Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022

Blonde: come Ana de Armas si è trasformata in icona.

Costumi, trucco e hair style del controverso film su Marilyn Monroe.

Basato sul romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, “Blonde” presentato a Venezia 79, scritto e diretto da Andrew Dominik, reinventa audacemente la vita di una delle icone più longeve di tutti i tempi, Marilyn Monroe interpretata da Ana de Armas.

Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso la sua ascesa alla celebrità e discesa psicologica ed emotiva, Blonde offusca le linee di realtà e finzione per esplorare un io diviso tra la sua immagine pubblica e il più profondo, intimo e privato sé.

Il film ha avuto recensioni fortemente controverse, ma il regista ha dichiarato di essere rimasto fortemente colpito dalla lettura del romanzo (“It’s hard to say really. It’s a little like falling in love” – “È difficile dirlo davvero. È un po’ come innamorarsi”) intorno al 2002, tanto che gli è rimasto sempre fisso in mente soprattutto per l’opportunità di mostrare come un trauma infantile potesse influenzare una vita adulta e soprattutto come la donna più visibile al mondo sia in realtà completamente invisibile.

Specificando poi che Blonde è un’opera di fantasia, non una biografia e che la Oates ha essenzialmente “drammatizzato” ciò che provava nei confronti di Marilyn in quanto figura emozionalmente significativa di cosa poteva significare essere donna. Il film esplora il rapporto di Norma Jeane con se stessa e con quest’altra “cosa”, “Marilyn”, che è sia la sua armatura che una minaccia che la consuma e la logora lentamente, qualcosa di fortemente autodistruttivo.

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Nata il 1 giugno 1926 a Los Angeles, California, Norma Jeane Baker, divenne una delle attrici più amate e desiderate del mondo con il nome d’arte di Marilyn Monroe. Da bambina viveva periodicamente con sua madre che soffriva di vari disturbi mentali. Dopo un evento particolarmente turbolento quando Norma Jeane aveva sette anni, sua madre Gladys fu ricoverata al Norwalk State Hospital mentre lei venne prima affidata ad un tutore e poi mandata alla Los Angeles Orphans Home Society fino all’età di 16 anni.

Si sposò quindi con il suo primo marito James Dougherty, ma dopo il divorzio nel 1946, Norma Jeane ebbe successo come modella pubblicitaria incarnando perfettamente lo stile pin up tipico del periodo, e all’età di 20 anni, frequentò il suo primo corso di recitazione e iniziò a usare il nome Marilyn Monroe. (Lei l’avrebbe cambiato legalmente nel 1956.)

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Blonde con Ana de Armas
Postcard photo of Marilyn Monroe Di Teichnor Bros. Boston

 

Marilyn Monroe in Niagara, 1953 Di Studio publicity still. 20th Century Fox

Dopo piccole parti in film per lo più dimenticabili, è arrivata all’attenzione di Hollywood nel 1950 con una piccola parte nel film premio Oscar All About Eve. Lei ricevette buone recensioni per il thriller noir del 1953 Niagara (abito rosso rimasto nella storia, disegnato da Dorothy Jeankins e Charles Le Maire) e quello stesso anno la sua reputazione di super-star e sex symbol è stata consacrata con i film Gli uomini preferiscono le bionde e Come sposare un milionario.

Nel 1955 la Monroe si sposò con l’icona del baseball dei NY Yankees Joe Di Maggio e consolidò la sua reputazione di attrice comica in The Seven Year Itch del regista Billy Wilder, così come nella commedia del 1959 A qualcuno piace caldo che la portò alla vittoria di un Golden Globe e in cui tra l’altro canta il tormentone I wanna be Loved by you. Nel 1956 sposò il drammaturgo vincitore del Premio Pulitzer Arthur Miller (Death of a Salesman) che ha scritto la sceneggiatura del suo ultimo film, The Misfits, diretto da John Huston e con co-protagonisti Clark Gable e Montgomery Clift.

