Deborah Feingold, Annie Lennox, New York, 1983

Io, lei, l’altra. Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste

A Trieste presso il Magazzino delle Idee fino al 17 luglio 2022 un’esposizione che ripercorre, attraverso 90 opere, la fotografia degli ultimi cento anni e permette di valutare la nuova concezione della donna e il suo ruolo attraverso una successione di straordinarie immagini da Wanda Wulz a Cindy Sherman, da Florence Henri a Nan Goldin.

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Io, lei, l'altra. Installation view, Magazzino delle Idee, Trieste. Ph. massmedia.it, Giacomo Lodolo
Io, lei, l’altra. Installation view, Magazzino delle Idee, Trieste. Ph. massmedia.it, Giacomo Lodolo

Il ritratto e l’autoritratto fotografico sono una testimonianza straordinaria del difficile processo di affermazione di sé e della conquista di una nuova identità sociale da parte delle artiste donne nel Novecento e nei primi anni del nuovo secolo. I ritratti e gli autoritratti sono luoghi di confronto, ma anche di conflitto fra espressioni diverse dell’identità. A forme convenzionali di rappresentazione si contrappongono nuovi modi di esprimere la propria personalità; i ruoli consolidati della rappresentazione della donna, le pose ripetitive mutuate dai ritratti tradizionali cedono spazio a modalità di espressione inedite.

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Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste
Agata Wieczorek, Self (della serie Second Skin) / Self (from the series Second Skin) 2019

Da modella al servizio di un artista la donna si trasforma in figura attiva e creativa. Ai ritratti eseguiti da uomini – come Man Ray, Edward Weston, Henry Cartier-Bresson, Robert Mapplethorpe, solo per citare alcuni dei fotografi presentati in mostra – si accostano ritratti e autoritratti di donne artiste e fotografe, tra cui Wanda Wulz, Inge Morath, Vivian Maier, Nan Goldin, Cindy Sherman, Marina Abramović.

Marina Abramović, Nude with Cut star, 2005, C-print, 95 69 cm ©Marina Abramović, courtesy of the Marina Abramović Archives Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

Il rapporto fra soggetto e autore della foto contribuisce alla stratificazione dei significati e arricchisce le possibilità di interpretazione. Se l’intuito ci porta a pensare che le autorappresentazioni offrano un’immagine dell’autore più autentica rispetto ai ritratti eseguiti da altri, le opere raccontano una storia spesso diversa in cui le donne dimostrano di saper imporre la propria personalità a colui che sta dall’altra parte dell’obiettivo; allo stesso tempo i fotografi rivelano una straordinaria capacità nell’interpretare il caratteredi chi sta loro di fronte.

Leonor Fini, la marchesa Luisa Casati, Meret Oppenheim si servono dell’obiettivo dei colleghi uomini per esprimere tutto il loro fascino e la loro forza seduttiva. Florence Henri, Francesca Woodman e Nan Goldin al contrario, puntano su di sé l’obiettivo della macchina fotografica per rivelare a loro stesse e a chi le osserva aspetti celati della propria personalità, mettendo in scena, in alcuni casi, le proprie debolezze.

Veno Pilon, Leonor Fini, 1935 ca. Stampa alla gelatina ai sali d’argento su carta © Primoz Brecelj, Pilonova Galerija Ajdovscina – Galleria Pillon, Ajdovscina/Aidussina

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Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste
Mari Katayama, You’re mine #002, 2014, © Mari Katayama, Collezione privata, Roma

La mostra è suddivisa in sezioni, ognuna delle quali rende conto di una diversa forma di rappresentazione dei ruoli che le donne interpretano nelle fotografie.

La sezione “Artiste e modelle” è dedicata alle donne che sono state creatrici e allo stesso tempo hanno prestato i loro volti e i loro corpi per opere altrui, come è il caso di Meret Oppenheim, Tina Modotti, Dora Maar.

La sezione intitolata “Il corpo in frammenti” raccoglie gli autoritratti che restituiscono immagini di corpi parziali, riflessi in specchi fratturati, con l’epidermide percorsa da linee che ne interrompono l’integrità, come se in ciò si rispecchiasse la difficoltà di rappresentarsi. I ritratti degli anni Settanta che hanno per protagoniste Valie Export, Jo Spence e Renate Bertlmann mimano ironicamente l’immagine tradizionale della donna come madre, donna di casa o oggetto sessuale.

“Una, nessuna e centomila” raccoglie gli autoritratti delle artiste che, da Claude Cahun a Cindy Sherman, hanno utilizzato il proprio corpo per interpretare attraverso mascheramenti identità o stereotipi diversi.

Un’altra sezione affronta il tema degli stereotipi nella rappresentazione dalle identità culturali e sessuali, un’altra ancora a quelli nella definizione dei canoni di bellezza mentre alcune fotografie sono dedicate ad artiste accanto a proprie creazioni come nel caso del celeberrimo ritratto di Louise Bourgeois eseguito da Robert Mapplethorpe.

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Man Ray, Meret au bonnet de bain, 1933 ca., (1982) © Man Ray 2015 Trust by SIAE 2022. Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
Man Ray, Meret au bonnet de bain, 1933 ca., (1982) © Man Ray 2015 Trust by SIAE 2022. Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste
Photo credit massmedia.it Giacomo Lodolo

Va infine segnalato che l’esposizione Io, lei, l’altra si inserisce in un progetto avviato dalle istituzioni culturali afferenti l’ERPAC dedicato al tema dell’autoritratto e del ritratto d’artista in una prospettiva storico-artistica che spazia dal Seicento fino ai giorni nostri. Infatti a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia è allestita anche la mostra Riflessi, che ha sviluppato il tema del ritratto attraverso prestiti da numerose istituzioni europee, mentre alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan si tiene l’esposizione Artista + Artista che ha riunito interventi di ricerca di artisti legati al territorio regionale e transfrontaliero.

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Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste

Fino al 17 luglio 2022 (MOSTRA PROROGATA)

Magazzino delle Idee

Corso Cavour 2, Trieste

Orari: da martedì a domenica 10.00-19.00; lunedì chiuso 

Biglietti: Intero € 8,00 Ridotto € 5,00

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