Kusakabe Kimbei (1861-1934) è stato l’ultimo grande fotografo pittorialista della «Scuola di Yokohama».
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Pittore di formazione, Kusakabe Kimbei inizia giovanissimo la sua attività di colorista di fotografie a Yokohama nello studio del fotografo inglese Felice Beato (1833 -1933).
Il suo maestro arriva infatti nel 1863 in Giappone e apre uno studio a Yokohama, dove ottiene il permesso di fotografare in un periodo in cui l’accesso agli stranieri era ancora rigidamente controllato a causa di una forte politica isolazionista.
Kusakabe Kimbei impara da Beato la tecnica della colorazione manuale delle fotografie e le arti del reportage e della veduta. In seguito e prosegue l’attività come assistente del fotografo austriaco Raimund von Stillfried.
Nel 1881 apre il suo laboratorio nel quartiere Bentendori a Yokohama, che sarà attivo fino al 1913. Da Stillfried riprende l’attenzione particolare per il ritratto femminile.
Peculiare nelle immagini di Kimbei è la qualità della colorazione, curata e appropriata grazie a una estesa gamma di tonalità cromatiche
La fotografia giapponese pittorialista nasceva dalla fusione fra tradizione pittorica giapponese e tecnica fotografica occidentale. Dopo la stampa, le fotografie venivano colorate a mano da professionisti che si erano formati con la pittura su carta e tessuto o con le stampe xilografiche policrome. Ogni studio fotografico poteva avere decine di coloristi, divisi per specializzazioni: c’era chi dipingeva gli occhi e le labbra e chi si dedicava ai paesaggi.
La maggior parte di queste foto sono state pensate per essere conservate in album e vendute ai turisti occidentali che, dopo aver visitato il Giappone, volevano un ricordo di un mondo tradizionale che andava scomparendo per via della rapida modernizzazione dell’epoca Meiji (1868-1912).
Fino al 21 febbraio 2016 la possibilità di immergersi nella straordinario e raffinatissimo mondo giapponese, tra geishe, samurai, fior di loto, paesaggi mozzafiato e ciliegi in fiore. Indimenticabile!
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Kusakabe Kimbei
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10
Milano
Fino al 21 febbraio 2016
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