La coppia divorziò poco dopo il completamento della produzione nel 1960. A questo punto arrivano degli anni particolarmente turbolenti emotivamente. Il 19 maggio 1962 al Madison Square Garden, durante i festeggiamenti per il compleanno del presidente John Fitzgerald Kennedy, si rende protagonista di un altro episodio rimasto nella storia, cantando Happy Birthday, Mr. President, indossando uno stupendo abito color carne, in chiffon decorato con brillanti strass e realizzato da Bob Mackie per l’atelier Jean Louis (sì proprio quello che quest’anno Kim Kardashian ha affittato per il Met Gala e pare, abbia danneggiato).

Il 5 agosto 1962, il corpo di Marilyn Monroe fu scoperto dalla sua governante. La sua morte è stata determinata per essere da un’overdose di barbiturici.

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Blonde con Ana de Armas

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Ana de Armas, amatissima attrice spagnola di origine cubana con lunghi capelli scuri e occhi tra il verde e il nocciola, anche grazie al talento della troupe di hair stylist e makeup artist, ha avuto una metamorfosi veramente impressionante.

“Queste trasformazioni sono state molto complicate perché non dovevamo solo fissare un look o uno sguardo”, ricorda l’attrice. “Questa è la storia di 36 anni della sua vita, quindi abbiamo attraversato tutte le fasi, non solo parlando del colore dei suoi capelli o del suo aspetto, ma tratteggiando chi era Norma Jeane, chi era Marilyn. Non abbiamo utilizzato protesi. Era tutto trucco. Ogni giorno era una sfida. Ogni giorno era una sorpresa. Ed è stata una delle mie parti preferite della giornata”. “Dal punto di vista dell’artista, abbiamo cercato di essere fedeli all’originale, sia per Marilyn Monroe che per Ana”, afferma Tina Roesler Kerwin (The Grey Man, Top Gun: Maverick), l’acclamata truccatrice che insieme alla fantastica caporeparto capelli Jaime Leigh McIntosh (Bombshell e Black Panther) è stata incaricata di trasformare Ana in Marilyn ogni giorno.

Dominik ha suggerito di ispirarsi alle fotografie di ricerca appese lungo le pareti dell’ufficio di produzione (moltissime in bianco e nero o scattate con il flash), oltre che su uno studio completo e dettagliato dell’aspetto e della personalità di Marilyn.

“Lo styling delle parrucche è stata una sfida perché la sua pettinatura è una personalità tutta sua. Cercare di inchiodare i piccoli dettagli in modo che assomiglino ai suoi capelli e non a una parrucca era di fondamentale importanza. Mi ci è voluta molta pratica, pianificazione e test per trovare finalmente Marilyn. Ma una volta che ho messo una di quelle parrucche bionde su Ana, boom. Quella per me è stata la chiave della trasformazione”.

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Blonde con Ana de Armas
Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022
Blonde con Ana de Armas

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“Ogni mattina Ana riceveva una fascia per la parrucca e poi un berretto parziale per coprire i propri capelli in modo che le parrucche si adattassero correttamente. Quindi si iniziava il suo trucco. In totale ci sono volute tra le 2 ½ e le 3 ore”, afferma Kerwin, “Ci sono così tante storie sul suo trucco e sui suoi truccatori che siamo stati in grado di scoprire tutti i piccoli trucchi che hanno usato. Inoltre, aveva alcuni articoli per il makeup preferiti che siamo stati in grado di rintracciare. A parte il profumo Chanel n. 5 che indossava, aveva alcuni marchi di trucchi preferiti. Siamo stati in grado di trovare alcune belle riproduzioni di molti di quei colori, in particolare con i suoi rossetti”.

