella sua esistenza, ma ecco che appare improvvisamente il minaccioso, austero e magnetico, Alfred Blessington, e tutto il suo passato tornerà in superficie. Anche se Alfie conosceva Bella nella sua precedente esistenza, in realtà la sta vedendo ora per la prima volta.

Per quanto riguarda le scenografie e le ispirazioni, inizialmente, i filmmaker avevano pensato di utilizzare città come Budapest e Praga come location, ma, ispirandosi ai film degli anni Trenta, Lanthimos ha iniziato a esplorare l’idea di costruire un mondo completamente nuovo da zero: voleva che i set diventassero parte del tessuto del film e che si creasse un mondo per Bella che non fosse realistico ma avesse degli elementi fantascientifici, anacronistici e immaginari, non rispecchiando appunto un’epoca precisa ma diventando una sorta di fiaba o metafora. Non a caso, con queste premesse, gli scenografi prescelti sono stati Shona Heath- che svela nella sua estetica precendenti collaborazioni con il celebre fotografo Tim Walker- e James Price, che nel film di Sean Durkin, The Nest – L’inganno ha mostrato un affine universo immaginifico.

I due hanno raccontato in un’intervista di essere estremamente differenti, ma comunque molto affiatati in questo lavoro: all’inizio del loro processo di ricerca, hanno discusso approfonditamente i differenti periodi storici a cui avrebbero voluto ispirarsi, così da poter determinare il tono del film insieme. Heath in particolare si è ispirata molto alle caricature satiriche realizzate da Albert Guillaume a Parigi durante la Belle Époque, che erano piuttosto futuristiche per l’epoca. Le riprese si sono svolte in numerosi teatri di posa degli Origo Studios di Budapest, dove la produzione ha costruito i mondi completi di Londra e della casa di Baxter, il transatlantico, la piazza e il bordello di Parigi, l’hotel e i quartieri poveri di Alessandria. Per le scene ambientate a Lisbona, la produzione ha utilizzato il più grande teatro di posa dell’Europa continentale, situato nei Korda Studios di Budapest.

Passando al “trucco e parrucco”, la hair, make-up and prosthetics designer candidata all’Academy Award® Nadia Stacey (La favorita) sapeva che molti dei personaggi avrebbero dovuto avere un aspetto a dir poco eccentrico. “In ogni società, ci sono persone che sembrano provenire da un’altra epoca. Oggi, camminando per strada, può capitare di vedere persone che sembrano uscite dagli anni Settanta. Stavamo esplorando ciò che quelle persone avrebbero potuto essere e il modo in cui avrebbero potuto ragionare. È proprio questo a rendere sempre così interessanti i film di Yorgos”Per Bella, Stacey si è basata sull’idea che il personaggio fosse la più grande femminista della sua epoca. Leggendo alcuni libri sulle donne dell’età vittoriana, si è resa conto che la cosa più importante erano le regole da seguire. Bella non ha nessun freno e questo la rende un personaggio fantastico da guardare, l’esempio perfetto di cosa significasse andare contro le aspettative nell’Inghilterra vittoriana.

All’epoca, gli uomini erano attratti da donne con i capelli lunghi, che erano considerati più femminili. Tuttavia, le donne potevano portare i capelli sciolti soltanto a casa. Stacey ha deciso quindi che Bella non avrebbe mai avuto i capelli legati, soprattutto a Lisbona, dove fa tutto ciò che vuole. Stacey è bravissima nel mixare elementi storici con soluzioni del tutto inaspettate: per esempio molto interessante è anche l’ideazione del look del bordello parigino e di Madame Swiney. “Sembra grottesco, ma volevo che il make-up delle persone che lavoravano al bordello ricordasse le ferite sulla pelle, perché il bordello stesso è ideato per somigliare alle pieghe della pelle, con tonalità rosa e viola. Tutti i costumi realizzati da Holly sembravano fatti di pelle umana”.

Secondo Stacey, il look sfoggiato da Kathryn Hunter nel ruolo di Swiney era il più riuscito, ed è stato anche il più complesso da realizzare. Dopo aver visto il costume di Swiney e il modo in cui il personaggio sarebbe stato coperto, con i suoi capelli raccolti in un turbante, Stacey ha inviato a Lanthimos la fotografia di riferimento di una donna vittoriana ricoperta di tatuaggi, proponendo che, in una scena, Swiney avrebbe potuto spogliarsi e mostrarsi piena di tatuaggi dalla testa ai piedi. Lanthimos ha subito accettato la proposta e Stacey ha iniziato a disegnare individualmente più di un centinaio di tatuaggi. Hunter credeva che l’idea fosse folle e meravigliosa al tempo stesso e ha apprezzato moltissimo i suoi tatuaggi temporanei, ammettendo che la sua pelle sembrava quasi noiosa dopo averli rimossi. Mentre per il personaggio di Baxter, Stacey si è ispirata principalmente ai dipinti di Francis Bacon: tuttavia, creare un look simile con il make-up prostetico è stata una sfida molto diversa.

