Girl di Lukas Dhont

Un film #danonperdere che ha conquistato completamente l’ultimo Festival di Cannes:

una storia poetica di identità che affronta con poesia e intimità la tematica transgender. Due radiosi esordi in un vero gioiello di una bellezza rara.

Nelle sale italiane distribuito da Teodora, film rivelazione all’ultimo Festival di Cannes con enorme successo di pubblico e ben quattro importanti premi ottenuti, Girl è senza ombra di dubbio il caso cinematografico della stagione appena aperta: protagonista del film è Lara, interpretata da uno strepitoso Victor Polster che debutta al cinema proprio in questo lavoro e vince subito il premio per la Miglior interpretazione al Certain Regard.

Lara è una adolescente con la passione della danza classica: insieme al padre e al fratellino si è trasferita in un’altra città per frequentare una prestigiosa scuola di balletto, a cui dedica tutta se stessa. Ma la sfida più grande è riuscire a fare i conti con il proprio corpo, perché Lara è nata ragazzo.

Ispirato a una storia vera, il film segna il clamoroso debutto alla regia del ventisettenne Lukas Dhont (premiato con la Caméra d’Or), che si impone così come una delle voci più promettenti del cinema europeo: nato a Ghent, in Belgio, nel 1991, si diploma in arti audiovisive alla KASK School of Arts della sua città.

I suoi primi cortometraggi, Corps Perdu e L’Infini, fanno il giro dei festival internazionali vincendo numerosi premi e L’Infini viene addirittura candidato all’Oscar. Nel 2016 Dhont è borsista alla Cannes Cinéfondation per il copione di Girl, che sarebbe diventato il suo primo film: non a caso, vi si ritrovano alcuni temi cari al regista, come la danza, l’identità e la trasformazione.

La passione per la danza ha spinto Dhont a collaborare regolarmente anche con il ballerino e coreografo Jan Martens, con cui tra gli altri ha firmato a quattro mani la performance The Common People.

<<Quando ero bambino mio padre voleva fare di me un boy scout. Ogni due settimane mi lasciava insieme a mio fratello a giocare nel fango con gli altri bambini e a campeggiare. Ma tutti e due odiavamo andarci. Entrambi preferivamo recitare, cantare e ballare e a noi sembrava che fosse questo il modo per esprimere noi stessi nel modo più sincero. Potete immaginare come siamo rimasti disorientati quando poco dopo abbiamo scoperto che queste cose erano viste come “femminili”, per bambine. Io ero un maschio, come potevano piacermi? Così alla fine ho smesso di farle, perché non volevo che mi si ridesse dietro…>>

Molti anni dopo, quando avevo iniziato a studiare cinema, lessi un articolo su una ragazza, nata in un corpo di ragazzo: era convinta di essere una ragazza malgrado la biologia non fosse d’accordo. La mia ammirazione per lei fu istantanea.

<<Il desiderio di raccontare la storia di un personaggio simile, giovanissimo, capace di sfidare una società in cui genere e sesso sono ancora inevitabilmente connessi, era enorme. È così che è iniziato Girl, dal bisogno di dire qualcosa su come percepiamo il genere, sulla femminilità e la mascolinità. Ma soprattutto sulla lotta interiore di una giovane eroina che mette a rischio il proprio corpo per diventare la persona che vuole essere. Qualcuno che sceglie di essere se stesso all’età di 15 anni, quando a molte persone occorre una vita intera.>>

(Lukas Dhont)

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Victor Polster nasce a Bruxelles nel 2002. Studia recitazione da giovanissimo, ma poi decide di dedicarsi alla danza classica e viene selezionato per la Royal Ballet School di Anversa. Dopo aver lavorato in un videoclip dei Vegas, partecipa con successo a vari concorsi di danza e riceve proposte da istituzioni prestigiose come il Ballet Vlaanderen e da marchi come Dior.

Photo credit © KrisDewitte

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