Gino Parin: Vanità, 1927 ca, olio su tela, 167 x 190 cm, collezione privata

Eterno feminino, arte a Trieste tra fascino e discrezione

A Trieste il Museo Sartorio, dimora storica settecentesca, propone un fascinoso viaggio nell’Eterno femminino, attraverso una mostra a cura di Federica Luser, Michela Messina e Alessandra Tiddia, che riunisce in questo luogo suggestivo e a suo modo intimo, una trentina di ritratti di donne triestine dei primi decenni del ‘900. I dipinti provengono dalle collezioni del Museo Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private, e vogliono offrire uno sguardo particolare su Trieste, attraverso una galleria di ritratti femminili che propone una città osservata nelle sue pieghe più intime, nei volti e nei corpi di donne di quella borghesia cosmopolita e pluriconfessionale che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel diciannovesimo secolo e nel primo ‘900.

Mario Lannes: Donna con rovine, 1930 ca. olio su tela, 71 x 71 cm, collezione privata
Piero Marussig: Ritratto della moglie, 1915 ca. olio su tela, 101 x 81 cm, collezione privata
Antonio Camaur: Ritratto della moglie sul divano blu, 1915 ca. olio su tela, 97 x 75 cm. Trieste, Museo Sartorio

Il soggetto della mostra è appunto il mondo femminile, l’eterno femminino. Il focus è su quelle donne triestine i cui sguardi, pose, movenze riflettono la caratteristica principale per cui sono conosciute: quel fascino discreto ma volitivo legato al loro essere indipendenti e sicure di sé. Una sorta di proiezione della coscienza segreta delle donne, ritratte nella loro diversità: muse, amiche, mogli, amanti, donne bellissime e sfrontate, provocanti e soddisfatte, timide e riservate, specchio della Trieste di allora. Un fascino discreto, enigmatico e ambiguo a volte, colto nella mondanità e nel segreto delle stanze.


Oscar Hermann Lamb: La coppa verde, 1933, olio su tela, 96 x 85 cm, collezione privata
Nino Poliaghi: Studio di figura, 1929, olio su tela, 80 x 60 cm, collezione privata
Bruno Croatto: Ritratto di giovane donna in abito nero, 1931, olio su tela, 69 x 61,2 cm. Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste
Giannino Marchig: La gonna gialla, 1923, olio su tela, 138 x 83 cm, collezione privata

“Più che un melting pot Trieste è una costellazione, più che un crogiolo ove tutto si mescola e amalgama, è una partitura a più voci: «Gente con premesse diverse che deve tentare di conciliare gli inconciliabili, che naturalmente non ci riesce e saltan fuori tipi strani, avventurieri della cultura e della vita […]” (Bobi Bazlen).

L’arco temporale in cui sono state realizzate le opere si concentra sui primi quattro decenni del XX secolo, anni particolari e di grandi cambiamenti, sospesi tra euforia e dramma a causa delle trasformazioni epocali di una città che, dopo la Prima Guerra Mondiale, vede il proprio mondo sgretolarsi e poi ricostruirsi in forme e modi diversi. Diverse ed eterogenee sono le sensibilità artistiche e i linguaggi espressivi che, pur strettamente determinati da un’esigenza di realtà – una costante dell’arte a Trieste per tutto il ‘900 – oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le atmosfere legate al mondo del Déco come a quelle del Realismo Magico.
Ma ciò che raccorda queste raffigurazioni del femminile, il comune denominatore delle opere selezionate, sta in quell’equazione sottile, talvolta celata, altre volte più manifesta fra queste figure e Trieste, quel fascino discreto e perturbante, quella “scontrosa grazia” che affiora nelle pose, nelle espressioni dei volti, ma anche in uno sguardo, nel rapporto fra l’effigiata e il contesto, spesso espresso da un dettaglio o raccontato nello spazio della tela e che riflette l’immagine di un’essenza sottile, quella di una città controversa: Trieste, appunto.
Scultura e pittura si intrecciano nelle splendide sale del Museo Sartorio, luogo ideale per l’esposizione di questi capolavori della scuola triestina che negli interni di una dimora storica vengono idealmente restituiti all’atmosfera per i quali erano stati concepiti.

Cesare Sofianopulo: Ritratto di Luciana Valmarin, 1927, olio su tela, 195 x 130 cm, collezione privata
Cesare Cuccoli: Ritratto di giovane donna, 1935 ca, olio su tela, 47 x 40 cm, collezione privata

Info:

Museo Sartorio
Largo Papa Giovanni XXIII, 1 – Trieste

+39 040 675 9321
museosartorio@comune.trieste.it

Apertura:
21 dicembre 2023 – 1 aprile 2024
da giovedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00
Chiuso nelle giornate festive del 25 dicembre e 1 gennaio.
Aperto il 26 dicembre. Ingresso libero.