Ciò che funziona su una superficie piatta potrebbe avere un aspetto completamente diverso su un volto in movimento. “Inoltre, non si può ingaggiare una persona come Willem Dafoe e nascondere completamente il suo volto”,spiega Stacey. “Il suo volto è già perfetto così com’è: bisognava semplicemente utilizzare il trucco per arricchire ciò che avevamo già”.  Pur costringendolo a svegliarsi molto presto tutte le mattine, il trucco prostetico si è rivelato molto utile per Dafoe: lo ha aiutato a diventare completamente Godwin Baxter e gli ha offerto un punto di partenza elettrizzante per il suo personaggio.

E per concludere in bellezza, qualche accenno ai costumi (magnifici e geniali): la costumista Holly Waddington (The Great, Lady Macbeth) ha apprezzato molto l’idea di una persona nuova e priva di norme sociali che sperimenta il mondo per la prima volta. “Viviamo in un mondo davvero folle e questa storia ci ricorda che è stato costruito da noi: la colpa è soltanto nostra”, ha dichiarato. Man mano che Bella inizia a svilupparsi e ad avventurarsi nella società, i suoi costumi rispecchiano il suo risveglio sociale e sessuale. “La tavolozza cromatica e i colori che Holly ha utilizzato sono frutto di riflessioni molto profonde, e sono ispirati a ciò che Bella sta affrontando e al modo in cuisista evolvendo”, ha commentato Emma Stone.

Bella porta un corsetto soltanto nella scena in cui torna da Alfie Blessington e indossa un vestito risalente alla sua vita precedente come Victoria Blessington. All’inizio del film, Bella è prigioniera in casa e indossa camicette dall’aspetto molto vittoriano, ma mai un abito completo. A Waddington piaceva l’idea che, come molti bambini, Bella fosse completamente vestita al mattino, ma perdesse la maggior parte dei suoi abiti entro l’ora di pranzo. Gli occhi di Bella scoprono per la prima volta la parte mostruosa della società quando Henry la porta ad Alessandria e lei vede i poveri abitanti dei bassifondi. Per questo costume, Waddington ha vestito Bella con il suo completo più formale mentre molti dei passeggeri della nave indossano immacolati abiti bianchi e color crema. Questo è l’unico momento in cui vediamo Bella nei panni di una rappresentante della sua classe sociale e di una donna dell’alta società.

Quando è arrivato il momento di ideare i costumi per il bordello di Parigi, Waddington aveva un’idea molto precisa dell’aspetto che voleva evitare: “Le immagini proposte dai drammi in costume sono sempre molto coerenti. Se siete cresciuti in Inghilterra guardando i programmi trasmessi dalla BBC la domenica sera, avrete visto molte donne dei bordelli del XVIII e del XIX secolo. È un look grandioso, ma volevamo fare qualcosa di leggermente diverso”. Per la realizzazione di questi costumi unici, Waddington è stata molto grata a Stone, che era sempre pronta a sperimentare i suoi folli design. Il vestito da sposa di Bella è divenuto uno dei costumi preferiti  dell’attrice in tutta la sua carriera: “Mi sono quasi messa piangere quando l’ho indossato. Era splendido. Velato e delicato, ma anche incredibilmente forte. Ricorda un po’ il modo in cui vedo la natura delsesso, ossia come una mescolanza di vulnerabilità e sicurezza: il vestito simboleggia questo per me. Vedo questo abito come una dichiarazione estremamente significativa”

POVERE CREATURE! oltre ad essere un capolavoro cinematografico, è una voce autentica e fortissima sui mali della nostra società contemporanea: “Oggi questa storia è estremamente attuale, ancor più del periodo in cui abbiamo iniziato a scriverla”, afferma McNamara, “L’idea del patriarcato e delle giovani donne che si liberano dall’oggettificazione è diventata importantissima nella società di oggi. Spero che il film riesca a esprimere questo concetto”.  “Voglio che gli spettatori si rendano conto che questo è un film politico e riconoscano gli aspetti femministi e socialisti”, ha aggiunto Andrew Gray (figlio di Alasdair). “Lo scopo del romanzo e del film è quello di rendere il mondo un posto migliore rifiutando di accettare i mali che abbiamo imparato a ritenere normali”.

Uscita in sala 12 ottobre 2023 (Italia)