La maggior parte dei beni della Monroe furono venduti all’asta, ma grazie a un catalogo di Sotheby’s che descriveva in dettaglio gli articoli, Josh Bramer (il Property Master) è stato in grado di reperire pezzi corretti per l’epoca da compact a convertibili. “Sulla base della mia ricerca, ho appreso che usava il trucco Max Factor, dice, “Siamo stati in grado di trovare tutti i tipi di trucco, quindi in quelle scene in cui è seduta davanti a uno specchio, tutto è autentico rispetto a ciò che avrebbe usato: pennelli per il trucco e trucchi, spazzole per capelli…” Ovviamente poi Kerwin e McIntosh hanno dovuto fare la loro magia anche sul resto del cast che, riferiscono, era altrettanto coinvolto nel trovare i dettagli giusti!

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Blonde con Ana de Armas
Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022

Ciò che la costumista Jennifer Johnson ha portato a Blonde è stato infine un senso di autenticità nella creazione dei costumi, afferma la produttrice Tracey Landon: “ha fatto molte ricerche con molta perseveranza. Il regista era così specifico riguardo alle immagini che tutto, fino ai bottoni, al posizionamento di una tasca, al drappeggio o all’arricciatura dei vestiti, delle scarpe, delle borse, doveva corrispondere esattamente alla fotografia su cui stava basando”. Molti dei costumi dovevano inoltre essere costruiti attraverso un lavoro di accuratezza e precisione assolutamente straordinario. La Johnson racconta che “l’aspetto più impegnativo nell’affrontare Blonde è stato che la storia di Monroe è stata raccontata così tante volte: devi chiederti cosa resta da dire?“.

Sebbene l’approccio del film fosse differente e altamente stratificato, le immagini di questa grande icona del cinema e della moda sono profondamente radicate e custodite nella mente delle persone. “Con Marilyn dovevamo essere fedeli a pieno”, afferma, “Era il lavoro perfetto con cui rendere omaggio quei grandi designer di Hollywood che avevano creato tanti bellissimi e iconici costumi per lei: da William Travilla che ha disegnato il white dress famosissimo con la gonna plissettata bianca vista nell’iconica metropolitana di New York nella memorabile e scandalosa scena della grata in The Seven Year Itch e l’abito rosa con l’enorme fiocco di Gentlemen Prefer Blondes; Orry Kelly di cui indossava il vestito cantando “I Wanna be Loved by You’ in Some Like it Hot e Dorothy Jeakins che ha lavorato per la prima volta con Monroe su Niagara e più avanti in The Misfits“.

Così tanti costumi che hanno familiarità con il pubblico di ieri e di oggi sia perché eri o sei fan di Marilyn sia perché ami il costume, la moda o comunque perché sono rimasti impressi nell’immaginario di tutti noi nel tempo.

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Blonde con Ana de Armas
Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022

Molto interessante il lavoro che la Johnson ha attuato su due livelli nei confronti di Ana de Armas: se da un lato consapevole di indossare un costume “storico” e celebre nel girare le ricostruzioni cinematografiche, dall’altro, nelle scene della vita quotidiana di Marilyn, sia quando frequentava la scuola di recitazione con Cass e Eddy, o con sua madre o durante i suoi matrimoni, era importante che ci fosse un certo livello di naturalezza, anche rispetto all’immagine della Diva generalmente considerata bellissima ma a tratti “artificiale”: “Pensiamo quasi a lei come a un artificio e la cosa meravigliosa di questo film è che entriamo in profondità nella sua psicologia e nel suo cuore, nelle sue emozioni, nella sua memoria e nel desiderio di svelare quell’artificio“. Ana ha avuto nel film quasi 100 cambi di costume, perfezionando anche la voce di Marilyn, i suoi movimenti e le sue affettazioni.

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L’esperienza psicologica di Marilyn è stata ricostruita e articolata con varie strategie narrative, anche attraverso un potente uso della luce e della camera, per distorcere la realtà, con un approccio estetico, che racconta la sua storia in stili, toni e immagini disparati, definito dal direttore della fotografia Chayse Irvin “caotico”: non da poco il fatto poi che la costumista ha dovuto riflettere e progettare l’aspetto di un costume tenendo dunque presenti questi aspetti e per riprese sia in bianco e nero che a colori.

