“Herbarium. I fiori sono rimasti rosa”: prosegue la stagione espositiva da Lavinia Turra

“Herbarium. I fiori sono rimasti rosa”: prosegue la stagione espositiva al femminile da Maison laviniaturra.

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Giovedì 15 settembre con l’inaugurazione della mostra “Herbarium. I fiori sono rimasti rosa” dell’artista Alessandra Calò, accompagnata da un testo critico di Azzurra Immediato, prosegue la stagione espositiva promossa da Maison laviniaturra, iniziata lo scorso giugno con le suggestive “Arcipelaghi sospesi” di Mirta Tagliati e “Atlas X” di Marina Gasparini.

Il noto atelier-salotto bolognese di moda fondato dalla fashion designer Lavinia Turra, valorizza i progetti di artiste donne, con un programma che continuerà fino al 2023 con Valentina D’Accardi e Malena Mazza.

Ancora una volta l’arte, nelle sue diverse forme, e la moda, come espressione di alto artigianato, si fondono per dare vita ad un progetto espositivo ricco di suggestioni e fascinazioni. L’obiettivo di tali mostre-evento infatti è quello di creare un luogo di incontro dove poter far confluire mondi diversi ma sinestetici: la stilista Lavinia Turra oltre a dar vita alle sue note collezioni prêt-à-couture crea spesso allestimenti concettuali d’immagine che ne riflettono l’ispirazione.

Alessandra Calò è un’artista che utilizza differenti mezzi per approfondire temi legati all’identità e alla memoria. Pratica dominante nel suo lavoro è il recupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio attraverso i quali non intende attuare una rievocazione nostalgica del passato ma proporre una nuova visione della realtà. Nel 2015 partecipa a Fotografia Europea con il progetto Fotoscopia, che entra a far parte della collezione ArtphileinFoundation.

Nel 2016 il suo progetto Secret Garden vince il Premio Combat per l’Arte Contemporanea e successivamente realizza il suo primo libro d’artista (2018, Danilo Montanari Editore) con prefazione di Erik Kessels, menzione speciale al Premio Bastianelli come miglior libro fotografico pubblicato in Italia. . Le sue opere fanno parte di importanti collezioni e sono state selezionate ed esposte in prestigiose mostre e festival internazionali.

Dal 15 settembre a Bologna, tra le creazioni stilistiche dell’atelier, si intrecciano e mescolano quindi le sue opere dense di intenso significato sociale e simbolico, una serie di diorami fotografici, frutto di un percorso condiviso con alcune persone fragili facenti parte del progetto sociale “Incontri! Arte e persone” ai Musei Civici di Reggio Emilia e nato intorno alle antiche collezioni botaniche, ivi preziosamente custodite.

Incuriosita dalla ricca collezione custodita ed esposta nel museo, il focus è caduto su ciò̀ che non è visibile al pubblico: una serie di erbari custoditi in un vecchio armadio nella Saletta della Botanica – così racconta l’artista – Nonostante il carattere scientifico che li contraddistingue (famosa è la collezione settecentesca di Filippo Re), ci siamo soffermati sullo sguardo romantico scoperto sfogliando un erbario dell’allora quattordicenne Antonio Casoli Cremona (1885) che catalogava in maniera amatoriale tutte le erbe presenti nel suo giardino e nei dintorni della città”.

Da questa osservazione della natura e della sua imperfezione, La Calò e i partecipanti del laboratorio hanno trasformato le erbe spontanee (le cosiddette “erbacce”) in impronte su carta fotografica grazie alla tecnica del fotogramma, la stessa usata da molti artisti delle avanguardie del ‘900 come Man Ray. Alessandra Calò ha poi dato vita a sovrapposizioni di immagini e simboli che rimandano al concetto di fragilità e umanità, unendo alle forme delle erbe quelle delle mani stesse dei partecipanti. Un nuovo e innovativo modo di concepire l’immagine che racconta il gesto di cura evocato dai protagonisti delle fotografie fino ad arrivare alla simbiosi e al parallelismo con la natura e l’umanità raffigurata.

Restando fedele al mio modus operandiAlessandra Calò spiega – ho creato sovrapposizioni dove materiali d’archivio, fotografia e processo analogico di stampa si fondono per dare vita ad un’opera. La tecnica consiste nell’esporre oggetti a contatto con l’emulsione fotosensibile, nello specifico quella utilizzata per il nostro erbario è composta da sali d’argento e di ferro, e si chiama callitipia. Ho realizzato numerosi progetti con doppie esposizioni e sovrapposizioni, ogni immagine è unica, così come è unico ciascun partecipante. Oggi si punta alla perfezione con altissime risoluzioni…io cerco di andare controcorrente e puntare al difetto, perché è lì che riconosco l’umanità. Percepisco l’essere umano propriamente il risultato di svariate sovrapposizioni”.

Nel suo testo critico, che accompagna la mostra, Azzurra Immediato sottolinea che “…La ricerca
che riconosce l’animo umano come abitante di questa terra, con il suo mistero esistenziale e la sua
attesa immanente, è parte dell’abbecedario attuato da Alessandra Calò, nei suoi progetti artistici ed
in particolare da Herbarium. I fiori sono rimasti rosa…. che sviluppandosi in una forma composita
di teche, stratificazioni di supporti e scrittura, sembra perimetrare una dispersione di storie, di
soggetti, di un tempo passato e di visioni in grado di porre in stretto dialogo il presente. (……) Herbarium è sublimazione di un cammino che si è mosso a partire dall’osservazione delle antiche raccolte naturalistiche sino alla realizzazione di un erbario rayografico…. Un’esperienza che ha scelto di radicarsi in una ramificazione di rarità, umane e naturali, attraverso cui, inoltre, la sperimentazione
continua – legata a doppio filo con la relazione tra λόγος e τέχνη – per farsi esegesi della meraviglia
dell’imponderabile, della bellezza che rimanda alla dimensione essenziale dello spirito e che fa
persino del difetto, dell’imperfezione, il carattere di una plusvalenza ontologica avente luogo
nell’alveo della purezza umana, laddove la verità non è una certezza bensì una pluralità di punti di
vista tali da rendere veritiere talune dinamiche.”

Da questo progetto, dal profondo significato sociale, è nato anche un libro d’artista dal titolo “Herbarium. I fiori sono rimasti rosa” pubblicato da studiofaganel editore.

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Maison laviniaturra – via dei Sabbioni 9, Bologna

INAUGURAZIONE: Giovedì 15 settembre ore 17:30

dal 15 settembre al 31 ottobre 2022

ORARI: dal martedì al sabato dalle 17:00 alle 19:00

Su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario telefonare al +39 320 9188304

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