“La candidata ideale”: una storia di autoaffermazione femminile

“La candidata ideale”: una storia di autoaffermazione femminile in Arabia Saudita.

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A proposito del Festival del cinema di Venezia appena concluso, ho riflettuto sul fatto che alcuni dei film presentati li vedremo in sala tra un bel po’ e forse: per esempio in questi giorni è in visione appunto un film da non perdere che è stato presentato al Lido ormai l’anno scorso ossia La candidata ideale, scritto e diretto da Haifaa Al Mansour.

Haifaa affronta ancora la questione femminile in Arabia Saudita, raccontando la storia di una donna medico determinata a sfidare la società tradizionalista e patriarcale, desiderando diventare sindaco.

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Ricordiamo che Haifa è stata la prima regista donna a girare un film in Arabia Saudita, LA BICICLETTA VERDE, (anche un bellissimo libro che vi consigliamo di leggere) uscito nel 2012: penso che in molti conosceranno questa emozionante storia, il sogno dell’intraprendente Wadjda che vuole a tutti i costi una bicicletta per sfidare il suo amico Abdullah, anche se ciò non è ben visto dalla sua comunità.

L’Arabia Saudita ha affrontato di certo molti cambiamenti importanti da quel periodo, quando anche il cinema era considerato tabù: non è passato troppo tempo, eppure ora ci sono delle differenze significative, basta pensare al fatto che il settore cinematografico è in ricca espansione.

Inoltre la regista ha raccontato che nel 2011 si trovò a dirigere il film addirittura da un furgone per non entrare in contatto con gli uomini presenti sul set,  mentre per La candidata ideale ha frequentato liberamente le sua troupe e tutta la produzione. 

La candidata ideale: una storia di autoaffermazione femminile

Maryam è giovane e ambiziosa e lavora come medico presso una piccola clinica cittadina in Arabia Saudita. Nonostante le sue qualifiche, ogni giorno deve guadagnarsi con fatica il rispetto dei suoi colleghi uomini e l’accettazione da parte dei suoi pazienti. Quando le viene impedito di prendere un aereo per Dubai in cerca di un lavoro migliore, un errore burocratico la fa imbattere per caso nel modulo di iscrizione alle elezioni locali della sua città, e decide di candidarsi.

Mentre suo padre, un musicista, è in tournée per suonare ai primi concerti pubblici permessi nel Regno da decenni, Maryam ingaggia le sue sorelle minori perché inizino una raccolta fondi e pianifichino gli eventi per la sua campagna elettorale. Pur scontrandosi continuamente con le restrizioni imposte al ruolo tradizionale delle donne nel Regno, la coraggiosa candidatura di Maryam inizia ad acquistare slancio e ad attirare l’attenzione della comunità conservatrice.

Culmine di questa sfida è il testa a testa fra Maryam e il candidato di sesso maschile.

L’attrice scelta per interpretare la protagonista è Mila Al Zahrani, la quale fa parte di una nuova ondata di attrici saudite che si stanno affermando sulla scena teatrale regionale. Dopo essersi aggiudicata il suo primo ruolo importante nel 2016, è arrivata velocemente alla celebrità e alla popolarità. È nota per l’interpretazione di personaggi non convenzionali e che promuovono l’autoaffermazione.

Il suo ruolo di protagonista nel film drammatico saudita BOXING GIRLS, nei panni di una campionessa di pugilato l’ha lanciata verso il successo nel Regno.

La candidata ideale: una storia di autoaffermazione femminile

Da segnalare anche, nel ruolo di Selma, la celebrità nata sui social ossia Dhay. Sebbene sia molto nota come influencer e leader sui social media, dove sta spostando i confini del lecito quanto ai modi in cui le donne saudite si esprimono negli spazi virtuali, Dhay è una stella nascente anche nel mondo dei media tradizionali, aggiudicandosi molti ruoli nelle produzioni televisive locali.

Così ha dichiarato la regista di La Candidata Ideale:

“Attraverso questa sua avventura, voglio offrire una visione ottimistica del ruolo che le donne possono rivestire nella società saudita e del contributo che possono dare, diventando sempre più artefici del proprio destino. Voglio incoraggiare le donne saudite ad affrontare le sfide e ad affrancarsi dal sistema che per tanto tempo ci ha tenute prigioniere. Il cambiamento deve partire e deve essere portato avanti dalle donne che sentono la necessità di avere più libertà di movimento nella loro vita quotidiana. L’altro messaggio del film riguarda la necessità di celebrare e onorare le nostre tradizioni culturali e artistiche perché possano essere l’arte e la cultura a guidare le iniziative volte a sviluppare e modernizzare il Paese.”

“Tutte le rappresentazioni artistiche pubbliche sono state proibite nell’era moderna dello sviluppo del Paese. Ora che sale da concerto, cinema e gallerie d’arte stanno ricominciando ad aprire in tutto il Regno, è importante riscoprire la ricca tradizione artistica che abbiamo rischiato di perdere per sempre. La nostra storia è ricca di musica splendida e di arte sontuosa che dobbiamo rivivere, rinnovare e rinvigorire. Le donne ora hanno l’opportunità di contribuire e partecipare ad una società che per generazioni le ha tenute in disparte. Adesso, la cosa più difficile per le donne è vedere al di là delle antiquate norme sociali e degli obiettivi limitati che fino ad oggi hanno visto possibili per la loro vita, infrangere i tabù che le imprigionano e decidere di aprire nuove strade per se stesse e per le loro figlie.”

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Photo credit © Razor Film Produktion GmbH, Haifaa Al Mansour’s Est. for Audiovisual Media

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