“È abbastanza difficile, ma sorprendentemente ho usato il mio iPhone per risolvere questo problema. Scattavo fotografie dei materiali e le convertivo in bianco e nero. È stato incredibilmente utile perché ci sono state molte volte durante le riprese in cui non sapevamo se Andrew avrebbe girato in bianco e nero o a colori. A volte ha cambiato idea quel giorno”. Così ha creato un mondo a colori in scala di grigi e tonalità seppia, più sicuro e perfetto per avere il tono giusto indipendentemente dal tipo di pellicola utilizzata e determinare una serie di regole da rispettare per ogni personaggio: per Marilyn, aveva una tavolozza di colori rigorosa a cui ci si atteneva indipendentemente dal fatto che si stesse girando a colori o in bianco e nero. I suoi colori sono molto specifici: rosa, bianco, nero, marrone chiaro e un po’ di rosso. Nessun motivo tranne i pantaloni a quadri bianchi e neri e il delicato dress a pois delle scene più bucoliche insieme ad Adrien Brody.

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Ana de Armas insieme ad Adrien Brody che interpreta Arthur Miller

“Non ho mai avuto così tanti accessori per il guardaroba in tutta la mia vita intera”, ha affermato Ana de Armas, “È stato così strabiliante tutto ciò che hanno avuto modo di estrarre dagli archivi. E poi abbiamo questa incredibile sarta che ha fatto repliche esatte degli abiti che indossava“.

Ovviamente in perfetto stile anni Cinquanta, più casual e comoda ma sempre con classe nella vita quotidiana del suo privato, tra dolcevita tipico della sweather girls, gonne a matita o ruota, short, i capri a vita alta, jeans, le stampe vichy o pois, ballerine; invece più glamour per gli eventi mondani e il cinema con tacco (amava molto le peep toe) bustini e silhouette a clessidra -che enfatizzano fisici statuari come il suo- scollature super sensuali, stole di pelliccia, paillettes.

Sembra che pur non avendo un unico stilista di riferimento, amasse molto Norman Norell (per gli eleganti abiti da sera), Emilio Pucci e Salvatore Ferragamo per le scarpe (tanto che il “calzolaio dei sogni” ha dedicato alla Star nel 1960 una calzatura, la “Marylin“, sfolgorante pump rossa ricoperta interamente di strass con tacco 11 a spillo rinforzato in metallo, per garantire comfort.

Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022

Concludo con le parole di J. C. Oates: “Blonde è un traguardo abbagliante. Il film di Andrew Dominik è abbastanza diverso da qualsiasi cosa avessi atteso, riccamente suggestivo e potente. La performance di Ana de Armas è ipnotizzante rievocando le straordinarie immersioni nelle figure “storiche” di Charlize Theron nei panni del serial killer Aileen Wuornos (Monster) e Robert De Niro nei panni dell’attaccabrighe Jake LaMotta (Toro scatenato), entrambi vincitori di Oscar. Mentre la bambina Norma Jeane matura e Ana assume il ruolo, la sua metamorfosi è sbalorditiva. Quando Andrew mi ha inviato la sceneggiatura per la prima volta, ho potuto vedere immediatamente che aveva afferrato la parte centrale ossia il conflitto della storia della vita: “Marilyn Monroe” è stata una brillante invenzione di Norma Jeane Baker, una che le ha salvato la vita, inizialmente; ma poi l’ha sopraffatta. In Blonde Dominik ha catturato la realtà allucinatoria sconnessa e distorta del romanzo con uno sguardo femminista incrollabile – niente di sentimentale qui, niente “sentirsi bene”, ma qualche… cosa molto più preziosa e degna di rispetto nella vasta mente collettiva della cultura popolare: un essere vero, crudo, dolorosamente onesto, un’anima esposta, non un intrattenitore pop star ma uno di noi, trasformato“.

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