I Vestiti dei Sogni, i costumi Italiani per il cinema a Roma

I Vestiti dei Sogni, una mostra dedicata all’eccellenza Italiana dei costumi per il cinema a Roma.

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“I Vestiti dei Sogni”, ideata e realizzata dalla Fondazione Cineteca di Bologna ed Equa di Camilla Morabito, una mostra davvero speciale allestita a Palazzo Braschi, sede elegante, eccezionale e una delle location grazie alla sua magnifica scalinata de “La grande bellezza”.

Un secolo di storia del cinema attraverso l’arte dei grandi costumisti italiani con protagonisti, tra gli altri i Premi Oscar Piero Tosi (alla carriera nel 2013), Danilo Donati (nel 1969 per “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e nel 1977 per “Il Casanova” di Fellini), Milena Canonero (ben tre, il primo con Stanley Kubrick per “Barry Lyndon”, per “Momenti di gloria”, per la “Marie Antoniette” di Sofia Coppola e aggiungiamo la Nomination agli Oscar 2015 per i costumi di “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson) e Gabriella Pescucci (con Martin Scorsese per “L’età dell’innocenza” nel 1994).

I Vestiti dei Sogni i costumi per il cinema a Roma

Questi grandi maestri sono al centro di un racconto che vuole superare lo stereotipo della galleria di abiti, per far emergere il senso di una scuola, di una tradizione artigiana italiana eccellente, quella dei disegnatori dei costumi e di chi poi li ha realizzati, case come Tirelli costumi, Annamode, Costumi d’Arte, Devalle, Farani, Maison Gattinoni, The One, Sartoria Cesare Attolini e gli atelier Pieroni, Rocchetti, Pompei.

Un percorso dalle origini ai giorni nostri, dalle dive del muto a “La grande bellezza”, un’arte di altissimo livello quella dei costumi, quella degli artisti e degli artigiani che hanno fatto grande il cinema, italiano e internazionale.
Da Lyda Borelli – protagonista e autrice in “Rapsodia satanica” di scelte impareggiabili per vesti che hanno determinato un intero immaginario estetico, a Toni Servillo, emblema di un eclettismo contemporaneo manifestato anche attraverso quei tagli e quei colori di abiti già divenuti ovunque un cult.

Con un progetto di allestimento luci affidato a Luca Bigazzi, tra i più apprezzati direttori della fotografia del panorama contemporaneo, e realizzato da Viabizzuno, I vestiti dei sogni raccoglie oltre 100 abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti, tra i quali spicca l’unicum della pressa, che un maestro come Danilo Donati costruì per foggiare i costumi del “Satyricon” di Federico Fellini.

I Vestiti dei Sogni i costumi per il cinema a Roma

In I Vestiti dei Sogni, un doppio percorso immaginato, da un lato, lungo l’arco cronologico di un secolo le cui tappe sono segnate dai costumisti (Caramba, Vittorio Nino Novarese, Gino Carlo Sensani, Piero Gherardi, Maria de Matteis, Piero Tosi, Danilo Donati, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti, Milena Canonero, Pier Luigi Pizzi, Gitt Magrini); dall’altro lato, alla ricerca del lavoro del costumista in capolavori della storia del cinema che grazie ai loro abiti sono impressi nella memoria di generazioni e generazioni:

ritroviamo Piero Tosi (per “Matrimonio all’italiana” di Vittorio De Sica), Danilo Donati (per Il Casanova” di Federico Fellini e “Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini); e poi Giulio Coltellacci per “La decima vittima” di Elio Petri; Franco Carretti per Giù la testa” di Sergio Leone; Gianna Gissi per “Il marchese del Grillo” di Mario Monicelli; Ugo Pericoli per “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini; Lina Nerli Taviani per “Habemus Papam” di Nanni Moretti fino alle recentissime invenzioni di Daniela Ciancio per La grande bellezza” di Paolo Sorrentino; Ursula Patzak per “Il giovane favoloso” di Mario Martone e in anteprima, Massimo Cantini Parrini per il prossimo film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti”.

I vestiti dei sogni– racconta il direttore della Cineteca di Bologna e curatore della mostra Gian Luca Farinelli – è divisa in due parti: percorso principale e collezione permanente. Quest’ultima è la parte più libera, in cui abbiamo scelto di collocare i costumi in un dialogo ispirato ai dipinti esposti nella collezione di Palazzo Braschi. Tra gli abiti, quelli di un film che si è appena finito di girare: i costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini per il nuovo film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti.

<<Un’opera che ancora deve vedere la luce dello schermo, e i cui abiti ci ricordano che la storia del costume cinematografico italiano ha radici antiche e un promettente futuro. Il percorso principale, invece, porta avanti il racconto di un secolo di scuola italiana. Si snoda nelle prime dieci sale, ha un suo coronamento nel salone dedicato alla Sartoria Tirelli – a cui abbiamo dato carte blanche, per festeggiarne il cinquantenario, nella scelta degli abiti e dei film da rappresentare – e si chiude con la stanza dedicata agli incantevoli abiti di Milena Canonero per “Marie Antoinette”, nel cuore dell’esposizione permanente>>

<<Nel racconto della mostra abbiamo dato particolare accento alle filiazioni, perché la denominazione di scuola che si è voluta attribuire alla tradizione italiana non è affatto arbitraria, ma affonda in un’autentica trasmissione del sapere>>

<<Novarese è allievo di Caramba; De Matteis e Gherardi di Sensani; Tosi della De Matteis, e indirettamente, attraverso Visconti, di Sensani, così Donati; Pescucci è allieva di Tosi, e Millenotti di Pescucci in quella fucina creativa che è stata ed è la Sartoria Tirelli; Canonero, infine, seppur più libera e sganciata dal contesto italiano, proprio quest’anno esordisce alla regia con un documentario su Piero Tosi: e la cosa ci pare piena di significati. La sfida era anche quella di trovare una chiave espositiva>>

<<I costumi sono creati per vivere indossati, dagli interpreti, durante il breve tempo delle riprese – e poi per sempre nelle immagini dei film. Esibirli al di fuori di quel contesto rischia sempre di trasformarli in fiori appassiti. Per questo abbiamo chiesto a uno dei più valenti direttori della fotografia del cinema contemporaneo, Luca Bigazzi, di immaginare per i costumi esposti un percorso di luci, che è stato realizzato da un artigiano eccellente e gran sperimentatore della luce, Mario Nanni, e dalla sua Viabizzuno>>

<<Sono luci magiche, velate naturalmente, che restituiscono alle stoffe, ai colori che abbiamo visto sullo schermo, una vita presente nella quale abbiamo il privilegio di trovarci anche noi, spettatori che avevano già conosciuto gli stessi costumi nel sogno della proiezione cinematografica>>

 Una mostra da non perdere per gli amanti della moda, del cinema e della bellezza, ma anche per chi ama sognare.

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Museo di Roma Palazzo Braschi
Dal 17 gennaio al  22 marzo 2015
Piazza Navona 2
Roma
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